Raisi, Iran e EU
Giorni fa "Ibrahim Raisi", presidente eletto da Khamenei, si è insediato. La sua storia comincia negli anni 80 quando, incaricato dal regime, ha giustiziato migliaia di dissidenti politici durante le manifestazioni contro il Governo ed è proseguita in tempi più recenti dove, da “Capo della Giustizia”, ha torturato e condannato a morte migliaia di persone che hanno partecipato alle manifestazioni del Novembre 2019. Si parla quindi di un esponente politico che è riconosciuto a livello internazionale come criminale di guerra e cha visto come ospiti durante la sua proclamazione conclamati capi di associazioni terroristiche come Hamas, Hezbollah e Kataib Hezbollah. Ma ciò che ha deluso maggiormente il popolo iraniano è stata la partecipazione di Enrique Mora, un alto rappresentante dell’Unione Europea, durante la cerimonia di insediamento. È infatti naturale chiedersi come l’Unione Europea, da sempre in prima fila nel difendere i diritti civili all’interno dei propri confini, appoggi la dittatura sanguinaria di Khamenei nonostante le ripetute violazioni dei diritti internazionali e la scarsa legittimità popolare di questo governo (basti pensare che solo il 20 per cento della popolazione iraniana ha partecipato al voto nelle ultime elezioni). Vorrei quindi che le autorità europee e italiane chiarissero definitivamente i motivi che si celano dietro a questo doppio standard che caratterizza la politica dell’Unione Europea, giustamente paladina dei diritti civili all’interno ma fredda e calcolatrice quando si parla invece di politica estera. Ritengo che un chiarimento sotto questo punto di vista, non giustificabile in termini di real politik se consideriamo che certe battaglie sono lasciate al cinico Trump e a pochi altri politici di estrema destra, permetterebbe un’azione più efficace da parte dell’Unione Europea in certi contesti lontani e complessi. Ashkan Rostami Movimento Azione per Libertà e Democrazia in Iran Comunità iraniana di Parma