Vigilanza privata, nessuno pensa più alle guardie giurate
Gentilissima Redazione, Il settore della vigilanza privata, che dall’inizio della pandemia è in prima linea per garantire la sicurezza privata e pubblica, è reiteratamente “bistrattato” dalle Istituzioni. Tuttavia, nel corso di questi mesi, “le guardie giurate hanno sempre garantito la sicurezza dei siti produttivi, dei centri di smistamento delle merci, degli esercizi commerciali di distribuzione dei beni di prima necessità, del trasporto del denaro a sportelli bancari e postali, dei siti sensibili quali stazioni ferroviarie e metropolitane, l’accesso ordinato e sicuro ai servizi sanitari, fra i quali i triage e i reparti Covid”. Nonostante il ruolo delle Guardie Giurate, le Istituzioni sembrano non accorgersene, lasciando i lavoratori in balia di loro stessi. Le Guardie Giurate lanciano un accorato appello ai Ministeri dell’Interno e del Lavoro per migliorare le condizioni lavorative, contrattuali ed economiche del settore e dei lavoratori impiegati. Onde evitare, che l’ennesimo sgarbo ai danni delle stese Guardie Giurate non si verifichi in tutta Italia, in quanto alcune società del settore hanno disdetto i Contratti integrativi provinciali della Vigilanza Privata, con conseguente decadenza di alcune tutele contrattuali e la decurtazione dello stipendio. Salari insufficienti, turni di lavoro massacranti e insostenibili “Le guardie giurate hanno un salario fra i più bassi d’Italia, con una media retributiva di circa 7 euro (lordi) l’ora”. Il fatto rappresenterebbe un pericoloso precedente che potrebbe essere emulato dalle oltre 1300 imprese della vigilanza privata. Ricordiamo che il settore occupa circa 100mila lavoratori, senza contare che allo stato attuale, la trattativa per il rinnovo del CCNL “scaduto nel 2015” è bloccata dal 18 marzo 2022, dopo il fallito tentativo di conciliazione con le associazioni imprenditoriali di settore Assiv, Univ, Anivip, LegaCoop Produzione e Servizi, Agci Servizi e Lavoro, indisponibili a trovare la quadra sull’aumento salariale. Denunciamo la situazione drammatica che vive da troppo tempo il settore, il colpevole “silenzio” delle Istituzioni tutte e delle Associazioni Datoriali, affinché quest’ultime tornino responsabilmente al tavolo delle trattative con l’obiettivo di rinnovare il contratto nazionale, riconoscere la professionalità di centinaia di migliaia di addetti e definire aumenti economici congrui e dignitosi. Una situazione inaccettabile nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici che quotidianamente garantiscono la sicurezza privata e pubblica, spesso facendosi carico di compiti impropri in nome dell’interesse generale. Distinti saluti Angelo Sifrido MANCIN