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Parma 1913 | Vai Melandri, ora tocca a te: Apolloni spera nella zampata del Micio

L’attaccante, che non segna dal 5-1 con la Correggese (4 ottobre), ha attraversato un momento difficile. “Forse un calo di forma”, aveva detto qualche settimana fa. Senza Longobardi e Guazzo, con Musetti fuori condizione, il tecnico si affida a lui

Si dice che i gatti abbiano sette vite e che quando meno te l’aspetti, siano pronti per acciuffare la preda. Apolloni spera che anche il suo Micio, finito forse troppo presto in letargo, si tiri fuori dal torpore e faccia quello che sa fare: gol. Daniele Melandri è l’unico che, in questo momento, può affilare gli artigli e caricarsi la squadra sulle spalle. Il tecnico si affida a lui per la gara con il Legnago e non solo, data la squalifica tripla di Guazzo e il guaio in cui è incappato Longobardi (frattura composta del perone). Se si considera che anche Musetti non gode di ottima salute, per via di un problema al tallone che si porta dietro dalla prima partita (che tra l’altro l’ha visto andare a segno su rigore), ecco spiegato come Melandri diventa fondamentale in un periodo di grande secca come questo. Anche a livello di uomini, non solo di gioco.

Detto dei due attaccanti, Apolloni dovrà infatti fare a meno di Sowe, espulso contro la Virtus, Cacioli, squalificato, Ricci, infortunato e forse Miglietta, ancora alle prese con un problema muscolare. Da valutare il ritorno di Messina, che sarà arruolabile per il posticipo del turno infrasettimanale. Per Miglietta c’è la possibilità, remota, di vederlo in panchina, almeno in una gara che sarà fondamentale. Non vincere rappresenterebbe ulteriormente un problema, visti gli strascichi che lo 0-0 di Carpi si sta trascinando dietro. E per tornare ai tre punti, in maniera convincente, Apolloni si affida a Melandri. Da 37 giorni il Micio non graffia, ha vissuto un momento di appannamento che ha condizionato in maniera ovviamente negativa anche le sue prove in campo. Non gioca titolare dalla partita contro il Forlì, quando nel giro di un’ora ha confermato il suo calo fisico e non ha fatto nulla per farsi notare in ripresa.

Da allora, 18 ottobre, panchine e spezzoni di gara in cui Melandri non ha per nulla smentito la serie di esclusioni a cui Apolloni lo ha costretto. Tranne che nell’ultima uscita insipida di Carpi, quando è stato il più brillante (assieme a Lauria) di un attacco spuntato e senza idee. Entrato al posto di un impalpabile Musetti, il Micio ci ha messo la testa subito e ha sfiorato il gol, ha reso più frizzante (non che ci volesse molto, si intenda), uno statico reparto offensivo. Movimenti, tagli e duetti con Guazzo, fino a quando quest’ultimo ha deciso di rimanere in campo. Sprint e strappi, servizi per i compagni e movimenti da seconda punta vera. Probabilmente Apolloni lo chiamerà a fare il centravanti, l’ariete, cosa che non disdegna ed è nelle sue corde. In questo momento, Melandri serve come il pane a un Parma che ha fame. Fame di riscattarsi, fame di vittoria.

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