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VISTA DALLA CURVA | Il derby e la coreografia

In viaggio con il super tifoso

Personalmente non vedevo l'ora di sfidare il Bologna e perché no rimandarli a casa con tre pappine sul groppone, vabbè sopporto questo zero a zero e mi rilasso guardando la classifica, in fin dei conti loro sono terzultimi ed hanno ottime probabilità di retrocedere alla faccia di quel tifoso bolognese che due anni e mezzo fa, dopo aver saputo che i crociati avevano impattato zero a zero a Santarcangelo mi disse le testuali parole: “ Sóccia, risalire dalla serie C è dura, mi sa che non ci incontreremo più per molto tempo anzi ti dirò di più entro cinque/sei anni noi lotteremo pe la <Champions>”.

Profetico il tifoso rossoblu. Venendo ad oggi. Più che aria di derby si respirava aria natalizia: strade paralizzate, traffico in tilt e spazi vuoti sugli spalti per buona parte del primo tempo. Pronti via, lampo di Gervinho, palla a Siligardi, colpo a botta sicura e palo interno. Urlo strozzato in gola. La partita non decolla, sugli spalti a farla da padrone è l'ironia e lo sfottò sulle specialità bolognesi nel frattempo i rossoblu hanno parcheggiato un pullman davanti alla loro area di rigore iniziando cosi a difendersi in undici dietro la linea del pallone. Il Parma gestisce il possesso palla ma non riesce a sfondare, gli spazi non ci sono ed è in partite come queste che emergono i limiti dei crociati: manca un centrocampista bravo a far cambiare passo alla squadra, uno che sappia trovare la giocata giusta per scardinare difese chiuse a doppia mandata come quelle di Bologna, Frosinone o Chievo. Il primo tempo finisce senza ulteriori sussulti e con qualche insulto all'indisponentissimo arbitro dal cartellino troppo facile. La ripresa comincia col Parma che prova ad attaccare maggiormente, Siligardi cerca spesso di accentrarsi e provare il tiro dalla distanza ma senza fortuna. Il pubblico comincia a masticare amaro, avverte il sapore di un pareggio ingiusto ma tutto sommato prevedibile. Il neo entrato Sprocati calcia dal limite, palla fuori. Inzaghi dal canto suo non rischia nulla, toglie Santander (giocatore che se fosse stato servito mezza volta avrebbe potuto fare male) ed inserisce Destro, il miglior talento perso per strada secondo solo a Robert Acquafresca, in parole povere un buon giocatore diventato non si sa per quale motivo una pippa clamorosa. Il risultato non cambia, il distacco da quelle dietro nemmeno. Qualcuno tra il pubblico era un po' preoccupato per l'involuzione realizzativa della squadra, qualcun altro vedeva il bicchiere mezzo pieno perché arrivare a natale con 22 punti è un lusso. Le prossime avversarie Fiorentina e Roma cercheranno di fare bottino pieno contro di noi ma dovranno per forza concedere quegli spazi che la squadra di Pippo Inzaghi non ha lasciato.

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