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Parma, i retroscena dell'esonero e la fine dell'era biologica

L'allenamento condotto da Apolloni, Minotti e Galassi a piantonarlo. Poi una telefonata, facce scure e decisione lampo. Nevio Scala si è dimesso dopo aver festeggiato il suo sessantanovesimo compleanno

L'era biologica è terminata e ha portato via con sè tre pilastri di un Parma glorioso. Nevio Scala si è dimesso dalla carica di presidente, Lorenzo Minotti (responsabile dell'area tecnica) e Luigi Apolloni sono stati esonerati, con loro anche Andrea Galassi, direttore sportivo, arrivato come uomo di fiducia dell'ex capitano crociato.

Scalfiti dal tempo, un ventennio, che ha deturpato la loro immagine trionfante che la Parma calcistica custodiva gelosamente tra gli archivi, il quadrumvirato si è sciolto, sotto i colpi di critiche e per mano di decisioni ponderate da parte di una proprietà ambiziosa. Allontanati, se vogliamo, anche dal brusio dei tifosi che quasi non ne potevano più, brusio diventato rumore assordante, che pesava soprattutto nelle ultime ore, quando il rumore si è trasformato in silenzio. Vittorie, coppe, dolori e gioie vent'anni restano però. Ma dal campo al campo, i risultati sono cambiati parecchio. Dopo quindici mesi, dopo una promozione dalla Serie D alla Lega Pro, e dopo tanto entusiasmo ridato a una piazza che ne aveva bisogno perché aveva subito la violenza sportiva del fallimento targato Ghirardi&Leonardi, l'avventura del Parma biologico finisce il 22 novembre, più o meno intorno alle 19:00.

Ma la giornata è cominciata molto prima. E nessuno si aspettava che per Nevio Scala fosse un tristissimo compleanno. Il Presidente aveva incontrato martedì mattina la squadra. In questi giorni era rimasto molto vicino a loro, per tenerli su, per non farli abbattere e per cercare di spronarli. minotti-4Ha voluto festeggiare il sessantanovesimo compleanno in compagnia dei fidi scudieri Lorenzo Minotti e Andrea Galassi, ha preferito rimanere vicino al suo allenatore, Luigi Apolloni, subissato dalle critiche che lo hanno esasperato, reso nervoso e insicuro, di più di quanto non lo fosse solitamente. Nervosismo che lo ha condizionato nelle scelte, rendendolo poco lucido. L'ultimo allenamento Gigi lo ha condotto nel pomeriggio, accompagnato dalla sua professionalità e dal suo modo di fare convinto, la doppia sessione è andata via liscia, con l'intermezzo della festicciola per Nevio Scala. Liscia fino a un certo punto. Fino a quando il telefono di Minotti è squillato. Poco dopo le 16:00, mentre il responsabile dell'area tecnica guardava il campo con il suo uomo di fiducia, Andrea Galassi. La squadra correva, faticava, si allenava, loro due scuri in volto abbandonavano il centro sportivo chiusi nei loro giubbotti. Per non tornarci più da uomini del Parma. Direzione Tardini, dove li aspettava il verdetto deciso probabilmente nella notte.

Marco Ferrari e i soci che rappresentano la proprietà avevano pensato molto a quello che sarebbe potuto succedere dopo la sconfitta con il Padova. Il 4-1 è stato fatale alla squadra messa in piedi da Nevio Scala, scelto a sua volta da Ferrari e soci per la carica di Presidente. Nel ventre dello stadio, negli uffici al primo piano, protetti dalle vetrate e isolati dal resto del mondo che circonda il Parma, terminava l'era biologica. Ha pesato parecchio il parere di Guido Barilla e quello di Pizzarotti, scontenti dopo partite senza idee e gare senza gioco. Dopo 58 partite, il Parma non è riuscito ad avere un gioco, un'impronta, un'idea.galassi-4 Apolloni è stato sollevato dall'incarico, nello staff tecnico rimarrà Ermes Fulgoni, preparatore dei portieri che mercoledì saluterà i vertici esonerati. Guiderà l'allenamento e forse l'intera settimana di preparazione, Stefano Morrone, tecnico della Berretti. Prima dell'arrivo di Hernan Crespo che se la gioca con Delio Rossi per la panchina. In vantaggio il secondo, con Pierpaolo Marino come Diesse. Si valuta la posizione di Nicola Campedelli, che potrebbe anche rimanere nello staff. Non ci saranno più Lorenzo Minotti e Andrea Galassi, esonerati anche loro in nome della coerenza tirata a mano da Nevio Scala che avrebbe rifiutato la carica di presidente per rispetto del suo gruppo. Gruppo che ha fallito e che ha disatteso le aspettative della città, della proprietà. Scala lo aveva detto: "We are Apolloni", è così è stato. Durante una conferenza stampa, in difesa del tecnico, il presidente crociato aveva messo in guardia gli altri. Facendo passare il concetto per cui o tutti o nessuno. E sono andati via tutti, ponendo fine all'era biologica. 

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