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Professor Lajovic sale in cattedra a Parma

Nella serata di ieri Cecchinato si è imposto su Nardi in un derby emozionante Venerdì 17 giugno giornata dedicata a Francesca Schiavone

Poterlo ammirare in un Challenger è un privilegio assoluto. Da oltre quattro anni Dusan Lajovic non si calava nel circuito “inferiore” dell’ATP, esattamente dal marzo 2018, quando trionfò nel ricco Challenger 125 di Le Gosier, nella sperduta isola caraibica di Guadalupa. Sbarcato per rafforzare la sua classifica all’Emilia-Romagna Tennis Cup, torneo ATP Challenger 125 organizzato da Master Group Sport in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna sui campi del Tennis Club President a Montechiarugolo (Parma), il serbo, numero 64 delle classifiche mondiali, è approdato ai quarti di finale dopo aver superato il belga Michael Geerts (280 al mondo) con il punteggio di 63 76.

DUSAN, CHE CLASSE... - In questo lasso di tempo tra le due rare apparizioni nei Challenger, Lajovic ha raggiunto la finale in un Master 1000 nel 2019, sconfitto a Montecarlo dal nostro Fabio Fognini. Sempre in quell’anno, il migliore della sua carriera, si è aggiudicato il tuo unico titolo ATP 250 a Umago. Dall’inizio della pandemia il suo rendimento è un po’ calato, ma non la classe cristallina, in particolare una manualità straordinaria dal lato del rovescio, che gli consente di alternare colpi piatti, coperti e in back come pochi altri al mondo. La sfida al qualificato Geerts è stata una buona occasione per ammirare il suo repertorio. Dopo un primo set vinto nettamente per 6-3, la disputa si è scaldata e la tattica di sfondamento del belga ha iniziato a dare i suoi frutti. Il secondo favorito se l’è vista brutta quando ha dovuto annullare l’unica palla break del parziale sul 4-4 e quando si è visto sfilare un lunghissimo game del 5-5, ma non ha disdegnato la lotta e ha conquistato, per poi dominarlo, il tie-break con il punteggio di 7-3. “Per fortuna non siamo andati al terzo set – ha commentato Lajovic – così ho evitato di sprecare ulteriori energie considerando le condizioni climatiche difficili. Caldo a parte, mi trovo bene a Parma, il circolo è bellissimo e ben organizzato. Quanto mi pesa giocare un Challenger dopo tutto questo tempo? Non molto, perché ho l’obiettivo di risalire in classifica, qui il livello è alto e conosco parecchi dei giocatori presenti”. Come tutti i tennisti serbi, Dusan è cresciuto con il mito di Novak Djokovic, con cui ha condiviso diverse apparizioni con la maglia nazionale in Coppa Davis. “Nole più che un modello è un mito per tutti noi. Oltre a vincere tantissimo, ha contribuito a creare in una piccola nazione come la nostra un movimento sportivo importante: se negli ultimisono venuti alla ribalta tanti tennisti serbi, il merito è senz’altro suo...”.

CECCHINATO AGLI OTTAVI COL BRIVIDO – Il programma degli ottavi è proseguito con il successo dello svedese Elias Ymersu Nicholas Ionel (61 64), in attesa di conoscere l’esito degli impegni di Alessandro Giannessi e Andrea Arnaboldi. Ma, a proposito di scontri tra italiani, i sostenitori giunti sulle tribune del President hanno ancora davanti agli occhi l’emozionante derby azzurro tra Marco Cecchinato e Luca Nardi disputato nella serata di ieri. Il momento di svolta della sfida è avvenuto nel secondo set, quando il marchigiano ha recuperato un break di svantaggio e si è portato avanti sul 6-5, con due match point a proprio favore: Nardi non è riuscito a chiudere, Cecchinato si è salvato al tie-break, dove ha preso il largo e pareggiato il conto dei set. Il parziale decisivo è rimasto in equilibrio fino al 2-2, quando Nardi ha perso il servizio e non è riuscito più a rimanere attaccato all’avversario, arrendendosi rapidamente con il punteggio conclusivo di 36 76 62. Il derby generazionale vinto dall’ex numero 16 al mondo può essere analizzato sotto una duplice prospettiva: da una parte la voglia di rinascita del siciliano, che sta cercando faticosamente di tornare ai suoi livelli migliori dopo due anni molto complicati, dall’altra la mancata occasione colta da Nardi, ritenuto una delle speranze più vivide del movimento italiano, terzo 2003 più in alto nelle classifiche mondiali dietro ai fenomeni Carlos Alcaraz e Vitus Holger Rune.

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