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Pincolini: "Spero resti D'Aversa anche in caso di retrocessione"

Lo storico preparatore atletico presenta la sfida tra due ex Milan: "Pippo mi ha sorpreso, cura i dettagli come da calciatore. Roberto? Avrei voluto vederlo prima con Krause: grande disponibilità economica, ma ad oggi manca un progetto"

L’ultimo treno salvezza ferma a Benevento. Se il Parma non sale in carrozza rischia di compromettere ulteriormente una cavalcata stanca, senza acuti se non con quello rappresentato dalla vittoria con la Roma. Alla quale bisogna dare continuità dopo lo stop interno con il Genoa, in una gara ampiamente controllata. “Sono annate segnate, se si pensa a quella partita: il Parma non aveva mai dato l’impressione di poterla neanche pareggiare, eppure l’ha persa”. Vincenzo Pincolini è appena tornato dalla Slovenia, reduce dalla fase a gironi dell’Europeo Under 21, che ha visto gli azzurrini qualificarsi e disputare tre buone gare.

Pincolini, come è andata?

“Direi bene. Abbiamo iniziato bene con la Repubblica Ceca, che abbiamo dominato. Poi ci siamo fatti un autogol, quando cominci un torneo senza vincere la prima partita rischi di ritrovarti nei guai. Adesso tocca stare sempre in campana, ma abbiamo risposto bene direi”.

Anche contro la Spagna.

“Sì, abbiamo fatto una partita gagliarda contro una squadra che segnava regolarmente da quattro anni in tutte le partite”.

Anche se qualche espulsione di troppo ha condizionato il cammino.

“Diciamo che molte sono state generose. Siamo arrivati alle ultime partite contati. Tranne il rosso a  Rovella, meritato, quella di Scamacca ad esempio è stato troppo frettolosa. Frutto di due gialli assurdi. Anche Marchizza, espulso per troppo poco. C’è da dire che siamo stati poco furbi, sul 4-0 piuttosto di fare fallo poteva lasciarlo andare. Ma va bene così. In panchina nella Slovenia c’era Turk, portiere della Primavera del Parma”.

A proposito del Parma, la partita con il Benevento è decisiva?

“Non credo sia decisiva, anche se penso che sia tutto molto compromesso. E’ difficile raggiungere l’obiettivo, quest’anno. Il Parma ha già presto tanti di quei treni … . Ma lo dicevo già cinque o sei domeniche fa: ricordiamoci del Crotone di Nicola. Bisogna credere nei miracoli e intraprendere una bella striscia di vittorie. Penso che abbiano molte chance sia Torino che Cagliari. I punti di Benevento e Spezia sono dieci in più dei nostri, sembrano essere lontane. Ma in questa stagione ‘strana’ può accadere qualcosa di inaspettato. E per far si che accada, bisogna che stia bene Gervinho, che Gagliolo torni quello che conosciamo, che Sepe sia quello che abbiamo visto per tanti anni. Serve la ‘vecchia guardia’ ”.

E i nuovi?

“Mihaila è uno da sprint, ma per fare qualcosa di straordinario serve la ‘vecchia guardia’. Sono perplesso davanti alle scelte di mercato. Un presidente che non bada a spese va bene, che ha entusiasmo e si impegna a livello economico. Ma me lo lasci dire: non c’è un progetto sportivo. Né per l’immediato, né per il prossimo anno. Credo che si stia navigando a vista. Adesso che bisognerebbe seminare … “.

Si aspettava qualcosa di più da parte di D’Aversa?

“Sì, forse avrei voluto vederlo dall’inizio, con questo presidente e con un mercato indirizzato a suo favore. Le dico anche un’altra cosa”.

Prego.

“C’è sempre un colpo di bacchetta magica in ogni stagione. Purtroppo a Roberto non è riuscito. Mi riferisco alla partita con il Sassuolo. Se fosse finita diversamente, staremmo parlando di un altro Parma. La squadra, con tutte le difficoltà, stava facendo molto bene. Se fosse arrivato fino in fondo, il dopo sarebbe stato molto diverso. Dal suo arrivo si è visto qualcosa. Purtroppo gli sono mancati un sacco di calciatori nel momento chiave della stagione. Quando un calciatore ha fatto bene si è subito infortunato, prima di recuperarlo poi ne passa di tempo. Cornelius, ad esempio: ha giocato con il contagocce nel pieno della forma”.

Sabato sfiderà un allenatore che lei conosce bene. Come D’Aversa.

“Pippo è sorprendente. Le sue squadre sono molto attente alla fase difensiva, non te l’aspetti da lui che è un attaccante. Si sta dimostrando un allenatore che sicuramente fino ad ora ha fatto cose buone, con questa squadra. Ha vinto il campionato l’anno scorso in maniera netta, quest’anno la sta conducendo alla salvezza”.

Cos’hanno in comune D’Aversa e Inzaghi?

“Il Milan, e il fatto di aver allenato in tutte le categorie. Come giocatori chiaramente erano totalmente diversi. Io credo che Inzaghi non sia stato un grandissimo atleta, ma abbia avuto dalla sua la volontà di curare in maniera maniacale i dettagli. Ad esempio in Nazionale si portava i biscotti da casa. Il giovedì sera andava in ritiro volontario con la madre e il padre. Voleva la cucina della mamma. Lui è stato un campione perché ha curato i dettagli in maniera maniacale, ha fatto la storia”.

E D’Aversa?

“Quando lo abbiamo preso al Milan, nella prima partita, pensavamo di aver trovato un fenomeno.  Fece dei numeri da centravanti che ci portò a sbilanciarci sui giudizi. Invece poi ha fatto il centrocampista. Roberto mi piace molto perché riesce a dare alla squadra il suo carattere. Lo dico: io sarei tranquillo se sapessi che questa squadra, anche con la retrocessione, non cambierebbe allenatore. Per fare una corsa a tornare dove è il Parma adesso servirebbe uno pragmatico. Come lui ne vedo davvero pochi in giro”.

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