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ESCLUSIVA - Parma, Cardone: "Lo spareggio indimenticabile, Europa si può"

Il capitano dei crociati, nel 2005, ha fatto gol di stinco al Bologna nello spareggio: "Un momento intenso, dopo la vittoria ci siamo fermati all'autogrill a prendere una cinquantina di birre, poi la festa in piazza"

"E' stato il momento più intenso della mia carriera a Parma, sono stati 15 giorni di fuoco". Le parole di Giuseppe Cardone, capitano dei crociati che espugnano il Dall'Ara nello spareggio per la permanenza in A, nel 2005, rievocano ricordi importanti e storici, quasi commoventi, di un gruppo che ha vinto la sua battaglia anche oltre il campo. "Abbiamo sei squalificati, all'andata abbiamo perso e andiamo a Bologna a giocarci la salvezza con un groppo in gola e tanta fiducia, malgrado tutto quello che succede alle nostre spalle e fuori dal campo. Sappiamo di poter vincere quella partita, ci crediamo, abbiamo fatto di più nel corso della stagione, ce lo meritiamo e andiamo a Bologna con la consapevolezza di poter riuscire nell'impresa e rimontare l'1-0 dell'andata. Sappiamo che se andiamo in B non saliamo più. Il caso Parmalat, la retrocessione che costa soldi, un vero problema sportivo, dobbiamo contare solo sulle nostre forze, in B la vita è dura e se ci andiamo, con tutta la situazione che gravita intorno, non ci riprendiamo più".

GOL E BIRRA -  E in B, quel Parma non ci va grazie al gol di Cardone che infila Pagliuca e riporta le cose in pari, prima del definitivo 2'0 di Gilardino: "Il mio gol di stinco me lo ricordo ancora, impossibile dimenticarlo. Sono sicuro di vincere, c'è Frey in ottima forma, non lo segni nemmeno con le mani, abbiamo dalla nostra parte anche 8.000 tifosi giunti al seguito anche dopo la sconfitta interna. L'1-0 è un brutto risultato, da capitano raduno i miei e li convinco che saremmo andati a fare una grande partita, dico vinciamo 2-0 e così è stato. Si respira un aria buona, c'è la giusta tensione ma non c'è pessimismo, solo che non riesco a dormire la sera prima. Fino alle 5 sveglio con Morfeo e Bonera, prima della partenza siamo andati a mangiare i cannoncini in Via d'Azeglio, dal nostro amico Gino, siamo fiduciosi, partiamo e non vediamo l'ora di rientrare, con la salvezza in tasca". E così fu. "La festa in campo non finisce, ci abbracciamo e voliamo dentro con il desiderio di rientrare e festeggiare, ci fermiamo all'autogrill e compriamo una un bel po' di birre, e il viaggio vola via. Arriviamo in piazza e non si capisce più nulla... . Il giorno dopo è stato bellissimo, con i ragazzi che ti incontrano per strada e ti abbracciano, da eroe. Sono passati un bel po' di anni, ora si lotta per l'Europa".

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