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Venerdì, 19 Aprile 2024
PARLA IL CAPITANO

Buffon: "Il mio obiettivo è quello di riportare il Parma in Serie A"

Il capitano crociato dal palco della Milano Football Week: "Sarebbe come una riappacificazione con me stesso. La gente era disorientata, oggi ha più certezze. L'anno scorso a un certo punto ho pensato di andare in Serie C"

"Devo essere sincero, lo dico senza falsa modestia: l’anno scorso se non avessi avuto questo tipo di energia e attitudine, con la mia disponibilità a tenere la barra dritta e a dare una mano agli altri, avremmo rischiato molto. In certi momenti pensavo a un doppio salto all'indietro. Guardavo solo la zona retrocessione. Ma quest’anno, al contrario, mi hanno aiutato molto i ragazzi e il mister oltre che la gente di Parma: mi hanno dato la giusta tranquillità". Che Gigi Buffon sia una guida per il popolo di Parma non è un segreto. Lo conferma quando parla con il vicedirettore vicario della Gazzetta dello Sport, Gianni Valenti durante la Milano Football Week, nell'evento che lo ha ospitato: "Gianluigi Buffon: Superman", soprannome che lo accompagna da una vita ma che è nato ai tempi di Parma, dopo il rigore parato a Ronaldo il fenomeno, l'8 marzo del 1998. "Devo dire che di quell'episodio vado orgoglioso - ha detto Buffon - Ho parato il rigore a un giocatore che ha cambiato i parametri del calcio. Eravamo giovani, considerati astri nascenti in ruoli diversi. Venivamo paragonati spesso come calciatori, c’erano molte affinità. Mi ricordo che vincevamo 1-0 e quella vittoria è stata importante per andare in Champions League. Per farvi capire che personaggio ero: ho parato il rigore ma la palla non era uscita. Con la palla in gioco sono andato a esultare sui cartelloni. Ero così, molto esuberante e felice di fare calcio. Sono grato alla vita per avermi dato questa opportunità". Dal Parma a Parma, il cerchio sta per chiudersi: manca ancora l'ultimo passo, lo step decisivo. 

"Sono tornato per riportare il Parma in Serie A - spiega il capitano - ma non da solo. In questo ultimo mese e mezzo abbiamo ingranato una buona marcia, c’è qualcosa di diverso rispetto a un anno e mezzo fa. C'è la consacrazione di una squadra che sta diventando vera e forte, composta da ragazzi di talento che devono confermarlo nel tempo. Il nostro percorso è diventato convincente e lo percepisce anche la gente di Parma che ha vissuto una sorta di disorientamento per quasi due anni: la squadra doveva salvarsi in Serie A, poi è retrocessa. Doveva salire subito in Serie A poi è arrivata 12esima. La gente era disorientata, ma adesso sta ritrovando certezza e passione. Sanno di venire allo stadio sapendo che faremo sempre quel tipo di prestazione. Se il Parma andasse in Serie A sarei l'uomo più felice del mondo perché potrei dire di aver realizzato quasi tutti i miei sogni, raggiungendo l'80-85% degli obiettivi che mi ero prefisso nella vita. Sarebbe una pacificazione interiore con me stesso. Perché gioco ancora? Perché trovo sempre il modo di essere insoddisfatto. Mi dà energie. Se continuo? Se fossi certo di continuare a giocare ti direi di sì, come se fossi certo di smettere ti direi di no. Voglio vedere come arrivo dal punto di vista mentale, delle energie e della gioia di andare in campo e sul palcoscenico a mostrare l'arte e il talento. Vi dirò che se dovessimo rimanere in Serie B partiremmo già con una base diversa che ti può portare a vincere. Ma voglio vedere cosa succede". 

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