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Donadoni: "Non tifo per nessuno. Il fallimento? Ecco cosa ci ha lasciato"

L'ex tecnico di Parma e Cagliari ha giocato la partita con ParmaToday.it: "Due squadre in difficoltà, ma con una classifica diversa"

Il suo ultimo anno al Parma tutti lo ricordano come l'anno del fallimento, il momento più basso della storia recente di una squadra martoriata nell'animo e saccheggiata che non ha perso però la dignità e l'identità di un gruppo che - va bene, non si sarà ritrovato nell'enorme difficoltà - ha mollato solo alla fine, quando era ormai chiaro che avrebbero mollato tutti molto prima. Roberto Donadoni a Parma è tra quelli che si applaudono, perché non ha combattuto, ci ha messo la faccia e ha portato avanti una squadra assieme ad Antonello Preiti (ex direttore sportivo) e gente come Alessandro Lucarelli 'un ragazzo a posto - dice il tecnico bergamasco - una bandiera. Lui e altri due o tre mi hanno aiutato a tirare fuori le motivazioni giuste. Difficile in quella stagione".

Donadoni, che cosa le è rimasto di quella stagione?donadoni (2)-4-2
"Il fatto che sia stata complicata. Molto difficile. Per tutti. Siamo arrivati in fondo con la convinzione che potesse servire a qualcosa per il futuro. Ma mi sembra che non ci sia stata nessuna miglioria. Nessuno ha imparato la lezione, sembra. Quindi il nostro sacrificio non è servito".

Come ha vissuto quella stagione?
"Male. I momenti difficili hanno permesso di cementare certi rapporti, di conoscere meglio persone e personalità. E di chi ti puoi fidare e di chi no. Bsogna tirare fuori sempre l'aspetto positivo. Ma al sottoscritto hanno insegnato tanto quei momenti".

Quanto è stato importante Lucarelli?
"Beh, direi che Ale è stato un ottimo compagno di viaggio. Quando c'ero io faceva il capitano, il calciatore, ora ricopre altri ruoli. Un ragazzo tranquillo, equilibrato. Che sa essere sanguigno quando deve. Sa gestire i momenti e sa che tono bisogna usare. Se un timbo o un altro". 

Adesso il Parma è in Serie A. 
"Merito di una società sana. D'Aversa sta facendo cose straordinarie. Una persona equilibrata che sa quello che deve fare". 

Si aspettava la cavalcata così entusiasmante?
"Quando hai un gruppo solido alle spalle, che dà garanzie e compattezza, il risultato è solo una conseguenza. Molto merito va anche ai ragazzi, oltre che all'allenatore, che ha dimostrato cose importanti". 

Che partita sarà sabato?
"Complicata. Dura per entrambe le squadre. Il Parma? Ha una classifica migliore, chi rischia di più è il Cagliari. Chi avrà la meglio uscirà da una situazione complicata. Il Parma nel caso specifico, se fa risultato fa un bel passo verso l'obiettivo". 

C'è qualcosa che somiglia al suo Parma?donadoni-16
"Direi di no. Questo è il Parma di oggi, non c’è niente di Donadoni. Ci può essere qualche giocatore che è ancora li e che sta facendo bene, ma adesso c’è una società solida e compatta, che dà garanzie".

Che ricordi ha di Cagliari?
"Ho ottimi di Cagliari, della gente di Cagliari. Dei posti che ho frequentato. Mi ha dato tanto come città. Mi ricordo tutto con tanto con affetto. Ho vissuto dei mesi belli, ma purtroppo non è finita come volevo. Ma sono affezionato alla Sardegna: il carattere sardo è un carattere forte che si avvicina molto a quello del sottoscritto". 

Come la giocherebbe questa partita?
"Il Parma ha armi importanti, il Cagliari sa palleggiare. Ma non la gioco. Non tifo né per l'una né per l'altra. Spero che si salvino entrambi, sono due società a cui mi sento legato". 

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