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Dal dormitorio di Borgo Garimberti all'assist per Inglese: la rivincita silenziosa di Camara

Al centro di una vincenda di immigrazione clandestina, Drissa si è rifatto e il Parma è pronto a scommetterci. Pizzi: "Con lui sono arrabbiato: può fare molto di più". Mavilla, presidente dell'Audace: "E' arrivato senza scarpe, gli abbiamo dato tutto e non ci ha dimenticati"

"Chiedeva solo di poter giocare a calcio: gli abbiamo dato un paio di scarpe e una tuta, oltre al materiale tecnico che si dà di solito ai nostri ragazzi. Appena aveva un po' di tempo veniva al campo, si allenava con i più grandi e alla fine del lavoro restava da solo a palleggiare, a calciare, a correre: era uno spettacolo vederlo anche per i bimbi che si stringevano attorno a lui e ad ammirarlo". Luigi Mavilla sta guardando una partita - l'ennesima della sua gestione - mentre racconta la storia di Drissa Camara. E' il presidente dell'Audace, la prima squadra dell'ivoriano che dai campi di via de Giovanni è arrivato in Serie A con D'Aversa, ha vinto il titolo di capocannoniere alla Viareggio Cup con quattro reti in cinque partite ed è entrato in maniera fissa nelle rotazioni prima di Maresca, il primo a crederci e a motivarlo con una certa insistenza  e poi con Iachini. Ma quando può, appena può, torna nella sede dell'Audace a salutare chi lo ha aiutato a superare le difficoltà. Perché Drissa non ha perso l'umiltà di chi è arrivato da Abobo, villaggio vicino ad Abidjan in Costa D'Avorio, con la voglia di salvare se stesso e la sua famiglia, rimasta in Africa a seguire le sue gesta. 

La sua storia, purtroppo, è nota: vittima dell'immigrazione clandestina che ha coinvolto 5 giovani promesse ivoriane tra i 13 e i 17 anni nel 2017 attraverso documenti prodotti in Costa d'Avorio che attestavano falsi rapporti di parentela con ivoriani residenti in Italia per una pratica di ricongiungimento familiare, a quanto pare molto comune nel calcio, Camara ha pagato per colpe non sue. E' rimasto fermo prima di prendersi questo pezzettino di gloria, ha dormito a casa dell'agente che lo ha portato a Parma, assieme a Chaka Traorè che oggi segna nella Primavera del Milan e a Moussa Konè. Non avevano un appartamento, vivevano nel dormitorio allestito da Drago, personaggio discusso che alla fine ha patteggiato un anno e 10 mesi con 15mila euro di multa. La presenza della madre, che lo ha accompagnato in Italia nel suo viaggio, ha di sicuro favorito il suo inserimento in città. Lei aveva il compito di cucinare e badare ai ragazzi. 

Il resto l'ha fatto il calcio. E pensare che stava per essere scartato, prima che il destino tenesse Fausto Pizzi, allora responsabile del settore giovanile del Parma, incollato al seggiolino del campo dell'Audace. Tra il gennaio e il febbraio del 2017, durante un'amichevole contro il Colorno, figurava anche il suo nome in distinta. Ma lui in campo non c'era. Pizzi ha aspettato che finissero i due tempi ma di Drissa nessuna traccia. Il foglio degli appunti era bianco, la sua missione di scovare talenti era finita lì. Prima di mettersi il giubbino e salutare, Camara ha fatto il suo ingresso in campo per giocare il terzo e ultimo tempo. "Mi accorsi subito delle sue indubbie qualità tecniche, erano oltre la media - dice Pizzi - . Ho cercato di portare Camara subito a Parma, lo abbiamo preso prima della fine stagione in prestito e poi a titolo definitivo. Ha cominciato con noi ed è stato uno degli artefici della vittoria del campionato italiano di quell'annata. Lui sa che sono un po' arrabbiato con lui - dice ridendo l'ex responsabile del Settore Giovanile del Parma - perché mi aspetto tantissimo e pretendo molto. Lo conosco bene, so di cosa è capace mi dispiace perché ha  trascorso un anno e mezzo senza praticamente giocare per colpa di infortuni vari. Sono convinto che con Pecchia, un grande allenatore e una persona intelligente, dimostrerà quello che è il suo reale valore. Con Fabio ho giocato a Napoli, so che tipo di professionista è. Quando Drissa comincerà a dare continuità alle prestazione tornerò a scrivergli qualche messaggio". 

"Ha avuto un sacco di problemi - spiega Luca Piazzi, responsabile del Settore Giovanile del Parma che ha sostituito Fausto Pizzi -, ma si vede che è giocatore di una categoria superiore. Lui lavorava con i più grandi e faceva la differenza. Io sono arrivato che lui era già campione con la squadra Under 15, ha fatto Under 16 e 17, poi si è fermato per cinque o sei mesi per la vicenda giudiziaria. E' stato da noi in affidamento, per lui era importante lavorare, era molto fragile fisicamente e doveva allenarsi. Con noi ha fatto il centrocampista e nell'anno della semifinale con il Genoa è stato straordinario. Sotto la nostra gestione, con Catalano allenatore, ha disputato un Viareggio strepitoso. Uscimmo contro il Genoa di Rovella, in quel frangente ha dimostrato di essere addirittura superiore, come potenzialità, al capitano del Genoa che adesso sta giocando in Serie A".

Dopo la grande partita di Ascoli condita con l'assist per Inglese, Drissa sa che deve lavorare ancora. Lo spirito di sacrificio non gli manca, tra un allenamento e un altro guarda Naruto, il manga giapponese che vede nel suo protagonista la tenacia di poter realizzare il sogno di diventare Hokage, capo del villaggio della foglia che, come Camara, è partito da una posizione di svantaggio salvo poi superare tutti con il lavoro e uno spirito di resilienza fuori dal comune. Che gli è servito per stupire. 

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