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Gudolin è sicuro: "Parma, con Danilo hai fatto un affare"

L'ex allenatore crociato ha lavorato con il brasiliano a Udine: "Con lui abbiamo svoltato. Perfetto per la difesa a tre, forte di testa, elegante, sa fare tutto". Poi elogia Buffon: "Gigi è una persona straordinaria, la sua scelta mi è piaciuta molto"

"Danilo? Ho sempre detto che, se non avessimo venduto né Sanchez né Inler, nell’anno in cui è arrivato saremmo arrivati a lottare per il primo posto”. Francesco Guidolin è rimasto nel cuore dei tifosi del Parma. Due stagioni splendide alla guida del club, conclusi con una separazione che ha tracciato un solco nell’animo dei supporters crociati. Con Guidolin il Parma è tornato in Serie A, affermandosi l’anno dopo come la sorpresa del campionato. “Parma mi è rimasta nel cuore - dice a ParmaToday l’ex tecnico crociato -. Io e la mia famiglia siamo stati benissimo in città. La ricorderò sempre con affetto”.

Guidolin, come si vince un campionato di Serie B?

“E’ complicato. Io ho preso il Parma che non stava andando bene, sono arrivato a stagione in corso. In quel momento bisognava tirare su di morale la squadra. Ho trovato giocatori importanti a livello di nomi. Ma se non ti metti al pari con gli altri, in Serie B specialmente, rischi di fare male. Non puoi vincere in punta di fioretto. Il nome sulla schiena con conta niente, il passato di tanti calciatori forti non vale. Conta quello che si fa da quel momento in avanti, non quello che hai fatto. Ho cercato di far passare questo concetto, subito dopo abbiamo cambiato sistema di gioco, fino a trovare solidità e compattezza. La squadra si è assestata, ma non è stato semplice. E’ stato un anno complicato”.

Questo che è appena iniziato sembra non da meno.

“E’ presto per poterlo dire. Certo non si vince solo perché hai più blasone”.

Il Parma ha una rosa importante, Buffon su tutti.

“Mi è piaciuta la sua idea di continuare a sfidare il tempo. Poi il fatto di tornare in un posto che lo ha reso felice, in cui è nato calcisticamente mi ha esaltato. Buffon ha dimostrato, se ce ne fosse ancora bisogno, di essere un uomo sensibile. Mi è piaciuta la sua scelta”.

C’è anche Danilo, un calciatore che lei conosce bene.

“Prima che un grande calciatore, è un uomo vero. Quello che conosco io farà da guida ai più giovani, ne sono sicuro. Un  ragazzo serio, professionista esemplare. Ha tanti valori. L’uomo è importante. In un gruppo di calciatori è l’uomo che  fa da esempio”.

Che calciatore è Danilo?

“Quando è arrivato a Udine noi eravamo reduci da un quarto posto. L’anno successivo arrivammo terzi, con Danilo che era l’acquisto che ci serviva per fare il salto di qualità. Pur senza Sanchez e Inler. Danilo è stato straordinario: un giocatore elegante, solido, bravo a fare tutto. Un uomo guida sul campo. Noi giocavamo a tre ed era perfetto per questo tipo di gioco. Conteneva, impostava. Era un ottimo giocatore. Credo che non abbia problemi a calarsi nella parte. Certo, deve stare bene. Ma se lo conosco farà una vita super diligente. Si allena come sempre? Allora darà una grande mano”.

In che posizione di campo dà il meglio di sè?

“Centrale nei tre: è un difensore completo. Ma a destra e a sinistra di una difesa a 4 può andare bene. Ai miei tempi avevo pensato anche di farlo giocare davanti alla difesa. Perché sa giocare a calcio, ha personalità è forte di testa”.

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