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Il Covid, l'operazione alla caviglia e il gol al Pordenone: Inglese e la sua nuova vita al Parma

Dopo 406 giorni, l'attaccante è tornato a esultare. Non succedeva dal 2 agosto del 2020, contro il Lecce nell'ultima di Serie A con D'Aversa in panchina. Poi tanti problemi, con un sogno da realizzare

Lavorare per tornare a sentire quelle sensazioni che generalmente avverte un giocatore in campo. Lo va ripetendo spesso Enzo Maresca a proposito di Roberto Inglese. Con tutto quello che ha passato il ragazzo, l’unica cosa che conta davvero in questo momento della sua carriera è quello di tornare a sentirsi un calciatore. Allenarsi tutti i giorni con i compagni, respirare l’aria dello spogliatoio, sentire il prato, annusare le sfide. Lottare, combattere e vincere. Fare gol. Che poi è quello che gli riesce meglio. Perché in fondo, Roberto Inglese resta sempre quello che deve fare gol per poter realizzare il sogno che si è prefissato: riportare il Parma in Serie A.

A un anno dalla sua assenza forzata, tra l’infortunio al polpaccio e l’operazione alla caviglia che lo ha tenuto fuori a lungo, ci si è messo anche il Coronavirus a rallentare il suo processo di reinserimento. Giorni lunghi, difficili, nei quali non ha perso tempo: ha corso in casa, come ha fatto la maggior parte dei colleghi colpiti in quel periodo. Pomeriggi interi su una cyclette, pedalate a fondo, strappi sul tapis roulant. Spinto dalla forza della sua famiglia, alla quale si sente legatissimo e che lo sostiene nei momenti di difficoltà. In fondo, se Inglese è sempre rimasto Roberto, un motivo ci sarà: valori autentici, riservatezza, se lo si incontra per strada rischia quasi di passare inosservato. Un calciatore atipico, poco appariscente fuori dal campo, ’presente’ dentro, quando c’è da combattere. Ha combattuto parecchio, Roberto, prima contro la sfortuna, poi contro il destino che gli ha giocato brutti scherzi. All’apice della sua carriera, Mancini ha pure pensato a un certo punto di portarselo in Nazionale.

Niente, prima gli infortuni, poi il Covid, lo hanno frenato.Però i giorni della quarantena sono risultati meno pesanti. La malattia ha spossato anche un atleta come lui: ma non ha rinunciato agli allenamenti, si è tenuto in forma e lo ha aiutato anche un amico come Jacopo Dezi (al tempo calciatore del Parma) che è stato anche il primo a congratularsi con lui dopo il ritorno al gol contro il Pordenone.

A proposito del gol: non solo un tap-in, o un movimento da attaccante vero. In quella zampata c’era tutta la sofferenza accumulata in un periodo devastante per un uomo, per un atleta. C’era la voglia di riscatto, la rabbia per le occasioni perse e il voler sottolineare con forza che Inglese è tornato. Che è rimasto, più che tornato, perché sarebbe potuto andare via nell’estate in cui il Parma ha deciso di stravolgere tutto. Cambiano le categorie, i compagni sono diversi, ma la fame è rimasta sempre la stessa: è stato il suo cleim sdoganato su Instagram. Accompagnato da una foto in cui ha messo in bella mostra la linguaccia, quasi a volersi gustare il ritorno al gol dopo 406 giorni di interminabile attesa.

Dietro a quella zampata c’è il lavoro con Luca Mascia, preparatore atletico che lo ha seguito a Verona nel periodo in cui tutti di solito vanno in vacanza. Lui è rimasto a lavorare duramente, per se e per il Parma, per il quale ha rinunciato alla vetrina della Serie A. Verona e Samp, con D’Aversa che avrebbe voluto riaverlo tra i suoi, lo hanno a lungo tentato, ma lui aveva deciso già, dopo aver parlato con i dirigenti del Parma, che sarebbe rimasto dando tutto se stesso per riportare il club dove lo aveva lasciato. Adesso sente la fiducia di tutti, del mister in primis, che ha speso anche belle parole per lui: “Inglese è un calciatore fondamentale - ha detto Maresca - non solo dentro al campo ma anche fuori”.

Anche Enzo avrà notato la serietà di un ragazzo che ha appena messo piede sulla via della ‘redenzione’. Parma lo aspetta, lui aspetta Parma. E contro la Cremonese si candida per un posto da titolare… .

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