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Il Parma con i cerotti batte il Como e torna a sorridere

Basta un gol di Delprato al 38'. Nonostante le assenze, i crociati organizzatissimi disputano una gara di sacrificio e ordine, portando a casa tre punti fondamentali e l'abbraccio della Nord

Una vittoria di cuore, nel segno dell'organizzazione tattica e del sacrificio. E vaglielo a spiegare che mancavano 13 calciatori, molti di questi chiave e che in panchina Pecchia ne aveva otto, tra cui due portieri e tre diciottenni. Il Parma è squadra solida, ha costruito la sua mentalità attorno a Vazquez, calciatore totale e intorno al lavoro quotidiano del suo allenatore che alla fine cambia gli uomini ma non la sua filosofia. E porta a casa una vittoria sofferta griffata Delprato. Si dirà che è stata la vittoria del gruppo: sì, quello messo in piedi da Fabio Pecchia. 

Il tecnico, che giorno dopo giorno ha perso pezzi, ha piazzato Tutino la davanti, supportato da un inedito Sohm sulla trequarti al posto di Vazquez che prova a ricamare gioco qualche metro più indietro. Benek attacca la porta lateralmente, come piace al suo tecnico. Il Parma perde imprevedibilità davanti, la sacrifica in nome di un po’ d’ordine in mezzo preferendo la fisicità di Sohm alla fase di raccordo del Mudo che prova a dettare i tempi da più lontano.

Il Como guadagna campo e possesso, ci prova ragionando e con qualche pallone a cercare la testa di Cerri che la muove per Blanco o Cutrone. Su una di queste Corvi esce in ritardo franando sui piedi di Blanco: rigore e giallo che il Var cancella perché l’ex attaccante del Parma era partito in fuorigioco. 

Pecchia ha un uomo in meno a centrocampo, in fase di costruzione il Como prende Vazquez con Blanco e alza le mezzali per impedire lo sviluppo e le uscite ragionate. La palla tra i piedi dei calciatori del Parma ci resta poco, la profondità da attaccare ci sarebbe pure ma quando il reparto avanzato prova a dialogare tra i suoi interpreti si denota un po’ di impaccio. Pecchia sposta Sohm a destra, ma lo svizzero non entra mai in partita e Tutino resta solo davanti. 

Poche azioni, il Parma si difende bene e appena può riparte. Servirebbe un episodio: quello che è mancato a Bolzano. Arriva al 38’, quando Delprato va in cielo e insacca il calcio d’angolo di Estevez alle spalle di Ghidotti. 1-0 Parma, con Pecchia che esulta come se il gol l’avesse segnato lui. Dopo una manciata di minuti, la stessa esultanza gli resta in gola perché Ghiotto con una gran parata nega il raddoppio a Tutino. 

Escono Hainaut e Benedyczak, entrano Balogh e Juric. Pecchia ridisegna il suo Parma, cambiando due posizioni su quattro in difesa: Osorio slitta al centrosinistra, Valenti scivola a fare il terzino. Zagaritis si alza e va fare l’esterno d’attacco con Juric più vicino a Tutino. La gara si trascina tra la voglia del Como, poca e confusa, di arrivare al pari, e i tentativi del Parma di raddoppiare per mettere in ghiaccio una gara mai in discussione.  

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