Il Parma ha paura, KK 'sotto attacco': la cura Iachini non ha guarito nessuno
Sette punti in sette partite, troppa distanza dalle prime. L'allenatore, uno specialista in promozioni, ha ancora margini per lavorare e tentare l'impresa, ma con una squadra 'spaccata' non può incidere più di tanto. E su Twitter bersagliato il presidente
Sembra un po’ cambiato il mirino dei tifosi: il malcontento generale che si respira a Parma questa volta trova sfogo su Twitter e si scaglia contro Kyle Krause. Per la prima volta da quando è diventato proprietario del Parma, l’americano ha avvertito in maniera netta la frustrazione - legittima - dei tifosi. E’ la logica conseguenza di un equivoco che non sembra trovare soluzione per essere risolto. Perché sono cambiati calciatori, staff, dirigenti e purtroppo pure la categoria, ma non i risultati. Quelli sono sempre più deludenti e l'eco sorda del tonfo arriva fino in Iowa, dove KK segue con apprensione le vicende del suo Parma. Fa rumore soprattutto a fronte dei milioni spesi per tirare su una squadra che ancora - dopo più di venti partite - non è riuscita a diventare tale. Molto grave come colpa: significa che chi ha comprato i calciatori o ha sbagliato a valutarli, oppure non ha letto bene le dinamiche e le istruzioni che spiegano come creare un gruppo. Vani i tentativi in questi mesi di Buffon, Danilo, Schiattarella e gli altri veterani di ricomporre i cocci di un gruppo che forse non si è mai formato. Una babele male assemblata, che non sta su in nessun modo, nonostante le iniezioni di adrenalina di Iachini che pare essersi arreso alla totale assenza di logica di un progetto che è rimasto impantanato nelle idee esoteriche di un calcio che non si è mai visto: “Vogliamo creare un modello di club dove il calcio offensivo sia una priorità. Vogliamo un calcio offensivo, con pressing, senza aver paura di nessuno - aveva detto il direttore dell'Area Tecnica, Javier Ribalta". Missione fallita. Al netto del tempo che c'è per scalare la classifica, il Parma ha cestinato il suo iniziale progetto e adesso spera in un colpo di coda per risalire. Ci sono talmente tante partite per rimettere in carreggiata la squadra, a patto che non si sbagli più.
Iachini, un mago delle promozioni, non riesce a trovare una soluzione per uscire da questo impasse. Anche il Crotone, squadra costruita con possibilità infinitamente minori rispetto al Parma, è venuto al Tardini a imporre il suo gioco, in maniera ordinata. C’era un’idea, c’era un filo. Il Parma questo filo sembra averlo perso: non vince in casa dal 1 di novembre, contro il Vicenza. Non ha mostrato margini di crescita, il cambio di guida tecnica non ha giovato: in 7 partite, Iachini ha collezionato 7 punti, è a più 4 dalla zona play out e lontanissimo dal Lecce. Resta a 8 lunghezze dai play off, ma in questo momento deve gestire uno spogliatoio spaccato. La frattura tra ‘vecchi’ e ‘giovani’ sembra essere sempre più difficile da ricomporre, la squadra non si riconosce in nessun leader, neanche in un mostro sacro come Gigi Buffon. Forse vista da fuori la situazione sembra essere più grave rispetto a come realmente è, perché a fine partita anche Iachini è andato in sala stampa con il suo bicchiere mezzo pieno che non può colmare la sete di rivalsa. Un po’ più focalizzato sul tema Franco Vazquez, unico in grado di regalare qualcosa a livello di gioco. Un paio di idee, el mudo le ha messe a segno, ma nonostante Vazquez sia un fuori classe, giocando senza l’aiuto dei compagni anche lui pare troppo sacrificato. Pure per un asso come lui, voluto da Maresca, è impossibile fare bene.
Da Benevento in avanti ci saranno 21 giorni e 7 partite: qui si deciderà il futuro del Parma. E soprattutto si capirà quale strada intraprendere. Se puntare al trionfo stando agganciati al treno delle grandi o riprogrammare il futuro con un mercato più logico. Speriamo la prima.