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Parma, senti Rispoli: "Iachini? Non c'era scelta migliore"

Il difensore ex Parma ha trionfato con l'allenatore a Genova (maglia Samp), Brescia e Palermo: "Un grande lavoratore, sa dare un'impronta al gruppo. Vazquez? Con Beppe ha dato il meglio"

Il Parma non poteva fare scelta migliore”. Andrea Rispoli è convinto: l’esonero di Enzo Maresca è cosa fresca, quando gli ingranaggi faticano a oliarsi paga sempre il macchinista. "Dispiace per Enzo, un amico che saprà dare tanto al calcio". Rispoli con Iachini in panchina ha vinto tre dei quattro campionati di Serie B conquistati dal tecnico, un fedelissimo di Beppe con il quale ha condiviso le esperienze di Genova (c'era anche Munari in quella Samp), Brescia e Palermo. Chi meglio di lui può parlare del neo allenatore del Parma?

Andrea, cosa significa lavorare con Iachini?
Significa sudare, imparare. Il mister sa quello che ogni calciatore deve fare in campo, è preparato e mira a creare empatia con il gruppo. Si vince creando alchimia. Iachini è una persona che dà molto a livello umano, sa quando deve bastonarti, sa quando deve coccolarti. Capisce i momenti”.

Ma il Parma può ancora ambire a vincere il campionato?
“Secondo me sì. Ha una squadra forte, piena di buoni calciatori. Ricordo che alla Samp con Iachini eravamo messi più o meno in queste condizioni”.

Come?
Eravamo quintultimi a gennaio, quindi eravamo messi peggio. Il mister però non si è mai perso d’animo. Ed è stata la nostra forza. Un giorno è entrato nello spogliatoio, dopo una partita così così. Quando non vinci lo spogliatoio tende ad essere triste, chiaramente. Lui ha cercato di tirarci su e ha toccato le corde giuste, senza far pesare la situazione. 'Ragazzi - ci ha detto - pensiamo partita per partita. Sono sicuro che ne verremo fuori e a fine campionato saremo lì, dove conta essere'. E così è stato”.

A Parma c’è più o meno la stessa situazione.
“Solo che c’è più tempo per aggiustarla. E sono sicuro che ce la farà perché ne conosco pochi di lavoratori come lui”.

Ce lo può descrivere?
“E’ un uomo corretto, dice quello che ti deve dire in faccia. Poi lavora, lavora, lavora. Cura i dettagli, può giocare con diversi schieramenti tattici, ad esempio a Palermo ha giocato con Vazquez vicino a Gilardino con un 3-5-2”.

A proposito di Vazquez, ci racconta quando…
“Quando gli ha cambiato la carriera? (Ride ndr)”.

Sì.
“Franco era fuori rosa, lo aveva deciso il presidente Zamparini. Ma il mister lo osservava mentre si allenava lontano dalla squadra. Aveva notato le sue qualità. Qualcosa che lo ha spinto ad andare a parlare con il presidente per cercare di farlo rientrare. Sosteneva che con Vazquez potesse arrivare la svolta, e così è stato. Ha fatto cose incredibili con Iachini”.

E adesso si ritrovano a Parma.
“E di quel gruppo non ritrova solo Vazquez. Ad esempio c’è Alessio Cracolici, il nostro team manager a Palermo. Un ragazzo straordinario, oltre che un professionista di livello superiore. Sono legato a lui, così come al mister. E a Parma. Che mi ha dato un’opportunità di giocare in Serie A, anche se in un anno maledetto, come quello del fallimento. Parma è una grande piazza e merita il meglio”.

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