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Al Tardini passa la Spal, Parma sfortunato e poco cinico

Vince 1-0 De Rossi grazie a un gol di Rabbi. Alla squadra di Pecchia non basta il 70% di possesso palla. Crociati immaturi e senza continuità

Restano l'eco sorda dei fischi del Tardini e le facce meste dei calciatori del Parma dopo la sesta sconfitta del torneo. Basta l'1-0 di Rabbi confezionato in collaborazione con Osorio per mandare all'aria i piani di Pecchia e regalare ai tifosi del Parma un Natale malinconico dal punto di vista sportivo. E' la quarta sconfitta in casa, la terza consecutiva che i tifosi faticano ad accettare. Ma stavolta è diversa e certifica che c'è bisogno di qualcuno che la butti dentro per recitare la parte del protagonista in Serie B, oltre che di un po' di maturità in più. I tentativi di Vazquez e compagni sono rimbalzati di fronte ad Alfonso, protetto un po' da un incantesimo, un po' dalla scarsa freddezza sotto porta di una squadra che nelle ultime quattro gare hanno segnato tre gol. E pensare che la Spal non segnava in trasferta da cinque partite. Sarà una settimana di riflessioni in casa Parma perché, a questo punto, va valutato il problema Tardini. 

Pecchia punta ancora su Balogh in difesa con Valenti spostato sull’esterno, come a Brescia. Oosterwolde stavolta va in panchina: non deve aver fatto sua la lezione del Rigamonti. Pecchia lo lascia a macerare per un tempo ma è comunque il primo che manda a scaldare. La Spal è veramente poca cosa, De Rossi passa la prima mezzora della partita con le mani in tasca e non le tira fuori neanche per esultare quando, al 19’, Osorio più di Chichizola è già in clima natalizio e regala un pallone a Rabbi che, incredulo, deve solo spingere in porta. La panchina della Spal va in campo, lui resta fermo come durante il toccante minuto di silenzio dedicato a Mihailovic. Pecchia dall’altro lato fatica a realizzare: ha visto i suoi comandare da subito la gara e costruire azioni su azioni mai trasformate in gol. Vuoi per una questione di centimetri (Delprato di testa e il tiro di Bernabé da fuori), vuoi perché Tutino non fa quasi mai la cosa giusta (tirare in porta quando deve o metterla precisa a rimorchio per il compagno che arriva), la porta di Alfonso sembra protetta chissà da quale dio pallonaro.

Il Parma è ben messo in campo, i tre centrocampisti tengono in fase di non possesso e riempiono l’area quando serve. Non sempre si gioca con lucidità, ma va detto che la squadra di Pecchia arriva facile negli ultimi venti metri con uno sviluppo che piace. E al 35’ costruisce l’azione più bella del primo tempo. Osorio sale e scambia con Tutino che cede a Estevez bravissimo a restituirgliela di tacco sulla corsa. Stavolta l’assist dell’ex Salernitana è perfetto, servito con i tempi giusti per Vazquez che accorre ma consegna la sfera ad Alfonso divorandosi un gol che l’anno scorso avrebbe segnato a occhi chiusi. Manca un po’ di decisione nelle scelte dei crociati, che ruminano gioco e provano a costruire senza riuscire a graffiare e alla fine pagano l’assenza di cattiveria negli ultimi metri. Il primo tempo si chiude tra i fischi spazientiti del Tardini che accompagna i propri beniamini nel tunnel con il solito coro che li invita a tirare fuori gli attributi. 

Pecchia non cambia nulla a inizio ripresa, stranamente riparte con gli stessi e rischia di andare sul 2-0 quando Dickmann scodella in mezzo per Rabbi e Chichizola non arriva sul pallone. La Spal gioca duro, il Parma è squadra più tecnica e abituata al palleggio che a giocare sporco e l’ostruzionismo dei ferraresi finisce per spazientire qualche calciatore in campo: Vazquez mai tutelato si chiede perché i cartelli in di Massimi restino chiusi nel taschino. C’è bisogno di più peso davanti, Pecchia lo chiede a Bonny che entra assieme ai reprobi Sohm e Oosterwolde. Escono Tutino, Juric e l’ammonito Osorio, con Valenti che si sposta al centro per lasciare all’olandese la licenza d’offendere. De Rossi si gioca le carta La Mantia, per provare a tenere qualche palla in più davanti e Rauti, fresco e scattante. Tocca a lui testare i riflessi di Chichizola che gli sbarra la strada quando Bernabé lo lancia in porta. Qualche decisione dell’arbitro Massimi fa infuriare il Parma e tra campo e panchina fioccano cartellini. Man al 72’ chiede un rigore che per l’arbitro non c’è.

L’arbitro si prende la scena, forse senza volerlo: espelle Murgia per un colpo proibito a Sohm, ma il Var revoca il rosso. Deve sedare qualche storia tesa da lui stesso creata. Concede 7’ di recupero, nei quali il Parma va più volte vicino al pareggio. Vazquez si vede stoppare sulla linea il colpo di testa dell’1-1, poi una carambola finisce fuori di pochissimo sugli sviluppi di un angolo e Sohm chiama Alfonso a un grande intervento. A nulla è servito il forcing del Parma che si butta via ancora per la sesta sconfitta, la quarta in casa, terza consecutiva al Tardini. 

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