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PREMIO SCOPIGNO E PULICI

Pecchia è il migliore allenatore della Serie B: "Che stimolo allenare Buffon"

Il tecnico e il capitano del Parma ritirano i premi al Salone d'Onore del Coni, Gigi: "Tornare a Parma ha significato unire ambizione e passione per la storia del calcio". L'allenatore: "Grande club, ma siamo in Serie B"

"Per aver dispensato saggezza, prima in campo e poi da allenatore, offrendo bel gioco e vittorie e per aver riportato in Serie A la Cremonese, società storica". E' questa la motivazione che ha portato Fabio Pecchia a essere eletto come miglior allenatore della Serie B nella passata stagione, quella in cui ha trionfato sulla panchina della Cremonese con 69 punti in 38 giornate, maturati grazie a 20 vittorie. E' la squadra che l'anno scorso ha vinto di più in cadetteria, più del Lecce capolista. Ha rifilato in due partite cinque gol al Parma, che sta cercando di riportare dove merita dopo un'annata disastrosa per il club di Krause che ha scelto di puntare sull'Avvocato affidandogli la panchina. "Dopo due esami in giurisprudenza - dice Pecchia sul palco nel salone d'Onore del Coni a Roma mentre ritira il Premio Manlio Scopigno - mi chiamano avvocato: un termine un po' abusato. A parte gli scherzi, io mi sono laureato ma non ho poi proseguito la carriera da avvocato. Tante volte mi sembra di portarlo come esempio per i miei ragazzi. Si sentono i giovani parlare degli studi. Loro dicono di dover lasciare lo studio perché non sembra essere possibile percorrere le due strade, ma sono alibi. Una carriera non esclude l’altra, secondo me. Preparare l’esame è uno stimolo". Come uno stimolo è allenare Gigi Buffon, che con Pecchia era sul palco del Coni per ricevere il premio alla carriera. "Qualche volta ho giocato contro Buffon - dice l'allenatore del Parma -, l'altro giorno gli ho ricordato che qualche gol gliel'ho fatto anche io. Ma lui mi ha smontato, dicendo che gliene ho segnato uno solo. Gigi è uno stimolo, ho una squadra di tanti giovani e lui è uno dei più giovani per la voglia di stare ancora dentro, in un contesto di Serie B, in un club storico ma che attualmente è in Serie B. Tanti nostri ragazzi che arrivano dalle ogni parte del mondo non ne riconosce il peso che ha avuto e ha nella storia del calcio. Ma sarebbe importanti farci caso". 

Pecchia, che in carriera non si è certo distinto per i dribbling, riesce a farne uno notevole sul palco. Quando gli chiedono del Napoli, dove ha trascorso diverse stagioni da calciatore e da allenatore, al fianco di Benitez, lui se la cava rispondendo con una classica: "Sono concentrato sul Parma, un club che ha una storia straordinaria, un club di valore ma che adesso partecipa alla Serie B". 

In Serie B c'è anche Gigi Buffon, alla sua terza stagione in cadetteria dopo averne fatta una con la Juventus e un'altra, la passata annata, con il Parma. A lui è andato il premio alla carriera, "una carriera infinita per un'icona del calcio nazionale e internazionale". Questa la motivazione che ha portato Buffon sul palco del Coni: "Non mi piace dire che sono il più forte portiere, voglio dire di essere stato in un gruppo di migliori. Non sono stato l’ultimo, meno male, sono stato in compagnia di gente che ha messo passione e talento per i loro sogni. Non mi piace l’etichetta di primo o secondo. Per essere sempre al top ci vuole passione e ambizione. L'ambizione va benissimo, ma la devi mediare con dei valori, con qualcosa di diverso che ti accompagni e che ti faccia valutare il tutto con grande lucidità. Il ritorno al Parma? Significa riuscire a collegare e tenere insieme quella che l’ambizione che ogni sportivo deve avere a un senso, al quale ti vuoi aggrappare e che vuoi imprimere alla tua vita. Sono sempre le scelte che ho fatto, queste. Ad esempio riimanere da miglior portiere del mondo in Serie B, ai tempi della Juventus, è stata una scelta importante per me, non certamente mossa dalla  sola ambizione. Avevo e ho ambizione, ho sempre cercato però di poter accompagnare la scelta sentendo le emozioni. A un giovane portiere non direi nulla di particolare. A un calciatore potrei dire che è fondamentale conoscere la storia dello sport e di questi interpreti che hanno fatto grande questo sport. Io ho visto Tardelli e Giordano: per me vedere l'ex attaccante della Lazio è stata un’emozione forte. Conosco la storia del calcio, mio padre mi ha tramandato la storia del calcio e conoscendola sono riuscito a trovare emozioni per andare avanti. I miei successori? Con Donnarumma siamo in mani buonissime, ha qualità fuori dal comune e credo che possa essere il miglior portiere a prendere il mio posto". Un commento anche sulla stagione del Parma: "Siamo partiti meglio rispetto all'anno scorso - spiega a Tmw - e stiamo dando segnali di essere una squadra seria, in ascesa, che sta prendendo consapevolezza della sua forza. Dovessimo continuare così potremo toglierci delle soddisfazioni".

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