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Vigilia contro l'Ascoli, Iachini: "Conosco l'ambiente, dobbiamo scacciare le nubi"

Il tecnico in conferenza stampa. "Ho visto negli occhi dei ragazzi, mercoledì, un po' di tensione e preoccupazione. Probabilmente dati dalle aspettative alte nei nostri confronti. Erano bianchi in volto, non parlavano. Serve positività"

Dal nostro inviato
COLLECCHIO - Il Parma prova a ritrovare un po' di serenità chiudendosi un po' al suo interno e cercando di risolvere qualche problema emerso in queste giornate. La partenza per Ascoli, con un giorno d'anticipo sulla tabella di marcia, è stata un'esigenza del gruppo, palesata al tecnico e condivisa dalla società. Beppe Iachini ha potuto solo che condividere con piacere, significa che la squadra ha preso coscienza del fatto che si trova in una situazione poco positiva. L'allenatore batte forte su un punto: la necessità di dover diventare squadra, "per riportrare passione tra i nostri tifosi - dice l'allenatore-  ". Insiste su concetti come aggressività, spirito, approccio alle partite attraverso cui determinare il destino del Parma. 

"Da quando sono qui, ho iniziato a parlare una determinata lingua, la squadra ha risposto. Mette spirito durante l'allenamento, nella partita. Possibilità di fare grandi lavori non ne abbiamo avuto. Stanno iniziando a capire quello che occore per diventare squadra, ulteriore dimostrazione di quanto i ragazzi vogliano risalire la classifica. Non dobbiamo parlare di niente, dobbiamo cominciare solo a diventare squadra e a portare a termine il nostro percorso di lavoro. L'Ascoli si conosce bene, gioca insieme da due anni, è un avversario forte, con un ambiente caldo, è a casa mia. Aspetteranno il Parma, come giusto che sia. Dovremo farci trovare pronti. I nostri avversari hanno un giorno e mezzo in più di riposo. Sono sulle ali dell'entusiasmo, lavorano insieme da tempo. Hanno fatto delle vittorie consecutive, hanno costruito un progetto importante, collaudato. Nel mercato di giugno hanno inserito gente di qualità. Paradossalmente, il calcio è programmazione, noi stiamo ricominciando a mettere dei mattoni. C'è un nuovo progetto, quello vecchio è ormai andato e ha lasciato degli strascichi. Dobbiamo lavorare molto sull'aspetto psicologico. Si corre in avanti, si gioca in avanti, si pressa in avanti. 

Mi è già capitata una situazione del genere, quando la squadra retrocede e si trova in una situazione di classifica come questa, chiaro che qualcosa non funziona. Subentra un po' di paura, ansia, tensione.Quello che ho visto negli occhi dei ragazzi, mercoledì sera. Palloni alzati un po' troppo, errori di gestione. Siamo in un momento in cui ci sono nubi sulla nostra squadra, nubi di tensione e pressione. Date dalle aspettative alte nei nostri confronti. Dobbiamo fare in modo che diventiamo squadra, poi lavorare su tecnica e tattica di squadra e individuale. Bisogna ragionare a vista, ragionando sul metro e non sul chilometro. 

Quando arrivo parlo e detto delle regole. Danilo in parte ha ripetuto un po' le cose che ci siamo detti noi, pochi scherzi, poche robe, andare dentro a fare battaglia, dal primo all'ultimo minuto. Al di là dei singoli episodi interessa l'atteggiamento, dobbiamo dare sempre l'impressione di poter vincere le partite. Il rammarico è non aver pareggiato prima contro il Brescia, manca una scintilla, quella che riporterebbe maggiore fiducia. E serenità d'animo. Dobbiamo imparare a guardare alla partita. Basta guardare il discorso del ritiro, credo che siamo allineati con quello che vuole l'allenatore. C'è una malattia qui, va curata attraverso il lavoro. Con personalità. Abbiamo grandi margine di crescita. Mercoledì, la maglia è pesata, l'ansia subentra e si sbagliano passaggi - ad esempio - che neanche un ragazzo delle giovanili sbaglierebbe. Noi siamo ancora con la testa qui, non riusciamo ancora a respirare. I giocatori sanno che hanno deluso un po'. 

Vedevo i ragazzi bianchi in volto, mercoledì. E mi sono chiesto: "Abbiamo una squadra di sordo muti?". Il mercato? Oggi mi aspetto tanto da tutti, perché è momento di valutazione, di mercato parliamo dopo. Voglio vedere quello che ci possono dare, in determinate circostanze. Questo è metro di valutazione, capiremo su chi possiamo contare e su contare un po' meno". 

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