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MERCATO - Parma, il dietrofront di FantAntonio: "Resto, le voci mi disturbano"

"Un domani rientrerò a Genova, ma qui sto bene, mi trattano da re, resto. Mai parlato con Garrone, non avrei potuto resistere se mi avesse chiamato. Leonardi: "Una decisione definitiva, Cassano me lo ha detto domenica"

COLLECCHIO - Alla presenza di Antonio Cassano scrive la parola fine sulla sua storia d'amore con la Samp. Almeno per ora, senza dire addio per sempre, lasciando aperto uno spiraglio. Magari un domani, in un giorno lontano, o semplicemente alla fine di questa stagione. Fatto sta che FantAntonio resterà crociato fino alla fine della stagione. "Me lo ha comunicato nel giorno del mio compleanno - ha dichiarato Leonardi, presente alla conferenza stampa annunciata proprio per eliminare i dubbi - è una scelta definitiva che ho appreso il 29 dicembre". E fa eco Cassano, sbottando come se fosse stato offeso: "Queste voci mi hanno disturbato. Non ho mai sentito Edoardo Garrone, sono felice a Parma e voglio rimanere a Parma. Ho sempre detto che mi piacerebbe tornare un giorno alla Samp, ma a Parma vengo trattato come un re. Qui sto benissimo".

CON LE TUTTE LE SCARPE - Ma Cassano, tanti difetti sì, ma con il pregio della schiettezza precisa: "Le voci sicuramente mi hanno disturbato. Il problema più grande è che ai compagni, l’allenatore, presidente, tifosi, due settimane come queste sono state tremende. Io quando sono arrivato a Parma ho detto al direttore che se fosse venuta la Sampdoria non avrei resistito. La realtà dei fatti però è che è stato montanto tanto casino per niente. Garrone non mi ha mai chiamato, e quindi non si è mosso nulla. Si è mosso tutto il resto. Io voglio dire che sono felice al Parma, io e la mia famiglia siamo felici qui. Prima di firmare comunque ho detto che non sarei voluto andare nè al Real Madrid, nè al Barcellona, ma io sono chiaro, solo la Sampdoria mi avrebbe fatto vacillare. Ma l’ho detto sempre, al Milan, all’Inter, non solo ora. E il direttore lo sapeva bene fin dall’inizio. Fino al 29 c’è stato tempo per contattarmi, però ormai è finito il tempo. Ho stabilito una data, ma se quella data non è stata mantenuta, ognuno è andato per la sua strada. Io sono pronto a ripartire, nella vita sono sempre ripartito. Alle voci sulla Sampdoria io ci ho creduto, con tutte la scarpe. Ma ora sono qui. Se Garrone mi chiama oggi gli dico che avrebbe dovuto muoversi prima, ormai è tardi. Conosco quella famiglia, e chi comanda è Edoardo Garrone. E da lui non ho sentito nulla. Io sono un pezzo unico. Gli altri dirigenti non li conosco, con l’allenatore non ho rapporti, non so se mi sono fatto un film io oppure c’è stato qualcosa, sicuramente qualcosa non è andato per il verso giusto. Sono innamorato della parte doriana, non so cosa farci". E non scherza FantAntonio, lui è innamorato davvero della Samp, ma ha accettato, con un pizzico di malinconia, di restare in crociato fino alla prossima sessione: "Sono tremendo da sopportare, i casini li faccio solo io, ma i miei compagni e l’allenatore mi sopportano e li ringrazio. Questi 15 giorni sono stato terribile, perchè sentivo l’odore della “nutella”, e io dopo un cucchiaio ne voglio sempre di più. Però ora è tutto chiarito, voglio fare bene al Parma e farò ancora meglio di quanto fatto. Mi prendo le responsabilità di quello che ho fatto, e chiedo scusa a tutti. Io lo dissi dall’inizio, ho dei pregi, e dei difetti, sono fatto così". 

LEONARDI SUL MERCATO - Allarme rientrato, Cassano si è preso le sue responsabilità e non si è tirato indietro. Ha ammesso, ha sperato, ha sognato, ma alla fine si è destato e si è dovuto "accontentare", anche perché la proposta che stava aspettando non è arrivata, e se mai dovesse presentarsi, lo ha detto lui, riattaccherebbe e declinerebbe. E Leonardi ha tirato un sospirone di sollievo. "Al momento dell’arrivo di Cassano c’erano altre squadre interessate a lui, ma lui aveva scelto il Parma, dicendo però che solo la Sampdoria gli avrebbe fatto cambiare idea. Da un lato c’era Cassano preso da sentimenti famigliari, e nel calcio ci siamo passati tutti, perchè io ero stato illuso di tornare alla Lazio, ma alla fine sono andato alla Cisco Roma. Bisogna tutti immedesimarsi nel personaggio, gli affetti e le situazioni famigliari condizionano molto. Non c’è mancanza di rispetto da parte di Cassano nè verso i compagni, o verso l’allenatore, c’è stata una mancanza di rispetto inconscia da parte del giocatore. Ma Cassano alle 11 di sera, il 29 di dicembre, giorno del mio compleanno, ha voluto incontrarmi per comunicarmi la sua permanenza definitivamente. I giocatori che giocano nel Parma devono stare bene al Parma, se arriva una situazione particolare del punto di vista degli stimoli personali o degli affetti famigliari, io sono sempre disponibile. Panucci mi disse che non aveva più stimoli, e l’ho lasciato andare. Zaccardo mi disse che il suo sogno era il Milan, e l’ho accompagnato a Milano. Ma poi non possono pentirsi, questo non è un hotel. Le tv hanno intervistato tutta Genova, chiedendo a tutti cosa ne pensassero. Ma non era più semplice chiamare Leonardi? Questa è la cosa che ci da un enorme fastidio: si è sentita tutta Genova sul ritorno di Cassano, ma nessuno ha sentito il Presidente Garrone, o il Ds della Samp. Nessuno pensa di cos’ha pensato Parma in questi 20 giorni, nessuno ha avuto rispetto per Parma. Se si fosse fatto vivo qualcuno io avrei risposto in un certo modo. Noi quando abbiamo voluto Cassano ci ho messo 30 secondi per farlo firmare. 30 secondi! E’ come andare in gioielleria, perchè Cassano è un oggetto prezioso. E per tutti è un gusto vedere il Parma giocare con Cassano. Io non sono di quelli che va in gioielleria, vede un oggetto prezioso, e poi ci pensa settimane, fa riunioni di famiglia… Se non puoi non entri, non ti siedi a certi tavoli. Volevamo Cassano, e l’abbiamo preso. Paletta e Parolo? Una società di calcio deve autosostenersi. Questo significa che se arriva un’opportunità, però non dipende solo dal Parma, che sia valida ed importante per la nostra società, ci si fa un pensiero. Tenere giocatori ai quali vengono offerti stipendi raddoppiati rispetto a quelli che percepiscono ora non è facile, ma noi vogliamo giocatori che vogliano giocare nel Parma, che siano contenti di giocare del Parma. A me continuano a chiedere Parolo in prestito, e lo dico pubblicamente, e la mia risposta è che Parolo in prestito non ci va. Se qualcuno anticiperà un’offerta pari al suo valore, perchè intuisce il suo valore, allora si può fare. Se no Parolo è contentissimo di rimanere al Parma. E la Juve non mi ha mai chiesto Biabiany, lo ripeto per l’ennesima volta".

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