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Parma, il mercato degli affari saltati: ecco il perché

Da Sansone che è l'ultimo della lista a Volta. Quante occasioni perse

Dal nostro inviato

COLLECCHIO - Un affare fatto. Intesa perfetta con il giocatore e soltanto alcuni dettagli tecnici da limare con la società d’appartenenza. Poi, al momento del dunque, tutto è saltato in aria. Stiamo parlando della trattativa per Gianluca Sansone, ma potremmo applicare questa dinamica ad altri casi riguardanti il Parma in questa sessione di calciomercato. In principio fu Alberto Gilardino, poi è stato il turno di Mirko Antenucci e Massimo Volta. Grandi giocatori accostati al Parma, trattati in gran segreto e con estrema correttezza (il che significa riservatezza e rispetto degli accordi, caso raro in questo mondo) dal club rinato da un fallimento monstre e che piano piano si affaccia al professionismo tra le mille difficoltà vissute dal sistema calcio. Fatto sta che ogni nome  trattato o meno, che piaccia o no, quando viene accostato al Parma finisce per veder lievitare il proprio prezzo e anche di parecchio. E alla fine, la ribalta mediatica del quarto club italiano più vincente di sempre, finisce per ottenere l’effetto esattamente opposto. Il nome del giocatore in questione rimbalza da una testata all’altra, viene amplificato dai social network e dalle televisioni nazionali. Finendo per complicare di parecchio il suo arrivo a Parma. Ritorniamo a Gianluca Sansone. Di lui, reduce da una stagione non brillante a Bari, non si parlava affatto nelle cronache nazionali del calciomercato. La Sampdoria, detentrice del cartellino, era alla ricerca di una società che potesse accollarsi il costo dell’ingaggio.

E, prima dell’irruzione del Parma, pareva disposta a contribuire parzialmente al costo con i pochi club che si erano fatti avanti per l’attaccante. I dirigenti crociati, invece, si sono fatti avanti in silenzio, lavorando ancora una volta nell’ombra e riuscendo a raggiungere un accordo soddisfacente per tutte le parti in causa. L’ennesima prova della bontà di questi operatori del mercato, meno inclini alle promozioni sui media ma molto interessati al buon fine delle trattative. L’arrivo del Parma, però, nel caso di Sansone ha portato l’attaccante a finire nuovamente nelle cronache nazionali, addirittura dei principali media televisivi. L’affare è fatto, si diceva anche nel pomeriggio di ieri. Si attende solo l’ufficialità. Poi, nel giro di qualche ora, il Novara – evidentemente alla ricerca di un rimpiazzo di quell’Evacuo che già sorride e si allena a Collecchio – ha beffato il Parma inserendosi nella corsa a Gianluca Sansone. Forte di mezzi e ribalta da Serie B, pur sempre una serie più alta rispetto a quella in cui si sarebbe dovuto confrontare l’ex attaccante di Sassuolo e Torino. Nel giro di poche ore si è capovolto il tavolo da gioco. E anche chi magari non conosceva affatto Sansone, tra ieri e oggi deve aver attinto alle informazioni che sgorgano dalla sorgente Parma, tirando ovviamente l’acqua al proprio mulino. Non può essere questo un caso, dato che comunque, quasi tutti i giocatori a cui il Parma si interessa, sono considerati degli obiettivi difficili da raggiungere per due motivi. Uno è rappresentato dalla categoria. La Serie B è di gran lunga preferibile alla Lega Pro, malgrado uno la possa giocare con la maglia storica e gloriosa del Parma. I guadagni sono differenti e gli introiti pure, per un calciatore avere un contratto in B è ben diverso che averlo in C, al di là delle ragioni del cuore. L’altro è rappresentato dall’onda mediatica che il Parma si trascina dietro, dato che comunque non è un club di Serie C, anche se la gogna che gli è toccata è dura da smaltire. Quando un giocatore viene accostato al Parma, il suo valore aumenta e tutto si fa più difficile. E, soprattutto, l’avvicinamento del grande nome a questo club sembra servire a sbloccare trattative con altre squadre. Perché parlare di un interessamento del Parma fa comodo, soprattutto a chi ha poche pretendenti di livello. Tutti sanno che Minotti e Galassi hanno tutto per stupire. E, questo, finisce inevitabilmente per stimolare la concorrenza. Ognuna di queste trattative sembrava essere cosa fatta, ma poi è sfumata sulla striscia del traguardo.

Addirittura con Gilardino, il Parma aveva parlato già ad agosto 2015, un anno fa. Quando la squadra stava per formarsi, con i famosi cinque giocatori menzionati da Nevio Scala in ogni suo intervento, l’ex bomber del Parma era vicinissimo a un clamoroso ritorno. La storia si è conclusa diversamente, e a Gila è toccato salvare il Palermo con dieci gol. Contatti nuovamente intensificati tra marzo e aprile di quest’anno, quando il violino sembrava poter tornare a casa. Scelta di vita, chiudere la carriera a Parma e avvicinarsi a casa (la moglie è originaria di queste parti). E niente, l’Empoli si è fiondato su Alberto malgrado il Parma avesse formulato la sua proposta: 300 mila euro all’anno per due anni. Pochi, ma buoni. Lo stesso è accaduto per Mirko Antenucci. Anche qui la trattativa era a un passo dalla chiusura. Ma niente, l’attaccante ex Leeds ha preferito la B alla Lega Pro, accasandosi alla Spal che gli ha offerto più soldi di quanto il Parma aveva messo sul piatto. E ancora con Massimo Volta, ex crociato e attualmente al Perugia. In odore di Parma, il club umbro ha pensato bene di rinnovargli il contratto e di non lasciarlo partire per il ritiro con l’accordo in scadenza, di modo che se il Parma avesse voluto prendere il giocatore, avrebbe dovuto sborsare quattrini freschi. E pure Volta è saltato. La dinamica è la stessa. Grande nome in crisi di appeal, il Parma si avvicina con tutta la cautela e la correttezza del caso, ma finisce inevitabilmente per rivitalizzare le voci sul giocatore – prima di allora non così desiderabile. E, alla fine, il diretto interessato le sfrutta per trovare un ingaggio più alto, per soldi e categoria. Una dinamica che fa male. Che, ancora una volta, non premia la correttezza di certi dirigenti e di una società modello come il Parma.

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