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Carica Pellè: "Non c'è tempo da perdere, a Parma devo tanto: ho lasciato l'opera a metà"

"D'Aversa? Per quanto riguarda le decisioni sul campo dobbiamo metterci a disposizione, al mister piacciono le cose fatte bene. Per noi è un bene avere un allenatore che spinge sul lavoro"

Dal nostro inviato
PARMA - E' cambiato davvero, Graziano Pellè. In dieci anni e tanti gol, è tornato dal suo giro del mondo con più struttura e una mentalità nuova. Sa che il momento è delicato, sa che su di lui ci sono aspettative importanti e sa che non bisogna perdere tempo. "Ho lavorato nonostante abbia terminato la stagione anzitempo. Ho sempre cercato di tenermi in forma, ero al centro di voci di mercato e sapevo che non c'è tempo da perdere per farsi trovare impreparato. Il modulo? E' l'allenatore che decide. Sto bene, sto cercando di lavorare per farmi trovare pronto. La Cina? Una scelta, la migliore che potesse capitarmi. Se uno si comporta in maniera professionale e da professionista, sa che deve dare il massimo ovunque si trovi. E' vero, c'è meno competizione rispetto agli altri campionati, ma ho avuto allenatori come Magath che era un po' come Zeman, che ti faceva lavorare parecchio. La parte fisica la facevamo tanto. A livello economico mi hanno cambiato la vita, ho voluto sempre dare il massimo per rispetto della società che mi ha voluto". La Cina, dove tutto è cominciato. La pandemia ha cambiato il mondo, ha cambiato un po' tutti, reso vulnerabile anche chi si sentiva forte: "Non si giocava in quel campionato -dice Pellè - eravamo in ritiro all'estero e siamo tornati quando la situazione era già migliorata. Il regime ti impone di rispettare le regole in maniera importante, sono quasi due miliardi di persone che hanno fatto tutti la loro parte. I controlli erano severi, noi abbiamo giocato in una bolla per cinque mesi. Eravamo chiusi in un centro sportivo dove ci allenavamo e giocavamo a calcio. Nonostante la gente continuava a vivere normalmente. Credo che sia stato un anno difficile per tutti". 

E continua ad esserlo. Tornando al calcio, Graziano sa bene quanto sia complicato incidere e determinare in un campionato dove - a suo dire - ha lasciato le cose a metà: "Sono arrivato in un momento particolare, ero cosciente di quello che avrei trovato. E' una scelta che ho voluto fortemente anche io, sono estremamente positivo, so che non possiamo adesso piangerci addosso e che il calcio cambia da un momento all'altro. Siamo in una situazione abbastanza negativa, ma cercherò di dare una spinta a livello mentale. Dopo Parma ho trovato l'equilibrio giusto, prima facevo tanto per la squadra e con il Parma, dieci anni fa avevo fatto cose interessanti con Giovinco davanti. Lui sfruttava le mie caratteristiche e faceva qualche gol.  Poi ho raggiunto la maturità per capire cosa dovessi fare per crescere. Ho imparato a curare i dettagli fisici, mentali. Ho curato l'alimentazione. Sono più completo, il calcio è questo, ti mette sempre sotto pressione, bisogna viverlo nella maniera positiva, perché altrimenti può portare solo a cose negative che rischi di riportare in campo. Sono uno che gestisce la pressione, so che in questo momento della stagione bisogna che ci diamo una mano l'un l'altro. Giocare in Serie A è sempre affascinante. Ho avuto una serie di chiamate per poter ripartire, mi sono preso un po' di tempo per fare la scelta giusta, il Parma in quel momento mi ha dimostrato più voglia delle altre pretendenti. A Parma ho lasciato metà lavoro fatto, mi piace cercare di dare alle persone quello che ti trasmettono. Voglio dare di più a questa piazza e a questi tifosi. D'Aversa? Per quanto riguarda le decisioni sul campo dobbiamo metterci a disposizione, per l'approccio all'allenamento al mister piacciono le cose fatte bene. Io di allenatori bravi ne ho avuti, per noi è un bene avere un allenatore che spinge sul lavoro". 

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