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Caso sms, dagli atti nuovi particolari: che senso ha quest'inchiesta?

I tifosi aspettano impazienti

Silenzio e attesa. Dopo giorni passati a leggere decine di articoli sul “caso sms”, il Parma  vive un periodo di stallo. Non certo dal punto di vista delle trattative, con Faggiano che dopo aver chiuso per Stulac continua a muoversi nonostante le difficoltà nate da un processo che al momento non è nemmeno stato calendarizzato (anzi, non essendo stati ancora recapitati i deferimenti ufficiali, tecnicamente non si può nemmeno definire iniziato), e che attualmente si sta svolgendo solo sul fronte mediatico.
Ovviamente, e malauguratamente per la società crociata, con le conseguenze del caso.
 
L’incredulità dalle parti di Collecchio non è diminuita, e anzi cresce di giorno in giorno. Soprattutto dopo aver potuto prendere visione, nei giorni scorsi, di tutti gli  interrogatori e degli atti dell’indagine.
 
Ed è proprio quel fascicolo a far l’effetto della benzina sul fuoco dello stupore per una situazione che, anche per un discorso legato ad un mero fatto di buon senso, forse non avrebbe nemmeno ragione di esistere.
 
Negli atti, infatti, si legge come De Col e Calaiò avessero un rapporto costante, che li aveva portati già nel recente passato a brevi conversazioni via whatsapp, esattamente come fanno quasi tutti i giocatori che hanno giocato per qualche anno in una stessa squadra.
Ecco che quindi è lo stesso De Col a rivelare di aver scambiato qualche messaggio per complimentarsi con l’ex compagno dopo alcune sue prestazioni condite da qualche gol. Particolare non da poco: anche De Col, in quel caso, utilizza quello stesso linguaggio scherzoso utilizzato poi dall’arciere crociata. Il difensore dello Spezia, per felicitare l’ex compagno dopo un gol importante, gli fa i “complimentein” (questa la parola utilizzata). Insomma, tutti particolari che ingigantiscono sempre di più il punto di domanda sulla questione principale: che senso ha sollevare un polverone di questo calibro, con accuse pesantissime?
 
Detto del quarto messaggio con cui Calaiò sostanzialmente conferma di aver scherzato, e di non aver problemi in caso di interventi duri in quanto la sua carriera stia volgendo al termine, anche dagli interrogatori emerge, raccontato dai giocatori dello Spezia, di come lo stesso arciere ai tempi della sua permanenza in Liguria si fosse lamentato ogni tanto della pericolosità di alcuni interventi degli avversari o degli stessi compagni durante gli allenamenti. Tutto torna, dunque. Non per la Procura, che ha deciso comunque di non archiviare e di procedere,  ipotizzando  l'accusa più pesante possibile.
 
Infine dagli atti - che hanno tranquillizzato ancor di più la società crociata, in quanto non emerge alcun dettaglio che possa fare ipotizzare una condanna per tentato illecito - viene appreso un ulteriore aspetto fondamentale.
Si tratta del motivo che avrebbe spinto i calciatori a segnalare i messaggi ricevuti.
 
Gli interessati, infatti, avrebbero raccontato della decisione della società Spezia di indire una riunione speciale con tutte le componenti sia tecniche che dirigenziali. Il tema di quell’incontro, convocato e gestito dall’amministratore delegato dello Spezia era chiaro: qualsiasi tipo di contatto fosse arrivato, di qualsiasi natura, da tesserati di Avellino e Parma (le ultime due avversarie dello Spezia in campionato), avrebbe dovuto essere segnalato prontamente alla società. Dagli atti non è tra l’altro chiarissimo se questa riunione si tenne prima o dopo la partita con l’Avellino.
 
La segnalazione dei messaggi al team manager e la comunicazione degli stessi  alla Procura, dunque, non è dipesa da una valutazione soggettiva di Del Col, ma è stata semplicemente per seguire la procedura imposta dalla società. Non è un caso che anche i messaggi inviati da Ceravolo a Masi (riguardanti la pittura e un pranzo da consumare qualche giorno dopo la data incriminata) hanno seguito lo stesso iter, finendo a fare parte dell’indagine ma sono stati archiviati perché, almeno quelli, considerati completamente irrilevanti (anche se questo non ha evitato all’attaccante ex Ternana e Benevento di finire su tutti i giornali per due settimane accostato ad accuse pesantissime ).
 
C’è da rilevare che più emergono dettagli e più l’ “affare” invece di ingrandirsi, si affloscia e si fa davvero fatica a capire il senso di questa storia.
 
La speranza, dalle parti di Collecchio, è che tutto finisca presto. Senza scherzi, però.
Perchè - giura chi di dovere - sarebbe un qualcosa che andrebbe contro ogni regola legata al buon senso.

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