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Corapi saluta Parma: "E' stata una favola, vi porterò sempre nel cuore"

Intervista esclusiva al centrocampista crociato che mercoledì ha lasciato la città

Quando crolla una colonna fa rumore. Tanto è più grande la colonna tanto più rumore fa. E tanto più cade dall'alto più lascia cocci all'impatto con il terreno. E' un po' quello che deve essere successo nell'animo sportivo dei tifosi del Parma mercoledì, quando hanno visto Ciccio Corapi - un'autentica colonna - lasciare il Parma per accasarsi alla volta di Trapani, poco lontana dalla sua Calabria. Ciccio Corapi è stata una colonna, una certezza, sia dentro che fuori dal campo. Nel nuovo Parma, quello ripartito rimettendo insieme i cocci di un fallimento disastroso, Corapi ha rappresentato un asse portante assieme a Lucarelli e Giorgino, Lauria e Longobardi nell'anno della Serie D, assieme a Calaiò e al capitano, a Munari e a Scavone nell'anno della promozione in Serie B. Due campionati vinti, 6.039 minuti passati a correre e rincorrere, a farsi rincorrere e a giostrare la palla con la sua sapienza e l'intelligenza che lo ha sempre contraddistinto. Due anni e mezzo indimenticabili in cui ha esultato 14 volte, in tutte le categorie con cui ha giocato indossanda la maglia ora crociata, ora a righe gialle e blu, ora rossa con la croce nera. "Lasciare il Parma mi fa un effetto molto strano - dice in esclusiva a ParmaToday.it -. Sono onesto".

Come è stato l'addio, Corapi?

"Difficile. Ho condiviso tanto con i miei compagni. Con qualcuno qualche mese e con altri anche un anno e mezzo, con altri ancora due anni e mezzo. Ho vissuto dei momenti belli con tante emozioni indescrivibili".

Un po' se lo aspettava... .

"Onestamente sì. Ad essere sincero me l'aspettavo dall'inizio, ho sempre saputo che potesse succedere una cosa del genere ma mi han voluto tenere a inizio ritiro e sono rimasto volentieri malgrado fossi a scadenza. Visto il minutaggio che avevo mi stavo rendendo conto pian piano che sarebbe arrivato il momento di lasciare". corapi-rincorre-il-pallone-2

C'è una fotografia della sua avventura al Parma che si porta a Trapani?

"La mia fotografia preferita è quella che mi raffigura in ginocchio nel momento dei calci di rigore contro il Pordenone. Lì eravamo tutti abbracciati, io ero inginocchiato che pregavo con le mani giunte sul rigore di De Agostini. Questa penso che sia l'immagine più siginificativa dei miei due anni e mezzo a Parma".

Perché la gente l'ha eletta a idolo?

"Non lo so. So solo che dispiace a tutti che io vada. Mi sono fatto voler bene dai i tifosi per l'umiltà, per il sorriso sempre sulle labbra, dai miei compagni perché ero sempre positivo.  Ma d'altra parte chi fa questo lavoro sa che non si può stare a vita tutti insieme. Fa parte del calcio". corapi-6-5

Che rapporto c'era con mister D'Aversa?

"Buono. Con il Mister ci siamo salutati mercoledì pomeriggio, dopo aver salutato tutti i miei compagni".

Magari torna a Parma quando smette di giocare.

"Spero di giocare ancora per tanto tempo, sono pieno di motivazioni. Al momento non sto pensando di non giocare più a calcio e di entrare nelle società. Poi quando sarà il momento ci penserò. Sono sicuro di aver lasciato qui persone che mi vogliono bene. Quando arriverà il momento so che se avrò bisogno di un aiuto a Parma ho lasciato persone che mi vogliono bene".

Come arriva a Trapani?

"Ci arrivo con lo spirito di una porsona che aveva bisogno di sentirsi importante. Voglio realizzare a tutti i costi il sogno che non ho potuto realizzare a Parma, cioè quello di conquistare la B e giocarla. A Parma non ho avuto occasione: è come se non avessi realizzato il mio sogno".

Ha visto? Sui social i tifosi l'hanno salutata proprio tutti.

"Ho risposto a tutti i messaggi di affetto che mi sono arrivati: era giusto leggere tutti i commenti e rispondere. Mi hanno dimostrato tanto in questi anni e mi hanno sempre sostenuto, mi hanno fatto emozionare tante volte. Li porto sempre nel cuore". 

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Cosa si porta di questa avventura al Parma?

"Mi porto dentro due anni e mezzo bellissimi, due anni e mezzo più belli della mia carriera perchè sono stati due anni e mezzo di gioie, dalla cavalcata in serie D al rigore decisivo per la vittoria del campionato al derby di Reggio Emilia, alle finali di Firenze al primo gol in B. E' stata una favola e me la porterò sempre nel cuore come porterò sempre nel cuore i tifosi del Parma per come mi hanno voluto bene, per come mi hanno incitato. Ho stima di loro, li voglio bene, come ai miei compagni e a tutto il Parma. Sarà sicuramente la mia seconda casa. Faccio un grosso in bocca al lupo ai miei compagni affinchè possano conquistare la serie A al più presto" 

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