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L'ANALISI

Dati e algoritmi: Parma, la strada di Krause è piena di buche

Il presidente ha affidato a Lacome l'area Analitycs and Performance: ma l'analisi dei dati può essere un supporto e non può indirizzare la scelta dei calciatori sul mercato

Il progetto Parma è fermo con le quattro frecce. Lampeggiano nell'oscurità del momento attuale le luci dei buoni propositi che, se calati in questa triste realtà, tendono a essere offuscate da numeri impietosi. Più volte Pecchia e la società hanno rimandato qualsiasi commento alla fine, precisando che l'obiettivo rimane quello del percorso di crescita dei giovani che deve andare di pari passo con la necessità di vincere le partite. Per ora il percorso di crescita dei giovani ha subito un'importante battuta d'arresto che ha rallentato anche uno dei prospetti migliori del Parma, nei confronti del quale aveva speso parole buonissime anche Julien Fournier. Botond Balogh non sta vivendo di certo il suo momento migliore da quando ha cominciato a giocare a calcio. Il suo intervento sciagurato contro l'Ascoli ad abbattere Gondo in area di rigore è servito a indirizzare la partita. L'ungherese, al di la dell'episodio sfortunato di sabato, ha dimostrato di avere qualità (vedi la gara di San Siro con l'Inter) ma è la prima volta che sta trovando una determinata continuità di prestazioni da quando è stato aggregato alla prima squadra. È scontato dire che la crescita dei ragazzi passa anche dagli errori in campo oltre che dalle buone prestazioni. Ma oltre a Balogh qui c'è di più. L'errore è semmai di valutazione di staff tecnico e società perché di calciatori giovani il Parma ne ha tanti. L’esperienza di Romagnoli, forse, avrebbe fatto comodo anche per la crescita di gente come Balogh.

Perché il tema non è tanto non fidarsi dei giovani, quanto quello di voler vincere con un gruppo di ragazzini visti qua e la in giro per il mondo, catapultati in una cultura sportiva differente e spesso lontana anni luce rispetto a quella d'origine, pretendendo da questi il salto in alto. Il modello Usa, a metà febbraio, si sta rivelando un flop. Ma l'impressione è che la volontà di Krause sia sempre più quella di investire nell'analisi dei dati da applicare al calcio. Il club si è dotato di data analyst, data scientist, performance analyst e figure che studiano i numeri per prendere decisioni corrette in campo medico, nella preparazione atletica, nel marketing e nel calciomercato. "I dati sono assolutamente cruciali e prevediamo di investire più risorse in quest'area - ha detto Krause -. L'analisi è un modo per aiutarci a svolgere meglio il nostro lavoro. L'obiettivo è che i dati aiutino la ricerca di giocatori da parte dei nostri scout su scala più ampia e riducano il tempo dedicato agli infortuni dei giocatori e aiutino con le prestazioni". I numeri possono dire se un calciatore è forte e se è adatto a una squadra? Evidentemente per Krause sì, tanto che il magnate americano ha affidato pieni poteri a Lacome. Chief Performance & Analytics Officer del Parma, in un podcast registrato a novembre con l'ex Psg Edouard Cissé, Lacome ha parlato della visione a lungo termine dei club che si basano sui dati scientifici riguardo ad allenamenti, statistiche e analisi che abbracciano praticamente ogni aspetto della vita dei calciatori: dalla dieta personalizzata fino al recupero, agli allenamenti, al riposo. Con Alternative Football, Lacome ha posto l'obiettivo sulla performance, sottolineando come dietro ogni squadra debba esserci uno staff con nutrizionisti, preparatori atletici e data professionisti specializzati nell'analisi dei dati. Al Parma lui ha una sua area che sovrintende con la speranza di rastrellare giovani forti a pochi milioni, dargli fiducia e rivenderli a una cifra più alta. Obiettivo che in questi mesi si è mostrato poco compatibile con la pressione di squadre di primo livello come il Parma. Krause ha puntato molto su questo modello, tipico di una cultura sportiva americana che non attecchisce ancora in Italia, dove il risultato la fa da padrone. Il suo Parma ha oggi una serie di analisti e utilizza i dati per le scelte di mercato. Pederzoli e Notari, che pure conoscono la questione dati, vengono indirizzati nelle scelte da questi numeri confezionati dall' 'Area Lacome', ma forse hanno provato a spiegare al presidente che i numeri possono aiutare a selezionare i profili più interessanti da seguire al computer ma, soprattutto di persona. A patto che le decisioni finali vengano prese secondo altri principi come nella gran parte dei club. I numeri possono essere un supporto, ma senza guidare la scelta di un calciatore dato che è già complessa una valutazione sul campo per capire se si adatterà a un campionato diverso, a un allenatore o a un livello di pressione. La vera sfida di Pederzoli e Notari, se confermati anche per la prossima stagione (in attesa di un Managing Director Sport dopo la fuga di Fournier) sarà quella di far capire a Krause che esiste un equilibrio giusto tra dati e utilizzo degli stessi. E che l'ultima valutazione su un calciatore spetta all'Area Tecnica guidata dall'occhio di chi ha esperienza sul campo.  

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