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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Dieci punti in quattro match: carattere e personalità nella svolta del nuovo Parma

I numeri di questa prima parte di campionato

Dopo venti giornate, per come era cominciata questa nuova corsa verso il nuovo obiettivo, forse in pochi si sarebbero aspettato un Parma quarto in classifica (quinto, per la verità, a pari punti con il Padova). Né da una parte, né dall’altra, perché le due fazioni, il partito degli ottimisti e quello dei pessimisti, probabilmente immaginavano un campionato diverso, viste le premesse.

PESSIMISTI vs OTTIMISTI - I primi, dopo un’estate trascorsa a rastrellare giocatori di Serie B per costruire un’armata pronta per vincere, si aspettavano forse di stare in testa. Sicuramente pensavano di tribolare meno, né di trovarsi un allenatore nuovo assieme a un direttore sportivo giunto a Parma dopo le conferme di Lorenzo Minotti e Andrea Galassi in estate. Mentre i pessimisti, dopo quello che hanno visto fino alla quindicesima giornata, sicuramente non si aspettavano di vivere un Natale sereno e soprattutto a meno tre dalla vetta. Parma-Venezia 1-0 foto D. Fornari (9)-3Da un lato la delusione di vedere una squadra che ha fatto fatica a decollare, dall’altra la sorpresa di rivedere un gruppo che ha ritrovato il sorriso e scoperto un’identità, che adesso si trova a lottare per un qualcosa che solo un mese sembrava essere una chimera.

BILANCIO - Il Parma in venti partite ha avuto tre allenatori diversi, due direttori sportivi ed è passata da favorita per la vittoria del campionato a inseguitrice, quasi tagliata fuori per un periodo dalla corsa al primo posto. Adesso è prepotentemente tornata a crederci, dopo mille problemi e tante soluzioni inadeguate proposte, sta provando a essere squadra e a imbastire un campionato da corsa che si fondi sulla lotta e sul gioco ‘sporco’ tipico di un gruppo che vuole vincere un campionato di Lega Pro o almeno provare a farlo. Il ritardo accumulato dai crociati sotto la gestione Apolloni sembra essere stato recuperato, o per lo meno sensibilmente ridotto, visto che il Venezia, l’altra grande favorita, ha frenato e dista solo tre lunghezze. Sintomo di una squadra che va verso la via della guarigione completa e che sembra aver superato quei problemi palesati in quattordici giornate: mancanza di personalità, di gioco e di idee. Il lavoro di Gigi Apolloni non ha portato i frutti sperati e in quattordici partite il Parma non è stato capace di svoltare, di avere un impianto di gioco chiaro, né dei principi tattici da assimilare.

NUMERI - Tanto meno la consapevolezza di essere una squadra, perché di fatto squadra non era. In quattordici giornate, 25 punti fatti, frutto di sette vittorie, quattro pareggi e tre sconfitte, l’ultima contro il Padova fatale a Gigi e gli altri. 21 gol fatti e 16 subiti. 1,78 punti a partita, il 57%% delle vittorie e su 42 punti a disposizione, il Parma ne ha raccolti solo 25. Un bottino tutto sommato accettabile per fare la guerra, ma non sufficiente per vincerla. gol_calaiò_esultanzaFerrari e soci hanno optato per una sterzata decisiva e, mentre la proprietà sceglieva le figure da cui ripartire, affidava a Stefano Morrone il bastone del comando, per due gare (Ancona e Bassano): bottino magro e squadra in difficoltà psico-fisica. Due punti e poco animus pugnandi, nonostante le buone intenzioni di Morrone. Che ha lasciato la panca a Roberto D’Aversa, arrivato senza l’eco tipico del personaggio che pretendeva Parma, né con un grande curriculum, ma con tanta voglia di arrivare. Dall’ottavo posto al quarto, un balzo importante. Sudtirol, Teramo, Reggiana e Modena, dieci punti in quattro partite, un pari e tre vittorie, sette gol fatti e due subiti. 2.5 punti a partita con un salto in alto enorme dal punto di vista del gioco, non ancora brillante ma solido, e del carattere. Della personalità e della gestione della partita. Insomma, una crescita importante.

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