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Venerdì, 19 Aprile 2024
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ESCLUSIVA - Faggiano non ci sta: "Quanto allarmismo, a Empoli non sarà decisiva"

Il direttore sportivo a ParmaToday.it: "Dobbiamo ritrovare la giusta serenità"

"Stiamo attraversando un momento poco positivo. Nell'arco di una stagione ci sta, io l'avevo preventivato. Serve la giusta preoccupazione ma non è utile fare drammi adesso". Daniele Faggiano non ha certo perso di vista l'obiettivo, neanche la voglia di raggiungerlo, dopo tre sconfitte consecutive, due arrivate contro Inter e Napoli in casa, l'altra rimediata a Cagliari. 

Direttore, che momento sta vivendo il Parma?

"Un momento simile a quello che tante squadre attraversano nel corso della stagione. Dalla prima all'ultima".

Come si esce da questa parentesi negativa?

"Con il lavoro. E' l'unica strada che conosco. Per quanto ci riguarda dobbiamo cercare di dare di più. Ci sono periodi in cui va storto tutto, ma bisogna considerare anche che di fronte ci sono gli avversari. Che sono - come nel caso del Napoli - più bravi di noi". 

Cosa pensa di queste polemiche intorno alla squadra?

"Quali polemiche? Io non ho sentito nessuna polemica. Non capisco a che tipo di polemiche si riferisce".

Quelle legate a questa mini serie negativa.

"Non ci sono polemiche. Quando si parlava di qualcosa in più rispetto alla salvezza, quando le cose magari andavano meglio dal punto di vista dei risultati, io dicevo che non era giusto e voi dicevate che mi nascondevo. Ognuno fa il proprio lavoro. Lo avevo messo in contro che avremmo avuto una flessione. Abbiamo fatto tre punti in meno rispetto all’andata. Considerando che abbiamo affrontato già le grandi come Juventus, Inter e Napoli, mi ritengo soddisfatto". 

Forse queste polemiche ci sono per via dei risultati ottimi dell'andata. Forse qualcuno si aspettava di più.

"Io mi accontento dei risultati dell’andata, senza i quali farei ancora più fatica a salvarmi. Il rammarico più grande è dovuto alle due sconditte contro Cagliari e Spal. I tifosi sanno da dove i soci parmigiani hanno preso la società. Mi stupirei se qualcuno pensasse di poter fare di più al primo anno di Serie A. Voglio salvarmi, fosse anche all'ultima giornata".

Ha parlato con la squadra?

"Io parlo sempre con tutti: allenatore, giocatori. Sia che pareggiamo, che vinciamo che perdiamo. Per me non cambia nulla il fatto che abbiamo perso tre partite, considerando che davanti ne abbiamo ancora altre".

Che idea si è fatto, dunque, di questo clima negativo?

"Avverto troppo allarmismo, mi sembra esagerato nei confronti di una squadra che ha fatto 29 punti e ha un buon margine dalla zona salvezza. Che cosa dobbiamo fare?”

Cosa ha detto a D'Aversa?

"Ma niente di più e niente di meno rispetto alle altre settimane. L’allenatore è sempre positivo, cerca di correggere sempre gli errori. Tanti gol li abbiamo presi per disattenzioni nostre, questo è il nostro rammarico più grande. Con l’inter ad esempio siamo stati poco attenti, ci può stare la sconfitta. Con il Napoli in due partite abbiamo preso sette gol. Ne abbiamo fatti zero. Ok, d'accordo. Ma voglio vedere sempre positivo. Ho visto delle buone giocate nel secondo tempo. Nessuno dice che c'erano due rigori? Nessuno ne parla?".

Sul primo c'era fallo.

"Vero, ma quello su Gervinho? Perché non lo ha fischiato? Comunque non vorrei discutere degli episodi, abbiamo perso, voltiamo pagina"

Empoli può essere uno snodo cruciale?

"No. Empoli è una partita. Vogliamo stare attenti all’Empoli, prepararla bene, al massimo delle nostre capacità. Non è decisiva, né cruciale. La Samp, ad esempio, ha perso due o tre volte di seguito. Il Sassuolo pure. Noi pure. Ci può stare. Ma forse qualcuno ha perso  di vista l'obiettivo di inizio anno, che è la salvezza. Ripeto, anche all'ultimo".

Come si prepara la partita visto il momento?

"Si prepara ricercando la serenità, la tranquillità. Abbiamo fatto ottime partite contro grandi squadre. Abbiamo un buon organico. Basta. Lavoriamo e pensiamo a ritrovare la strada. Sarà una battaglia, una guerra, ma cercheremo di fare, come sempre, una grande partita, con la consapevolezza di non avere nessun obbligo dal punto di vista del risultato". 

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