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Giovedì, 25 Aprile 2024
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ESCLUSIVA - Maresca secondo Estiarte: "Un predestinato, così Pep è rimasto stregato da Enzo"

Il braccio destro di Guardiola a ParmaToday.it: "Parlano la stessa lingua, si sono conosciuti a mensa. Dopo venti minuti di discorso Pep mi chiama nel suo ufficio. 'Manel, questo ne capisce'. Vi divertirete, ma dategli tempo"

Oggi è l’ombra di Pep Guardiola, il ponte tra lui e il boarding del Manchester City. Il braccio destro di colui che da molti è considerato il Maradona degli allenatori. Ieri Manel Estiarte è stato a sua volta il Maradona della pallanuoto, sport che grazie alla sua tecnica è stato capace di dominare per circa vent’anni. Oggi di anni ne ha 60, Manel, si gode il mare di Pescara, la città che lo ha cullato più di tutte nella sua carriera, dove ha lasciato un sacco di amici e dove torna appena può. E’ lì che si è sposata sua figlia, è lì che Manel si sente a casa. Anche lì, da cittadino del mondo qual è, Estiarte però rimane per tutti Manel. Lo è stato anche per Enzo Maresca, il nuovo allenatore del Parma che ha condiviso con lui e con Guardiola diversi mesi di calcio.

Estiarte, chi è Enzo Maresca?

“Una bravissima persona. E’ un uomo di calcio che capisce di calcio. E’ un predestinato”.

Detto da lei, sa di investitura importante.

“E’ la verità. Cerco di aiutare tutti, soprattutto chi se lo merita. Per me Enzo se lo merita eccome. Certo, avrà la strada in salita, il mondo del calcio oggi è meno facile rispetto a qualche tempo fa, ma se io dovessi scommettere su un allenatore, se Pep dovesse scommettere su un allenatore, investiremmo su Enzo”.

Perché?

“Perché ha la professionalità per fare l’allenatore, perché ha carattere, ha talento e ha una visione di calcio che mi piace. Questa non è garanzia di successo, ma in questi anni si è guadagnato il rispetto di Pep, il mio, quello della gente del Manchester City con cui ha lavorato raggiungendo risultati. Ci sarà un motivo valido se proprio con Guardiola è nato questo idillio”.

A proposito di Guardiola, ci spiega come è nata l’amicizia tra lui ed Enzo?

“Tra due persone che parlano la stessa lingua è più facile comunicare. Enzo mi ha chiesto un paio di volte di vedere gli allenamenti. A Manchester mangiava con noi, frequentava il nostro stesso ambiente. Un giorno eravamo in mensa, Pep non era ancora arrivato. Mentre noi eravamo quasi giunti a fine pasto Guardiola si sedeva accanto a noi. All’inizio ci fu un po’ di silenzio, Enzo non aveva detto una parola, se non per un cenno di saluto. Avevo avvertito un po’ di sana tensione, per questo mi sono alzato e ho lasciato il tavolo. Non erano ancora entrati in contatto parlando di calcio, solo discussioni sulla vita. Come va, come non va”.

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Poi?

“Poi sono stati venti minuti a parlare. Era inevitabile che finisse così, tra due ossessionati dal calcio. A un certo punto, quando Enzo è andato via, Pep mi telefona e mi dice di andare nel suo ufficio. “Manel, això la toca”. In catalano significa: “Questo ne capisce di calcio”. Da lì si sono scambiati il numero di telefono, adesso condividono più o meno le stesse idee, ma non è giusto dire che Maresca è un guardiolista o un risultatista. Non mi piacciono le etichette”.

E che allenatore è?

“E’ un allenatore che ha le sue idee: propone il calcio, gli piace attaccare. E’ chiaro che il risultato è quello che vogliono tutti, ma fonda il suo gioco sul possesso, sugli scambi, è gradevole la sua manovra. Ha l’ossessione per la vittoria, mi auguro che possiate accorgervene a Parma. Lo seguiamo da lontano”.

Come si fa a coniugare bel gioco e vittoria?

“Serve tempo. Tutto e subito non si può avere, chiaro. Ma dico che il calcio di Maresca vi piacerà. Deve avere solo il tempo di lavorare. Ma non solo a Parma, dappertutto, ovunque vada. Perché serve tempo per proporre idee convincenti”.

Da un suo amico, Maresca a un altro, D’Aversa. Come l’ha visto?

“Ho parlato con Roberto tre giorni fa. Anche a lui sono legato, ci conosciamo e c’è un rapporto. Quando vengo a Pescara passa sempre da me a salutarmi. Mi piace parlare di calcio con lui, di calciatori, di idee. Abbiamo parlato della finale di Champions League, della sconfitta. L’ho visto un po’ abbattuto: deluso, ma lui è un combattente. Sa che il calcio porta anche la sconfitta”.

Verrà a Parma con Guardiola?

“(Ride ndc), non so. E’ difficile, quando giochiamo noi gioca anche il Parma, quando gioca il Parma giochiamo noi. L’unica cosa che posso dire è che seguiremo il Parma, da molto vicino”.

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