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Addio a Eugenio Bersellini, il 'sergente di ferro'

Il tecnico di Borgotaro è scomparso a Prato a 81 anni. Ha vinto lo scudetto con l'Inter di Ivanoe Fraizzoli

Tra i tanti meriti che deve aver avuto ‘il mago di Borgotaro’ sicuramente uno di quelli più spiccati e notevoli è stato il saper dare fiducia ai giovani. Un problema attuale, terribilmente moderno che attanaglia i giorni nostri e li distribuisce in un vortice di incertezze che finiscono per acuire le preoccupazioni di tutti. Nostre e dei nostri genitori. Tanto moderno che per chi fa oggi l’allenatore finisce per essere causa di esoneri o fraintendimenti, etichette e quant’altro. Tra i tanti meriti che Eugenio Bersellini ha sicuramente avuto, c’è stato quello di farsi apprezzare come uomo semplice e grande lavoratore. L’allenatore, soprannominato il ‘sergente di ferro’ per i suoi allenamenti duri, ha saputo riconoscere il talento cristallino di una manica di ragazzi (in diverse circostanze della sua carriera) che poi sarebbero diventati pietre miliari per il calcio italiano e non solo. Bersellini ha lanciato Beppe Bergomi a sedici anni durante la sua esperienza all’Inter, ha saputo dare fiducia a Roberto Baggio quando faceva l’allenatore della Fiorentina, ha plasmato gente come Vialli e Mancini ai tempi della Samp e ha vinto. Non solo queste ‘scommesse’. Era forse troppo facile fidarsi di Baggio e della sua classe, o del Mancio e del suo estro. Bersellini ha vinto perché è stato ricordato da tutti, perché ha scritto pagine importanti del calcio italiano, perché si è rivelato un allenatore di successo e un uomo apprezzato da tutto il sistema. E queste sono vittorie che si collocano sicuramente accanto allo Scudetto con l’Inter di Altobelli e Beccalossi, di Oriali e Bordon (’79-’80). Alle due Coppe Italia sollevate con i nerazzurri, a quella vinta con la Samp e al derby della Mole ribaltato,quando allenava il Torino. Uno spettacolare 3-2 maturato dopo il doppio svantaggio che ancora viene ricordato da quelle parti. Con orgoglio. Eugenio Bersellini se ne è andato ieri da vincente, a 81 anni, da uomo capace di farsi amare in silenzio.

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