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El mudo alza la voce

Fa tutto Franco: corre, tira e segna ma non basta per la A

Vazquez è l'unica luce in fondo al tunnel di un Parma che studia l'operazione rimonta

Fa tutto Franco Vazquez. O quasi. Se Buffon è stato ed è decisivo nella sua area, a livello carismatico pesa la figura del leader, el mudo è indispensabile per leggere la fase offensiva miope di un Parma che resta aggrappato al talento di Tanti. La classe cristallina di Franco, mista alla sua fisicità e alla cifra tecnica che ne fa uno dei calciatori più decisivi del campionato, rappresenta per Iachini un’ancora di salvezza bella consistente, alla quale attaccarsi per cercare di non affondare negli abissi di un’incertezza che a Collecchio ha quasi pervaso ogni ambito. La società si è nascosta dietro un silenzio che comincia a fare rumore, mentre el mudo prova ad alzare la voce in campo. 

L’eredità più bella lasciata da Enzo Maresca, che ha voluto a tutti i costi il suo grande amico per tentare la scalata in Serie A nel giro di due anni, sta per entrare in un vortice di partite nel quale sarà indispensabile la sua visione del calcio. Secondo Iachini, altro allenatore che lo conosce benissimo, Franco determina il modulo, un 3-5-2 che in fase di possesso diventa un 3-4-1-2 con la sua posizione decisiva tra le linee, a galleggiare cercando di innescare gli attaccanti o di sfruttare la sua abilità al tiro. Beppe l’ha capito forse in ritardo, lo ha avvicinato alla porta un po’ di più, dispensandolo da compiti estremamente gravosi in fase difensiva e liberandone il talento magnifico, malinconico a volte, tipico di quei peones che scorrazzano nella pampa.

Più che un cercatore d’oro, Vazquez è una pepita che brilla ma di luce propria, che non riesce a contagiare chi sta attorno a lui perché spesso arriva tardi a capire la giocata o non lo supporta come dovrebbe. Da 10 vero, forse uno degli ultimi rimasti, Franco fa tutto: ha già segnato 6 gol, risultando essere l’uomo più decisivo del Parma anche con i due assist. Con il Benevento è stato l’unico a dare l’idea di accendersi, creando un attimo di apprensione agli avversari. Sono stati 27 i passaggi positivi, tre volte ha mandato verso Paleari i compagni e tre volte con i cross ha scatenato l’attacco alla profondità. In uno di questi, Simy e Benek ci sono arrivati a metà. Fisicità, dicevamo: ha vinto 8 contrasti, gareggiato in 15 duelli, vincendone 5 di testa.

Ha fatto il trequartista, ok, ma anche il mediano: non a caso, Iachini ha detto che determina il modulo, risultando decisivo per la sua interpretazione. Infatti ha recuperato 10 palloni, subendo 3 falli. E’ indispensabile per questa squadra. Sabato, contro il Pordenone, probabilmente scenderà in campo alle spalle di Simy e Pandev, una coppia d’attacco che aspetta solo le sue intuizioni per andare in porta. Così come il Parma aspetta gli acuti del mudo, unica scintilla in un buio quasi pesto.

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