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Lucarelli FenomenAle: "Dopo il fallimento siamo diventati una cosa sola"

Il capitano diventa il giocatore crociato con più presenze in campionato dopo la partita con il Frosinone: "311 in campionato, non avrei mai pensato di diventare parte importante di questa società"

Di solito nel calcio, chi entra nella storia e rimane nella memoria dei tifosi o lo fa attraverso grandi gol che permettono alla squadra per cui gioca di vincere trofei, oppure lo fa stando vicino alla gente, lo fa sentendosi un tifoso della squadra in cui gioca, uno di loro. Quello che è successo ad Alessandro Lucarelli a Parma più o meno è questo, ma non si potrebbe ridurre solamente a questo. In mezzo alle 311 partite che lo rendono giocatore storico e bandiera (lo era già) in cima alla classifica delle partite di campionato con la maglia del Parma (ha superato anche Apolloni che è un mostro sacro da queste parti), ci sono sconfitte e vittorie, gol ed errori e un paio di coppe alzate in due anni. La vittoria della Serie D che ha permesso al Parma di tornare al calcio che conta, e quella della Lega Pro su tutti.

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Capitano di 311 battaglie, capitano anche quando ancora non aveva stretta al braccio la stessa fascia che si è tatuato sulla pelle, Lucarelli si è ritagliato una fetta importante di immortalità entrando nella leggenda e sfiorando il mito. Tante volte abbiamo detto e scritto che Lucarelli è il Parma e il Parma è Lucarelli, uno ha bisogno dell’altro, ma l’affetto e l’amore incondizionato dei tifosi che si stringono intorno al capitano esaltandone le sue virtù sia a livello sportivo che a livello umano, è a tratti inspiegabile. Una simbiosi che ha portato Lucarelli a essere davvero il simbolo di comunità e di una tifoseria, lo stendardo del loro onore, il vessillo più alto del loro orgoglio sportivo, nonostante da Parma (e qui Lucarelli ci perdonerà) siano passati giocatori importanti che hanno permesso al club di sollevare al cielo trofei storici e pesanti, anche a livello europeo. L’epopea è passata, un ciclo si è chiuso ma a custodire i colori celebri di questa squadra è rimasto un calciatore, un uomo e un tifoso. Il primo.

"Non mi saerei mai immaginato di arrivare qui ed entrare nella storia di questa società importante e prestigiosa - ha detto Lucarelli alla festa dei Danè -. Sento una soddisfazione enorme, è stato un percorso fantastico con gioie e amarezze, dove tutto si compensa con l'entusiasmo che mi sta regalando la gente in questi giorni. Di gioie ne potrei elencare diverse: la promozione in Serie A appena sono arrivato, eravamo contro il Cittadella, la qualificazione in Euroopa League, tante annate buone in Serie A e la rinascita con due campionati vinti.  L'amarezza più grande è legata al fallimento, quando si è creato un legame indissolubile tra me e i tifosi del Parma. Nelle difficoltà ci siamo uniti e oggi siamo ancora qua. Non vorrei sbilanciarmi adesso ma penso che sia l'ultima stagione, non riuscirò a superare mister Apolloni nelle presenze. Lui ha fatto davvero tanto per questo club, ha giocato e vinto le Coppe, ma  io mi tengo il record del campionato che è comunque importante". A proposito di campionato, "nessuno si aspettava il fatto che potessi essere protagonista in questo modo, nemmeno io. Quando ho deciso di continuare avevo ancora il fuoco dentro di me. Non mi sono posto limiti e mi sono detto: se merito gioco, se non merito sono comunque il primo tifoso. Sono felice della scelta che ho fatto.Tra l'altro mi sto togliendo anche qualche soddisfazione con il gol, cosa che ho sempre fatto. Questi sono periodi che senti. Lavoriamo bene sui calci piazzati, lo dimostra il fatto che non sia solo io a segnare, ma anche gli altri difensori. Studiamo dei movimenti che poi riportiamo in campo la domenica". Si torna a giocare contro il Cittadella,  dove il Parma conquistò una promozione in Serie A, nel 2009. "Quell'anno il Parma fu la squadra da battere con tanti giocatori rimasti dalla retrocessione: una rosa di di livello. Quest'anno siamo competitivi e non abbiamo niente da invidiare a squadre come Palermo, Empoli e Frosinone che forse hanno qualcosa in più a livello strutturale. Non si staccheranno però facendo un campionato a sè ma se la giocheranno con noi fino alla fine. Domenica con il Frosinone che giocava in casa ed è  partito forte, noi abbiamo sofferto. Al primo momento di difficoltà siamo andati sotto. Magari se avessimo tenuto botta a quella sfuriata iniziale potevamo portare a casa il punto. C'è stato l'infortunio di Gigi e poi l'altro episodio che ha causato il doppio svantaggio ma nel secondo tempo siamo stati bravi, siamo rimasti in partita mettendoli lì e creando supremazia territoriale. Dobbiamo partire da lì perché abbiamo dimostrato di poter andare a casa della più forte e giocarcela. A Cittadella mi aspetto forse la partita più difficile. Perché è una squadra organizzata che corre compatta ed è difficile affrontare. Sono come il Chievo della Serie A, andremo lì con grande umiltà a pareggiare la loro aggressività le loro caratteristiche. Poi le nostre qualità verranno fuori". 

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