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Parma, parla Ghirardi: "Rinviamo il campionato ma non falsiamo"

Il presidente crociato si è espresso sulla vicenda calcioscommesse e sulle sentenza che potrebbero essere emesse: "Provvedimenti certi, bisogna essere rigidi e fermi"

A tenere banco in casa Parma, oltre al calciomercato, c'è anche la vicenda sul calcioscommesse, una vicenda che potrebbe cambiare gli scenari dell'ultimo campionato e del prossimo. Tommaso Ghirardi è intervenuto per dire la sua chiedendo provvedimenti certi alla giustizia sportiva. "Odio quando prima arrivano punti di penalizzazione, poi dopo un mese c'è il ribaltamento della pena. Odio quello che è successo tra Padova e Torino che prima hanno avuto un risultato, poi un altro, poi un altro ancora. O l'Atalanta penalizzata che poi non ha saputo a un certo punto se le avrebbero tolto la penalizzazione o meno. Sono per sentenze definitive", ha commentato il presidente crociato. E ha insistito: "Importante è che si abbia una certezza del giudizio. Lo dobbiamo ai tifosi e a chi mette parecchi soldi nel calcio come il sottoscritto". A tal proposito, Ghirardi si è detto favorevole a rinviare il campionato finchè non si sarà fatta chiarezza sulla vicenda: "Rinviamo anche di un mese la partenza del campionato, ma non falsiamo le cose con penalizzazioni messe, poi tolte e poi rimesse nuovamente". 

Sulle parole di Monti, di fermare il campionato per 2-3 anni, Ghirardi crede che il Presidente del Consiglio abbia parlato da grande tifoso del calcio: "Una boutade. Credo proprio che la sua sia stata un'esternazione da grande tifoso, da persona normale, non da presidente del Consiglio che sa cosa muove il calcio in termini di posti di lavoro e risorse, del denaro che il calcio versa nelle casse dello Stato" - ha continuato - "Sono convinto che abbia parlato da tifoso amareggiato non da grande economista qual è. Il calcio come detto muove tanto e in momenti di crisi come questi regala anche qualche momento di svago la domenica".

Sul rinvio per il terremoto di Italia-Lussemburgo in programma allo stadio Tardini, Ghirardi ha dichiarato che l'unica cosa da fare era quella di non giocare: ""Lo stadio tremava. Assolutamente giusto non giocare. Era impensabile giocare quando a 30-40 chilometri di distanza ci sono morti, feriti, sfollati, chiese e fabbriche crollate. Io non avevo mai vissuto una situazione simile e francamente ero convinto che mai l'avrei sperimentata. E' allucinante vedere come nelle nostre zone si sgretolano basiliche e capannoni. Ero allo stadio ieri mattina quando ci sono state le due scosse , tremava tutto", racconta il presidente. "Metteva i brividi pensare che a pochi chilometri c'erano persone sotto le macerie. Insieme allo sgomento, alla tristezza c'è un grande senso di impotenza. Per fortuna a Parma non è successo niente ma questo non cambia i sentimenti che proviamo. Sempre ieri - prosegue il presidente Ghirardi - ero a contatto con lo staff della Nazionale e con i massimi dirigenti della Federazione. Prandelli e Buffon volevano recarsi nelle località maggiormente colpite per manifestare la solidarietà e la vicinanza degli azzurri ma alla fine il pericolo era troppo grande. Si potevano creare affollamenti, concentramenti di persone in luoghi a rischio, quindi non gli è stato permesso di andare. 

 
 
 

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