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Il padel e la buona cucina, pochi sorrisi e tanto lavoro: Julien, l'uomo di ferro che il Parma vorrebbe

L'ex direttore sportivo del Nizza ha un contratto con i francesi fino al 2 settembre: sarebbe molto avanti nei colloqui con il gruppo Krause, convinto di affidargli il progetto

Dopo le dimissioni di Javier Ribalta, Kyle Krause ha dato mandato ai suoi head-hunters di valutare la miglior candidatura arrivata sulla sua scrivania per il sostituto con una serie fittissima di colloqui nelle ultime settimane e giunti alla stretta finale.

 Nell'azienda Parma, per la struttura verticistica che il presidente americano ha in mente, il ruolo di Managing Director Sport è fondamentale. Il buco lasciato da Kalma è stato riempito, dopo cinque mesi di riflessione, con Luca Martines  che sta iniziando in questi giorni a prendere confidenza con il mondo Parma. Manca ancora la figura che gestisca l'area sportiva del Parma,  affidata in queste settimane  con pieni poteri a Mauro Pederzoli e Momo Notari. Julien Fournier sarebbe avanti nei discorsi: in Francia la prestigiosa testata L’Equipe ha 'confermato' la nostra indiscrezione (leggi qui). Fournier non l'unico della lista. Il francese ex Nizza avrebbe già sostenuto tre colloqui con Krause e i suoi collaboratori e sarebbe parecchio stimolato dal prendere in mano la situazione del Parma, che intanto sta lavorando per assicurare a Fabio Pecchia una squadra competitiva. Fournier, che ha interrotto il suo rapporto con Le Gym per alcune divergenze strategiche, ha un contratto con i francesi che scade il 2 settembre e si è preso fino a quel momento per decidere se accettare o no il Parma. Krause è convinto di affidargli il progetto che comprenderebbe anche la gestione della squadra femminile, così come avrebbe dovuto fare Javier Ribalta che intanto si gioca la Champions con il Marsiglia. Città vicina a dove è rimasto a vivere Fournier anche quando la sua base operativa era a Nizza. E' li che è diventato uno stimato direttore sportivo. 

Prima era il presidente del Racing Club de Strasbourg. A 35 anni è il presidente più giovane nella storia del club. Nel ha lasciato il suo incarico, licenziato dai dirigenti del club alsaziano e ha ripreso da Nizza. Nel 2011 è stato direttore generale del club, poi è passato a curare la parte sportiva. Ed è in quegli anni che ha imparato a essere un tipo decisionista, a farsi rispettare e a dettare la sua linea. Un uomo freddo, lo descrivono da quelle parti, che non ha paura di prendere decisioni difficili per un giocatore o per la società. Chiedere ai dirigenti dell'Inter per maggiori informazioni. Nel 2017 la trattativa che ha portato Dalbert in nerazzurro è stata travagliata. Fournier non ha quasi mai accettato di vendere un giocatore dopo solo un anno, vuole valorizzare al massimo i suoi monetizzando quanto più possibile le eventuali cessioni.

Infatti l'Inter si è vista tornare indietro la sua prima offerta di 8 milioni. E, nonostante Dalbert volesse andare via, Fournier è stato capace di rifiutare tutte le offerte. E pazienza se il calciatore e i suoi procuratori erano arrabiatissimi, lui è andato dritto per la sua strada. Chissà come si troverà con Krause, decisionista pure lui, se mai dovesse firmare per il Parma. L'Inter si è vista alzare l'offerta a 20 milioni più bonus per portare a casa Dalbert. La storia del brasiliano in Serie A è nota e ha rappresentato il record di vendita della società ancora oggi. 

Si dice che a Nizza tanti giocatori avessero "paura" di Julien Fournier e della sua autorità. La sua severità è servita per tenere in mano il gruppo, spesso sono servite multe ai calciatori per metterli sulla carreggiata. Ma Fournier, quando serve, sa usare anche la carota. A Nizza, Kasper Dolberg ha conosciuto tanti problemi: il danese non se l'è passata benissimo in Costa Azzurra: gli hanno rubato l'orologio, poi la macchina, poi ha avuto la visita dei ladri a casa e, come se non bastasse, ha dovuto combattere con il diabete.

Fournier è andato a parlarci, se lo è coccolato aiutandolo a trovare soluzioni per tutti questi problemi. Un duro con un cuore morbido, insomma, che si scioglie quando qualcuno gli parla di Pape Diouf, ex presidente del Marsiglia con il quale Fournier ha cominciato a lavorare e con il quale aveva una immensa amicizia con lui ed è stato colpito dalla sua morte. E da quella di Mino Raiola, con il quale coltivava un rapporto di grande amicizia, nutrito da stima reciproca. Con lui numerosi affari. Va fiero dei colpi di Jean Seri (che poi ha chiesto al club di essere risarcito, dicendosi truffato) e di Alassana Plea, Thuram Jr e Balotelli. 

Tipo riflessivo, Fournier, ama il padel, sport rivelazione del momento e la buona cucina: mangiare e bere bene è una passione per Fournier che, se dovesse approdare a Parma, almeno sotto questo aspetto si troverà benissimo. 

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