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Il Parma fa leva sullo specialista delle promozioni: la forza di Gianni

Sei promozioni, due con il Lecce, una con la Sampdoria, una con il Watford. Poi Cagliari e Parma, Wolverine cerca la settima

Oltre che per il record di risultati utili consecutivi (17) che ha portato il Parma di Ghirardi in Europa solo per qualche ora e per aver ritirato le dimissioni dopo l’incontro con Lotito – andato abbastanza male nell’estate del 2014 - , Roberto Donadoni verrà ricordato a Parma per aver avuto una delle intuizioni più redditizie in termini di prestazioni e punti: l’aver portato Marco Marchionni (e Jaime Valdes), durante la sua seconda parentesi con la maglia del Parma, a giocare 5-10 metri più indietro rispetto a dove era abituato normalmente ad agire. 

Il passaggio da ala destra a mezzala prima e a play dopo, non è stata solo una conseguenza naturale dell’età che avanza (Marchionni non aveva più lo scatto di prima né la corsa per fare l’ala come ai vecchi tempi) ma è stata un’intuizione di Donadoni e Luca Gotti – braccio destro dell’ex milanista – che ha fruttato parecchi punti e un beneficio generale al gioco della squadra. Non poteva essere certo frizzante come il primo Marchionni, ma i piedi erano quelli di qualche anno prima e la testa era quella di un giocatore che – grazie alle esperienze – era diventato più maturo e capace di dettare i tempi di gioco e soprattutto di equilibrare i reparti e le due fasi. Di quella squadra faceva parte anche Gianni Munari, giocatore che a gennaio 2017 ha deciso di abbandonare il Cagliari (Serie A) e di venire a vincere il campionato con la maglia del Parma (Lega Pro), portando i crociati in B e giocando da protagonista l’intero girone di ritorno. E in questa stagione, soprattutto all’inizio – anche in ritiro spesso – D’Aversa lo ha utilizzato più come play che come mezzala destra, il suo ruolo naturale. 

SPECIALISTA IN PROMOZIONI - Possiamo dirlo, tanto Wolverine non si offenderà: neanche Gianni ha lo scatto dei bei tempi, ma almeno ha conservato la forza e il carisma, la personalità e le giocate, oltre a un curriculum zeppo di promozioni: Lecce, Samp, Watford (è andato in prestito dal Parma in Championship), con il Cagliari e l’ultima della sua carriera con la maglia del Parma. Un giocatore che, con Lucarelli e Calaiò, in questo momento serve a D’Aversa come il pane. Il tecnico non può più farne a meno – probabilmente – e complice anche l’assenza di Scozzarella, il vero play della squadra, Munari è andato a giocare davanti alla difesa mostrandosi parecchio utile. Uno schermo sicuro per la retroguardia del Parma che nelle ultime partite ha ritrovato anche un minimo di certezze, quelle che aveva perso a Empoli (quando Munari ha abbandonato per infortunio anzitempo ed è stato in parte risparmiato dalla furia del ciclone azzurro di Andreazzoli) e che piano piano sta recuperando. Più affidabile nel ruolo di regista (a Pescara ha dato sfoggio di grande tempra e anche di qualità, aiutato dal poco pressing avversario), Munari è stato da sempre considerato prima alternativa a Scozzarella, anche quando in rosa c’era un certo Corapi, che di fatto quest’anno è stato tagliato fuori. Certo, con l’ex Trapani out per una lesione focale al tendine d’Achille e con Vacca (alternativa a Scozza) che non ha mai convinto, Munari potrebbe trovare continuità proprio nel ruolo di play al centro della mediana. Con lui la squadra si sente più sicura – probabilmente anche D’Aversa – e Scozzarella potrà recuperare senza nessuna fretta.

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