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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Il Parma ha fatto il salto di qualità

Stessi punti, stesso numero di vittorie rispetto a un anno fa, ma la mentalità è cambiata. E anche la classifica

I punti sono gli stessi di un anno fa, ma tante cose sono cambiate nel Parma che è cresciuto a vista d’occhio e che - anche quando non vince - fa registrare comunque progressi (vedi Bologna). E che pare si esalti in mezzo a una selva di problemi dovuti a guai fisici di questo o di quell’interprete che accorciano sempre la coperta scoprendo un lato dal quale entra un po’ di freddo. La partita con la Samp è stata positiva, il Parma - bellissimo per stessa ammissione di D’Aversa - ha sguainato la sciabola e l’ha riposta solo al minuto 96’, quando la partita è finita e i giocatori assieme al tecnico sono andati ad esultare sotto la curva. Vittoria che ha il sapore dell’impresa: cercata, voluta, difesa, ottenuta in emergenza, la stessa che pare essersi portato via anche l’autore del gol: Kucka è rimasto fuori causa alla fine del primo tempo. 

Per D’Aversa, impegnato in conferenza stampa con una punta d’estetismo, è una vittoria che vale doppio. Il tecnico si è trovato coinvolto in un ragionamento che lo ha visto protagonista mentre declinava il suo personalissimo (e condivisibile) concetto di bellezza “è bello quando vinci”, sostenuto da un assioma che sembra essere un po’ ai margini dei concetti del pallone dell’ultima frontiera ma che rimane pur sempre il fulcro di ogni ragionamento: “nel calcio contano i risultati”. E i suoi ragazzi sono da elogiare, oltre ogni modo perché stanno portando avanti la carovana con tanta fatica.

Bene gli elogi, ma il tecnico ha potuto toccare con mano ancora una volta quanto sia difficile giocare senza un centravanti (uscito Cornelius il Parma non ha più tenuto un pallone davanti) e senza Kucka (uscito anzi tempo per un problema al polpaccio, l’altro, non quello che si porta dietro da un po’), ha dovuto subire gli attacchi della Samp alla quale ha concesso poche verticalizzazioni, mandandola all’esterno e affidandosi a sortite collaudate, capaci di spezzare il ritmo di una squadra che davanti al suo pubblico aveva perso solo con Lazio e Inter. E alla fine ha vinto, il muro ha retto, sostenuto da un Sepe in versione top (para il rigore a Quagliarella e si esalta su Colley con un intervento fantastico), ha strappato tre punti a una diretta concorrente tenendola a distanza di sicurezza, ha raggiunto il Napoli al settimo posto (prossimo avversario) ribadendo di essere comunque una squadra temibile per tutti e difficile da affrontare. 

Per trovare un Parma migliore bisogna andare a rovistare negli archivi: la stagione 2009/2010, la prima di Guidolin in Serie A, alla quindicesima vedeva il Parma a quota 25. La squadra di Bob ha subito 18 gol, uno in più rispetto ai 17 del 2010/2011 e dopo quindici giornate si è messa dietro difese come Napoli, Torino, Udinese, Atalanta. La sesta vittoria (sei come l’anno scorso) è arrivata nel segno della sofferenza, della sostanza, del cinismo e dell’attenzione. Il resto l’ha fatto Sepe, che si è dimostrato super e ha consentito a D’Aversa di essere meno ‘incazzato’ almeno nel dopo partita immediato. “Noi siamo contenti - ha detto Gigi - lui da domani sarà ‘incazzato’ dato che lo è sempre”. Si fa per ridere, ma non dite all’allenatore del Parma che questa squadra gioca un brutto calcio. Un Parma che rimane lo stesso dell’anno scorso, mantiene lo stesso cammino, ma ha cambiato il passo. In maniera sostanziale.

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