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Il Parma scaccia l'incubo vittoria e adesso sogna con la Mi-Ma

D'Aversa si gode la velocità di Mihaila e la tecnica di Dennis Man, pupillo del presidente che ieri era in tribuna con la moglie e la fidanzata del figlio Oliver

Pazienza se la prima gioia del 2021, la terza dell'intero campionato, ha il volto festante di Andrea Tarozzi. Non può che essere contento anche chi l'aspettava più di tutti, Roberto D'Aversa, 'esiliato' in tribuna dopo i fatti di Firenze, un malinteso l'ha definito il tecnico crociato, e pronto a tornare a guidare dal campo i suoi. In attesa dell'esito del ricorso, lo staff ringrazia gli interpreti e benedice la ripartenza. I tre punti preziosi legittimati da una prova coriacea, da squadra con la scorza dura, servono a ribadire un concetto: il Parma è tornato a essere quello di Roberto D’Aversa. Non sappiamo se basterà a salvarsi, visto il ritardo accumulato, ma la squadra è apparsa pragmatica, pratica, senza spazio per ricami, pronta a infilare la spada appena vede un filo di luce illuminare uno spazio. Al Tardini, dopo 104 giorni, si è tornati a sorridere. Sei mesi senza vittorie cominciavano ad essere troppi. Il 4 ottobre, giorno dell’ultimo urlo di gioia di un calciatore del Parma in casa, è stato spazzato dalla freschezza di Mihaila e dalla danza di Hernani.  Un pallone che pesava quasi duecento chili è stato accarezzato dolcemente dal brasiliano scopertosi capocannoniere (al pari di Kucka) di un Parma che cerca nei suoi senatori l’anima per l’impresa.

Era nel complesso dal 30 novembre, notte di Genoa-Parma, che i calciatori crociati non assaporavano la freschezza dei tre punti, l’aria resta comunque pesante, ma c’è più forza mentale nel motore perché questi tre punti valgono quasi doppio, se si contano le conseguenze della meritata vittoria. Crotone staccato di quattro lunghezze, tre punti rosicchiati al Torino (che resta in scia, seppur con due partite da recuperare), altri tre al Cagliari, al Benevento e allo Spezia che ha pareggiato e due al Genoa, più in la in classifica, a quota 28, e prossimo avversario di un Parma che adesso deve ingranare. L’anno scorso, di questi tempi, con il settimo posto e 39 punti, D’Aversa e i suoi cullavano altri pensieri. Poi la pandemia, tutta l’impalcatura crollata: i problemi di oggi nascono da lì.

Ma il calcio ti dà per fortuna l’opportunità di redimerti, di pensare sempre al giorno dopo, alla partita successiva. Restano i meriti di una squadra che si è saputa ritrovare, troppo tardi forse? Lo dirà il campo, ma al Tardini la Roma ha assistito a una gara perfetta da parte del Parma, pronto e reattivo, lucido. Costruito sulla forza di Graziano Pellè, catalizzatore di palloni incredibile, sul fosforo di Gaston Brugman, giocata una partita magistrale, e sugli strappi del vispo Mihaila, che sembrava al pari di Dennis Man indemoniato. Altro che Mocanita, l’ultimo esempio di treno a vapore d’Europa è in Romania - sulla tratta Viseu de Sus fino a Comanu -, la Mi-Ma è un Freccia Rossa. E ha già un primato: è la prima volta in Serie A dal 1992 (assist di Hagi, gol di Radacioui, Brescia-Genoa) che un giocatore romeno (Man) ha fortino l’assist per il gol di un suo connazionale (giunto intanto al secondo centro consecutivo in Serie A).

Evidentemente la cura D’Aversa ha fatto bene ai ragazzi di Becali. Il tecnico li ha prima aspettati, poi lanciati. Forti di una condizione psico-fisica migliorata rispetto a quando è arrivato il tecnico abruzzese, che ha sempre preteso da loro massimo impegno, riconoscendone le doti tecniche e – probabilmente – approfittando anche degli infortuni ripetuti nel reparto avanzato. La ripartenza di una squadra segnata dalle difficoltà, le cui cicatrici bruciano ancora, passa anche da questi ragazzi, pieni di speranza per un futuro migliore. A patto che non si dilapidi l’impresa, che le si dia continuità. Da questi tre punti può germogliare un nuovo seme, quello di una salvezza che avrebbe del miracoloso. 

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