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Il Parma si scopre indifeso e prende uno schiaffo che fa rumore

Il blackout del secondo tempo è costato carissimo agli uomini di Pecchia, in ansia per le condizioni di Mihaila

Solo tra una settimana si conosceranno gli effetti dello schiaffo che la Ternana ha suonato al Parma al Tardini, sabato. Il rumore è stato forte, ha risvegliato tutto l'ambiente che si era forse illuso troppo presto per aver assaporato i frutti saporiti che il lavoro di Fabio Pecchia aveva portato nei primi mesi di Parma. Pur evidenziando qualche difetto di fabbrica, questa squadra era apparsa nuova di zecca fino a ieri, quando di colpo sembra essere svanito l'effetto del tocco magico dell'ex allenatore della Cremonese. E come l'anno scorso, allo stesso punto del campionato - giornata numero 5 - una modesta Ternana rimaneggiata nel suo organico ha rifilato tre gol ai crociati portando a casa il nono punto in tre gare contro il Parma. Lucarelli, che alla fine ha augurato alla sua ex squadra di essere promossa, alla fine ha rise ancora. E se ne è andato evidenziando come l'anno scorso i problemi di una squadra che si scopre corta, soprattutto sull'esterno, oltre che indifesa. 

Otto i gol subiti dal Parma di Pecchia, sei in due gare. Tra Genoa e Ternana sono emerse disattenzioni, errori di reparto, cali di concentrazione preoccupanti e inaccettabili per una squadra che vuole recitare un ruolo da protagonista nel campionato e che, dopo 5 giornate ha un punto in meno rispetto allo scorso anno. Maresca dopo cinque partite era 12esimo in classifica, aveva 7 punti e ne aveva vinte due, con 9 gol segnati, 7 subiti e una media di 1,40 punti a gara. Pecchia è un po' indietro: dopo 5 gare il suo Parma è 13esimo, ha segnato 8 gol subendo lo stesso numero di reti e con 1,20 punti a gara è 13esimo con lo stesso score del neo promosso Sudtirol. Numeri che non possono certo preoccupare, ma che devono per lo meno far riflettere a questo punto del campionato. 

In partenza la Cremonese, che con Pecchia alla guida ha scritto una pagina importante della sua storia, aveva un altro fatturato alla quinta giornata. L'anno scorso i grigiorossi erano quinti, media punti: 1,80 a partita. Avevano ottenuto 3 vittorie (una autoritaria contro il Parma) e 2 sconfitte. I gol fatti erano 7, mentre quelli subiti 5.  Saranno 39 alla fine del campionato. Il primo pensiero di Pecchia è quello di dover trovare delle contromosse a questa fragilità difensiva, che per un'ora è stata ben nascosta contro la Ternana. Dopo il vantaggio di Delprato nessun sentore di una gara che potesse essere messa in discussione. Il blackout improvviso però è stato fatale ai crociati che con l'uscita di Juric dal campo (il croato ha chiesto il cambio ndc) si sono sgonfiati concedendo la mediana alle Fere.

E questo calo, più mentale che fisico, sarà motivo di studio in settimana a Collecchio. Il Parma alla fine ha perso 153 palloni,  vincendo 8 contrasti contro i 18 portati a casa dalla Ternana. E' mancato, oltre alla concentrazione, il carattere che serve per portare a casa certe partite che cominciano a somigliare all'anno scorso. Serve ricercare anche la precisione sotto porta: il Parma ha calciato più di 20 volte, ma solo in 4 occasioni ha trovato lo specchio. Una mira da affinare nel quartier generale di Collecchio, dove è atteso anche il riscontro relativo all'infortunio di Valentin Mihaila, uscito in lacrime dal campo e sorretto da due membri dello staff medico. La sensazione è che si tratti di qualcosa di serio, ma solo gli esami strumentali ai quali Mihaila si sottoporrà lunedì chiariranno con precisione l'entità del suo infortunio muscolare. Pecchia prega, anche perché nel suo parco attaccanti non ha un sostituto naturale, solo giocatori che si adattano come Benek, considerato cambio ideale del romeno (come ha detto Pecchia in conferenza stampa dopo la partita), Tutino e Ansaldi che può fare quel ruolo ma deve trovare la condizione migliore.

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