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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Il regno di D'Aversa III: promozione e salvezza per un posto nella storia

Dopo 126 panchine, 54 vittorie, 31 pareggi e 41 sconfitte, Bob è ancora al timone di un Parma che somiglia sempre più al suo tecnico

In quell’occasione Ferrari era stato un buon profeta, aveva in tasca il sì di Vagnati (Faggiano arriva dopo) e spingeva intanto il popolo crociato a credere nella redenzione per un anno che risultò poi essere fantastico dopo la ricostruzione e il taglio delle teste, celebre perché inusuale cambiare tutto il cabotaggio tecnico-tattico. Con una buona dose di sfiducia e un’eco di dubbi, il nuovo allenatore si presentava alla città fissando subito i paletti per la ripartenza: “Primo obiettivo: ragionare da squadra: così si costruiscono i successi”. Evidentemente fu quella la giornata delle profezie che si avverarono. Prima l’oracolo Ferrari, poi Bob, che in poco tempo ribaltò la squadra in nome di una filosofia totalizzante fondata su un culto del lavoro tipico di una vecchia scuola che crede ancora in un valore fondamentale che ti avvia al successo: la fatica. Tre anni, 1.095 giorni dopo, D’Aversa è passato dall’essere un semi-sconosciuto con l’ambizione di provare a vincere, a diventare il primo allenatore che nella storia del calcio ha traghettato (grazie all’anno di Apolloni in Serie D) la squadra dai bassi fondi del pallone fino in Serie A, passando per due campionati vinti, uno ai play off con dentro due derby dominati (che mancavano da venticinque anni); da una Serie B giocata da protagonista e vinta sul filo nella notte di Spezia  grazie a un gol a tempo scaduto di un ragazzone che si chiama Floriano cinico quanto basta per  castigare un Frosinone distratto (che torna a Parma giovedì per la Coppa Italia) con la testa troppo presto in Serie A.

daversa (2)-4-2

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