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Juventus-Parma, è Tevez contro Cassano: dalla strada al sogno Mondiale

FantAntonio fa visita a Carlitos, nella tana di uno Stadium che si annuncia parecchio caldo. E' sfida tra le squadre che hanno raccolto più punti da gennaio, grazie ai loro giocatori simbolo che si somigliano...

Per quanto siano lontane, all'estremo quasi del globo, le periferie di Buenos Aires e Bari si somigliano. Una città dentro una città, altro che quartiere, fatta di case fatiscenti e palazzi disabitati, ancora da costruire, da dove penzolano gomitoli di cavi dell'alta tensione. Sullo sfondo macchine bruciate e pile di immondizia. Fuerte Apache e Bari Vecchia, diverse ma tanto simili, dove è facile trovarsi invischiati in dei guai che nemmeno sai di aver commesso, posti al confine dove delinquenza e degrado sono conseguenze di una miseria che ti segna. L'una delimitata dalla tangenziale General Paz, l'altra che vive all'interno della città. Fuerte Apache e Bari Vecchia, quartiere Murattiano, lontane e simili, dove ogni giorno è quello buono per trovarsi alla tempia una pistola puntata o al fianco un coltello, dove la vita vale il peso di una dose di paco, la droga, quella che Carlos Alberto Tevez è riuscito ad evitare grazie ai suoi piedi, la stessa che Antonio Cassano ha driblato.

Il pallone come svago, l'unico amico al quale affidarsi per avere una via d'uscita e scappare, mettersi alle spalle una infanzia difficile, segnata da problemi familiari e rischi di varia natura, da esempi che non puoi seguire, da compagni con i quali il giorno prima hai giocato a calcio e che, il giorno dopo sono o sul ciglio di un marciapiede perché sconfitti dalla droga, oppure in qualche riformatorio a scontare tutto per una rapina andata male. E allora non ti resta che aggrapparti al pallone e seguire i consigli della mamma, alla quale FantAntonio è terribilmente legato. La porta ovunque, un amore viscerale lo lega a lei. Lo stesso che Tevez riserva agli zii, dai quali è stato adottato dopo l'abbandono dei genitori, e dai quali ha preso il cognome. Prima di essere Tevez era Martinez, prima di essere FantAntonio era solo Antonio Cassano.

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Oggi uno suona la tromba, l'altro balla dopo un gol. Tevez e il barese hanno scelto di vivere bene e di dare un calcio al passato;

"Da piccolo ho dovuto scegliere se fare il delinquente o il calciatore"

spiega Tevez, e gli fa eco Cassano:

"Se quel Bari-Inter non ci fosse stato sarei diventato un rapinatore, o uno scippatore, comunque un delinquente. Molte persone che conosco sono state arruolate dai clan. Quella partita e il mio talento mi hanno portato via dalla prospettiva di una vita di merda. Ero povero, ma tengo a precisare che nella mia vita non ho mai lavorato anche perché non so fare nulla"
 

Oggi uno ha segnato 16 gol, l'altro 11. E oggi si sfidano per andare a caccia di record, la quindicesima vittoria di fila per la Juventus in casa, e il 18esimo risultato utile consecutivo per il Parma. Due record nei piedi di due top player, così diversi ma tanto simili.

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