La polveriera Genoa ha consumato anche Faggiano: i retroscena dell'addio
L'ex ds del Parma è durato solo 113 giorni. I malintesi sul mercato, le scelte in panchina e il silenzio: "Meglio che non parli"
L’incontro con il passato è stato rimandato. Il futuro incerto passa però da un presente movimentato. Come sempre, quando c’è di mezzo Preziosi. Il finale, per chi ha la possibilità di gustarselo, non è mai scontato. Da ieri ne sa qualcosa Daniele Faggiano, ex direttore sportivo del Parma che 113 giorni fa aveva lasciato il Ducato per governare con pieni poteri quella parte di Genova che non trova pace da un po’. E invece, dopo neanche tre mesi, è stato costretto a rivedere le sue intenzioni, colpa di un rapporto deteriorato con il resto del club – scrive il Secolo XIX -. Dal presidente fino a qualche giocatore, una guerra sotterranea e senza rumori, arrivata al duro confronto di Udine tra ds e presidente.
Una spaccatura così grande che neanche il derby di Coppa è riuscita a sanare. Preziosi non avrebbe gradito alcune considerazioni fatte da Faggiano nei suoi confronti tanto che lo ha sollevato dall’incarico. E’ bastato poco. Attraverso qualche riga comparsa sul sito ufficiale, il presidente ha provveduto al licenziamento del ds dopo un incontro con la squadra: i cosiddetti senatori Perin, Behrami, Masiello e Criscito, incontro preceduto dalla visita nell'ufficio di Maran, poi l’accordo con Marroccu, diesse della salvezza. “Una scelta che andava fatta adesso – dirà Preziosi al Secolo XIX -. Ora c’è Marroccu che può aiutarci. Maran? Resta, abbiamo fiducia in lui. E’ un passo indietro, le cose vanno riviste. Se i risultati che ti aspetti non arrivano. Devo stare vicino al Genoa, che è una priorità. Dobbiamo raggiungere l’obiettivo”.
Di tutt’altro avviso sarà Faggiano, chiuso nel silenzio e dietro un “meglio che non parli – come riporta il quotidiano ligure –“. I problemi – sottolinea il Secolo XIX – sono nati ad agosto, quando è fallito l’assalto a Italiano per la panchina. Frizioni anche sui casi spinosi di Schone (difficoltà a essere ceduto, per questo messo fuori rosa) e Rovella (per il quale si studiava il rinnovo). Poi l’affare Balotelli e la crescita del monte ingaggi che con il Covid rappresentava una minaccia per Preziosi. I risultati che non arrivavano hanno messo il carico .