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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Quattro minuti per 'rovesciare' la stagione: Fabio Lauria ora aspetta la Lega Pro

Il fantasista napoletano, autore del gol che ha regalato la vittoria contro il Romagna Centro, aspetta la chiamata della società per 'rinnovare' il contratto. Intanto la città è ai suoi piedi, come lo è stata per Asprilla, Melli, Benarrivo...

Dal nostro inviato

PARMA - Il giorno dopo la partita di Cesena, contro il Romagna Centro, è sicuramente il più speciale dei giorni dopo per Fabio Lauria che rischia di finire davvero nella storia calcistica ultracentenaria della nuova Parma. Che per un attimo è tornata ad essere vecchia, nel senso che è tornata a respirare l'atmosfera delle grandi occasioni e a toccare con mano qualcosa di concreto, che sta lì ed è a un passo, stavolta più che mai. Diciamocelo fra di noi, quello di Fabio Lauria è uno dei gol più belli che qualcuno abbia segnato con questa maglia, indipendentemente dalla categoria, al di là del valore intrinseco che possa avere. Se poi ci aggiungi il peso, ovviamente, il gol diventa, fantastico, si impreziosisce, e acquista un valore essenziale che, unito alla bellezza del gesto tecnico, che merita ovviamente la copertina, ti emoziona. Certo che il destino deve aver riservato a Don Fabio (che intanto ha quasi acquisito le chiavi della città, per tutti gli attestati di stima che gli hanno manifestato da quando si è fermato per colpa di un problema al polpaccio) un copione davvero bizzarro. Perché se prendiamo in considerazione il fatto che, come dice lui, non pensava ormai di entrare, all'86', allora si capisce davvero che la domenica del Manuzzi ha quasi chiuso un cerchio. Dandogli gloria e grande aumento di autostima. La gloria se l'è cercata, perché su quella palla, o ci andavi in quel modo, o ci andavi in quel modo. Perché apparentemente lontana, la gloria è stata afferrata di petto da uno che la voleva a tutti i costi, è stata presa con forza, guadata in faccia ed espressa non tanto da quella rovesciata spettacolare, ma dalla corsa a perdi fiato, schivando tutto e tutti, andando a ricercare i tifosi, volendola condividere con loro dall'altra parte del campo, oltre che con i compagni di squadra che hanno sovrastato Don Fabio, esploso in lacrime di gioia, ovviamente, avendo incamerato giorni di terapie e massaggi, piscina e palestra proprio mentre andava forte ed era diventato un uomo chiave per il gioco di Gigi Apolloni che lo ha ributtato in mischia e che, dopo il +9, ha ancora qualcosa da rivedere, perché i suoi non vanno ancora come dovrebbero andare in certe partite. Quando in panchina ci sono certi giocatori, rischi di partire in vantaggio sempre, ma se giochi in un modo, lontano da quello che vorresti, (d'accordo, c'è pure l'avversario) certe domande devi portele sempre. Perché l'approccio alla partita, soprattutto nel secondo tempo, il Parma lo ha sbagliato. Una partita bloccata, dove le linee di passaggio erano chiuse e dove i crociati faticavano a far girare la palla, a cercare varchi e ad allargare delle maglie che stavano abbottonate anche in superiorità numerica. Tutte cose che, chiaramente, fanno acquistare valore al gol, al risultato, che è quasi vicino a quello che tutti sognano. Per merito di Fabio Lauria, che il giorno dopo si sente, giustamente, un po' eroe. Adesso aspetta giustamente il rinnovo, o qualcuno che comunque gli dica che resterà anche l'anno prossimo, perché lui non vede l'ora di arrivare a giocare con il Parma tra i professionisti. Perché da quando è arrivato qui, essendo uno dei primi, il Parma se lo è sentito addosso con la sua voglia matta di professionismo. Che poi è la stessa di quella che ha il Parma.  

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