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Parma, che fai? Così non va

La squadra ha perso la concentrazione di un tempo e forse anche la fame

Verrebbe quasi da dire: ‘Meno male che il Sassuolo non è in crisi …’. Visti gli ultimi risultati del Parma, che nel giro di 180’ ha incassato cinque gol portando a casa zero punti, sembra che la squadra di Roberto D’Aversa sia la deputata alle cure dei bisognosi. Non è diventato di colpo generoso, il Parma, più che altro all’improvviso si è scoperto debole: e se questa debolezza nella partita contro il Cagliari si è nascosta dietro le distrazioni, a Roma con la Lazio è stata messa a nudo dal palleggio nello stretto di Correa e compagnia, che hanno ipnotizzato un Parma apparso inerme e sfiduciato, quasi arrendevole davanti e mezzo stupito di tanta meraviglia tecnica.

Una meraviglia evidenziata da un senso di impotenza dalla quale non è scaturita neanche la frustrazione che di solito ti porta a tirare fuori le unghia e a lottare nelle difficoltà, almeno a metterti in pari come fame e cattiveria agonistica rispetto all’avversario, due punti cardini nel credo calcistico di D’Aversa che torna da Roma con qualche certezza in meno e la consapevolezza di chi sa di avere a disposizione giocatori quasi pronti per certi contesti. Come fa capire lui in conferenza stampa in un post partita che l’eco di allarme: “Mi preoccupa recuperare Kucka e Grassi a centrocampo, non tanto per chi sta giocando ora, ma per avere un ricambio e più brillantezza perché il centrocampo è un reparto troppo importante. Nel secondo tempo siamo stati passivi e questo non era mai successo, alcuni hanno pagato a livello fisico il mancato ricambio contro una squadra forte non solo tecnicamente ma anche fisicamente”.

Tradotto: Kucka e Grassi servono come il pane a questa squadra, con tutto il rispetto per chi non è né Kucka né Grassi. La forza e il carisma dello slovacco, assieme al fosforo dell’ex Napoli garantirebbero più qualità in mezzo, in un reparto che domenica sera è stato surclassato. Ma l’allarme di Bob è ancora più ampio e non riguarda solo le assenze: la sua eco nasconde probabilmente un messaggio: se i giocatori hanno bisogno di un ricambio dopo quattro giornate, con un impegno a settimana, vuol dire che qualcosa non va. Di solito si tira in ballo la preparazione per la mancata resistenza fisica, ma probabilmente è ancora presto per affermarlo con certezza.

Non sta a noi (adesso) dire se gli interpreti siano o meno all’altezza della situazione, ma il campo alle volte – anche se in maniera prematura in questo caso – emette verdetti che, per carità, si possono anche ribaltare. Basta volerlo. E da mercoledì il Parma deve sterzare. “Chi si vuole salvare – ha detto D’Aversa in conferenza stampa - deve limitare gli errori perché in Serie A si pagano. Nel primo gol abbiamo preso un’imbucata andando in pressione alta e concedendo campo aperto a un giocatore come Immobile”. E nel secondo Pezzella – aggiungiamo noi - si è sentito con largo anticipo Babbo Natale regalando a Marusic il gol che ha chiuso la partita. Il Parma non è più attento e in questo inizio di stagione sembra aver perso anche l’appetito: D’Aversa fa bene evidentemente a essere preoccupato.

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