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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Le due spine di Bob: attenzione e furore

Il tecnico ha puntato l’indice contro la mancanza di concentrazione e la voglia di vincere i duelli personali: non bastano i numeri tutti a favore dei crociati

Se qualcuno ha il coraggio di convincere Roberto D’Aversa ad accettare la sconfitta presentando i numeri di Parma-Cagliari vada pure avanti. Per come intende il calcio il tecnico crociato quella di domenica è stata una sconfitta su quasi tutti i fronti, nonostante il Parma abbia comandato il gioco dall’inizio alla fine della partita, accettando l’idea di abbandonare il pragmatismo e affidarsi un po’ più all’estetismo di un calcio meno deciso e più piacevole alla vista. 

Magari l’occhio avrà avuto anche la sua parte, le bocche si saranno anche insaporite con un roboante 60% di possesso palla, ma le tasche del Parma sono vuote e la squadra ha incassato la seconda sconfitta consecutiva in casa della stagione, l’undicesima nella ventiduesima partita del 2019. Il dato preoccupante non è neanche tanto questo - che se aggiunto alle 4 vittorie dell’anno solare appesantisce lo score di D’Aversa -, ma quello che dei cinque gol subiti in tre partite, tre sono arrivati sugli sviluppi di un calcio piazzato. Anche con la Juventus il Parma era stato infilzato da calcio fa fermo, con una palla sporca ripulita da Chiellini. 

Più o meno quello che ha fatto Ceppitelli domenica, in occasione del primo gol del Cagliari che ha tirato in porta 4 volte, segnando quattro gol, uno annullatogli dal Var per una manata - evidente anche senza il ricorso tecnologico - di Joao Pedro a Gagliolo, servita in parte per giustificare la partita disastrosa del difensore di D’Aversa che ha sulla coscienza due dei tre gol. Non una grande giornata per l’ex Carpi che ha sempre rappresentato un punto fermo per il tecnico crociato che nel post partita è tornato a battere sui duelli personali e sulla ferocia che ogni suo giocatore ci mette nell’interpretazione della partita. 

Non sono bastati i quattordici tiri, di cui otto in porta, a trasformare la supremazia in un risultato positivo. Neanche i quattro tiri che Gervinho e compagni hanno scagliato verso Olsen. Neanche lo zero in casella alla voce ‘parate di Sepe’ giustifica una sconfitta amara, dura da accettare per giunta quando collezioni occasioni da gol dieci volte. Non è servito a niente portare a termine 305 passaggi, né battere 12 calci d’angolo. Secondo D’Aversa la chiave della sconfitta sta nella cattiveria e nella decisione dei suoi giocatori, che non sono riusciti a sbrogliare qualche situazione. I 12 falli contro i 16 commessi dal Cagliari sarebbero individuati come fattore principale di una sconfitta che rimane difficile da digerire.

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