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Lo sfogo di Guazzo: "A Parma mi hanno messo i bastoni tra le ruote"

Il bomber si racconta: "Apolloni? No, lo ringrazio anche se poteva farmi giocare di più. Tranne che in questo mese e mezzo non mi sono mai sentito giocatore. D'Aversa, uomo vero, mi ha fatto sentire più importante di quelli che giocavano"

“Il mio errore? Penso di aver sbagliato quando sono arrivato a Parma. Pensavo di avere il posto assicurato e mi sentivo importante. Però dall’espulsione rimediata contro la Virtus Castelfranco e il calcio dopo il gol a Rovigo non ho più sbagliato. E qualcuno deve spiegarmi perché non mi è mai stata data la possibilità di giocare. Mai. Possibile che mi sono allenato per un anno e mezzo da schifo? Se così fossi sarei già finito, ma io ho 34 anni e ancora un po’ di strada davanti, mi sono allenato come un professionista fino al 31 dicembre. Sempre. Ringrazio D’Aversa e la nuova gestione, ma sono amareggiato perché non ho potuto dimostrare il mio valore”. Matteo Guazzo è amareggiato, forse anche deluso. Sicuramente dispiaciuto per essere andato via e soprattutto per non aver fatto vedere niente o quasi del giocatore che è stato fino al trasferimento al Parma, sul finire di quell’estate che lo ha segnato in maniera profonda.

“Il 31 di dicembre mi hanno comunicato che la società voleva cedermi, senza spiegarmi il motivo, probabile non rientrassi più nei piani, non lo so, ma nessuno mi ha detto niente. Qualche squadra ha cominciato a chiamarmi, succede sempre così quando ti mettono sul mercato, chiaro. Io ho cercato di fare il mio lavoro e di allenarmi in maniera professionale, come ho sempre fatto. Ho dato sempre il mio contributo fino a quando sono stato chiamato in causa. Posso dirle una cosa?”guazzo-6-2

Certo.

“Sono un po’ deluso di aver finito in questo modo la mia avventura a Parma, avventura che non ho mai iniziato a questo punto. E’ iniziata male e finita peggio. Sembrava non dovessi andare via, ci credevo fino all’ultimo che potessi rimanere qua per vincere il campionato. Ma è andata così, purtroppo”.

Ha dei rimpianti, immaginiamo.

“Nessuno ha visto il vero Guazzo. Non ho mai giocato due partite consecutive. Non sono mai entrato in condizione fisica e mentale, non c’è mai stato modo di poter dimostrare il mio valore e di poter dare il mio contributo. Nessuno mi ha concesso mai la possibilità di mettermi in mostra. Non so perché. Tutti i giocatori che sono passati da Parma in questo anno e mezzo hanno avuto le loro opportunità, io mai.  Non mi hanno dato l’opportunità di essere messo in discussione, eppure venivo sempre fischiato.  Ma i tifosi giustamente che cosa devono pensare? ‘Se questo non gioca, chissà come si allena. Hanno ragione, vista da fuori anche io avrei pensato le stesse cose’. Sono arrabbiato perché non mi è mai stata data nessuna opportunità. La gente non sa bene la vicenda, potrei scrivere un libro sulle cose che ho passato. Mi dà fastidio essere fischiato senza motivo, ho rispettato i tifosi e di dare sempre il massimo perché loro meritano il massimo.  Se loro poi si ricordano solo il calcio alla cancellata di Rovigo, per il quale ho chiesto scusa mettendoci la faccia, significa che non hanno capito la persona”.

Ma secondo lei, il suo sbaglio qual è stato?

“Il mio errore è stato quello di arrivare a Parma pensando di avere il posto assicurato. Pensavo di poter giocare titolare perché mi sentivo giocatore importante. Guazzo1-2Dall’espulsione contro la Virtus Castelfranco fino al 31 gennaio 2017 mi sono comportato da uomo e da professionista. Sono stato un signore eppure sempre maltrattato in un anno e mezzo, c’era qualcuno che mi metteva i bastoni tra le ruote e soprattutto mi metteva contro la tifoseria. Se uno ti vede sempre in panchina, pensa che non mi alleno bene o che sono una brutta persona. Se in un anno e mezzo non ho mai dimostrato di poter giocare, che giocatore sei? Possibile che non mi sia meritato una chanche? Non ci credo. I miei compagni mi stimano però, rimane il fatto che sono una persona che rispetta tutti”.

Quindi c’era qualcuno che le intralciava i piani.

“Ripeto, io ho sbagliato, ma se faccio gol contro il Delta all’andata e non gioco, segno contro il Delta al ritorno nella partita promozione e non gioco, faccio gol in Coppa in due minuti di gioco e resto fuori quella dopo, segno contro il Forlì con assist per Scavone e sto fuori. Che penso? Me lo dica lei…”

Con D’Aversa com’era il rapporto?

“Io ringrazio D’Aversa che mi ha fatto sentire giocatore al 100% in questo mese e mezzo, mi ha dimostrato che ero importante. Davanti a me c’erano Calaiò ed Evacuo, giocatori fortissimi e non avevo la presunzione di dover giocare. Mi ha fatto sentire più importante di quelli che giocavano. Si merita davvero di arrivare in alto, guarda gli allenamenti e quello che merita gioca. Non credo che prima non mi allenassi bene e di colpo adesso mi alleno da matti. Io l’ho detto al mister che mi ha fatto sentire importantissimo, lo ringrazierò sempre”.

Era colpa di Apolloni?guazzo-4

“Io non ho niente contro mister Apolloni, magari poteva farmi giocare di più, è vero, ma non penso che ce l’avesse con me, anche perché mi ha voluto lui. Qualcuno della vecchia gestione cercava di farmi terra bruciata attorno. Perché non mi hanno dato mai la possibilità di esprimermi? Non ho mai giocato con continuità e per quattro mesi non ho visto il campo. Qualcosa c’era nei miei confronti e mi sono preso i fischi dalla gente. Io quando ho sbagliato ho chiesto sempre scusa”.

Tra poco ritroverà i suoi compagni come avversari.

“Adesso mi sono proiettato con questa avventura cercando di dare il massimo per il Mantova. Non avrò la continuità fisica ma spero di andare in campo per trovarla. Giocherò contro il Parma è vero, ma vado per la mia strada"

Il suo ricordo più bello?

“Il mio ricordo più bello è stato il gol promozione contro il Delta Rovigo, sotto gli occhi di mio padre che mi ha visto giocare per l’ultima volta. Purtroppo è mancato, ma a lui devo tutto. Era un pilastro per me. E porto quel giorno nel cuore, era il mio compleanno”.

              

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