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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Lucarelli: "La retrocessione? Non me l'aspettavo. Ad Ale dico che..."

L'ex attaccante del Parma, fratello del vice direttore sportivo: "Ha avuto due maestri come Faggiano e Carli, sta facendo il suo percorso. Ai miei tempi siamo retrocessi e risaliti rapidamente, ma la Serie B è cambiata"

C’era anche Cristiano Lucarelli in quel Parma sceso in Serie B e risalito subito, l’anno dopo. Era il Parma di Ghirardi. Cristiano adesso fa l’allenatore, la sua Ternana è stata record, promossa anzitempo, ha stravinto il campionato di Serie C e si prepara ad allestire una squadra competitiva anche in Serie B. “Il nostro obiettivo è mantenere la categoria - dice Cristiano Lucarelli a ParmaToday.it -, ci sarà da lavorare. Quest’anno abbiamo fatto bene, abbiamo segnato tanti gol, 95, abbiamo vinto meritatamente. L’anno prossimo sarà un torneo competitivo, ci saranno molte squadre blasonate. Crotone e Parma saranno affiancate da una terza retrocessa dalla Serie A, che aumenterà il grado di difficoltà. Vediamo cosa succede”.

Lucarelli, è pronto per sfidare… Lucarelli?

“(Ride ndc). Sa che non ci ho ancora pensato? Ogni volta che abbiamo giocato contro stavamo una settimana senza sentirci. Oggi con due ruoli diversi non glielo saprei dire. Prima andavamo in campo, oggi guardiamo da fuori”.

Vi siete sentiti in questi giorni?

“Io e Ale ci sentiamo tutti i giorni, ma non parliamo di calcio”.

Ma qualche consiglio glielo dà ancora?

“Non credo che Alessandro abbia bisogno dei miei consigli. A parte che non saprei neanche come aiutarlo, non conosco la realtà. Bisognerebbe vivere la quotidianità di Collecchio, tutti i giorni. L’unica cosa che posso dire con certezza è che ogni decisione presa è e sarà sempre in funzione del grande legame che ha con Parma. Sia come calciatore che come aspirante direttore, ha lavorato sempre con questa filosofia. Devo dire che quest’anno e l’anno scorso ha avuto persone davanti che sono state formative per il suo percorso. Non riesco a immaginare un Parma senza Lucarelli”.

Se l’aspettava che suo fratello dopo la carriera da calciatore ricoprisse questo ruolo?

“Mah, onestamente ce lo vedo. Credo che al di là di tutto, quest’anno abbia avuto un altro insegnante dopo Daniele Faggiano. Si è messo di fianco a Marcello Carli che per me rimane un ottimo direttore sportivo. Secondo me è uno dei più bravi, a Empoli lo ha dimostrato. I risultati purtroppo non sempre rispettano i valori. Ad esempio D’Aversa per me è un signore allenatore, così come Liverani. Eppure il Parma ha faticato. Il campionato di Serie A è un po’ spaccato, è cambiato rispetto a prima. Ci sono squadre anche blasonate che a volte rischiano di dover lottare per la salvezza. Vedi Parma, Fiorentina, Genoa”.

Anche il suo Parma aveva blasone. E calciatori importanti.

“Quell’annata tutto sommato ce la siamo giocata fino all’ultima giornata, fino a che Ibra decise la partita sotto al diluvio universale. Non vedo grandi somiglianze tra il mio Parma e questo. Quest’anno la retrocessione è arrivata prima. Nella stagione in cui siamo retrocessi avevamo una squadra da rinnovare, con un’età media molto alta. Questo Parma è giovane, ha investito su sei sette giocatori che possono rimanere in Serie B. Ci può essere una certa continuità. Vedo dei vantaggi rispetto alla situazione di retrocessione che ho vissuto io. Quest’anno la società ha operato con investimenti importanti”.

Qual è il segreto per vincere il campionato?

“Non lo so (ride ndc), ma sicuramente ritrovando l’umiltà aiuta. I calciatori devono sapere che si smette di giocare a San Siro, all’Olimpico. Si torna a giocare in campi piccoli, in stadi con avversari che contro il Parma giocheranno la partita della vita. Tutto più complicato, dal punto di vista mentale soprattutto. Ci deve essere immediatamente lo scrollone, ma credo il Parma non avrà grandissimi problemi. Non sarà una passeggiata di salute, certo, occorre trovare l’umiltà ed essere compatti e sul pezzo”.

Che campionato si immagina?

“C’è da aspettare l’esito dei campionati. Diciamo che bisogna aspettare l’altra retrocessa. Ci saranno sette, otto squadre che si daranno battaglia per i primi posti. Noi vorremmo fare bella figura, giocando da neo promossa e arrivando in un campionato con blasonem, dovremmo lottare per preservare la categoria”.

Da allenatore ed ex attaccante, quanto conta avere un goleador da doppia cifra?

“Dipende dal progetto. A Terni tutti reclamavano la figura di un attaccante da 15 gol. Non era necessario secondo me, bisognava che tutti giocassero per cercare il gol. Il 4-2-3-1 ha mandato in rete tutti e quattro i fantasisti. Anzi: in doppia cifra. Abbiamo segnato 95 gol penso che una squadra debba avere tante bocche di fuoco, altrimenti va in difficoltà, si diventa prevedibili. Per una squadra che deve vincere bisogna trovare tante soluzioni”.

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