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Parma, altro passo indietro. Ora è dura ma...

D'Aversa ha visto il suo Parma, per la prima volta con lui in panchina, soccombere dal punto di vista fisico: la vetta adesso è a meno sette...

Chissà come deve essere stata dura per Roberto D'Aversa vivere 100 minuti lontano dal campo e dalla panchina. Costretto a guardare i suoi sciogliersi da una teca, una bieca cabina con tanto di finestrino che isolava quasi tutto e rendeva più freddo il clima (non idilliaco) che si respirava in un campo che ha visto il suo Parma, per la prima volta con lui in panchina, soccombere dal punto di vista fisico e lasciare la mediana tutta nelle mani dei ragazzi di Graziani che a un certo punto sembravano davvero di un'altra categoria. Costretto dagli infortuni a fare di necessità virtù, assieme al buon Tarozzi, D'Aversa ha pensato di affidare le chiavi del centrocampo prima a Ciccio Corapi e poi a Scozzarella, con quest'ultimo che dopo aver passato quasi un'ora di partita a trovare la zolla giusta nella posizione di mezz'ala sinistra, si è rimesso davanti alla difesa a smistare (per la verità lo ha fatto poco) palloni per i compagni. Sovrastata da Salifu, che si è mangiato pure Corapi e a lunghi tratti Giorgino, la mediana crociata era scavalcata puntualmente da Di Cesare e dal suo calcio lontano. Il Mantova ha preso campo per gentile concessione di una squadra sfilacciata che riportava alla mente il periodo immediatamente precedente all'esonero massivo dei quattro moschettieri, ed è stato facile. Lanci lunghi, poche idee e tanta confusione, distanza tra i reparti e gol trovato su un guizzo di un singolo, Baraye, che si è liberato solo una volta dell'asfissiante trattamento dei marcatori e ha catapultato un bel pallone che l'altro singolo, Nocciolini, ha saputo spedire in porta. Con grande destrezza. Poi niente, come nel resto di una partita che segna quasi definitivamente l'abbandono dei sogni di gloria e che vede allontanarsi il Venezia sempre di più. Il calcio è bello perché regala gioie inaspettate, il Barcellona insegna e altre frasi di questo tipo potrebbero diventare presto gli slang di una settimana difficile, la prima dell'era D'Avarsa che è stato anche sfortunato perché gli infortuni di Munari (che forse non rientra neanche per la prossima) e di Scavone, oltre che la squalifica di Calaiò, lo hanno ulteriormente penalizzato. La vetta adesso è a meno sette, ma la matematica, almeno quella, gioca con il Parma. Ancora non si sa fino a quando, ma finché c'è...

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