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Martedì, 23 Aprile 2024
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Parma, riattacca la spina: out Cornelius, servono idee e fame

L'attaccante (lesione di I grado) proverà a recuperare in tempo per le ultime partite. Intanto preoccupano i blackout. Per Bruno Alves contusione

Il punto raccolto (per il rotto della cuffia con il Bologna) nelle ultime sei partite, racconta di un Parma che dopo il lockdown sarebbe terzultimo. E’ vero che la squadra di Roberto D’Aversa, in ritiro a Collecchio dopo la positività al Covid di un membro dello staff medico (risultato negativo all'ultimo giro di tamponi), ha affrontato nelle ultime sei gare Inter, Roma e Milan, ma è pur vero che i numeri non sono dalla parte di un Parma che deve fare in fretta a riattaccare la spina. Sono infatti 16 i gol subiti dai crociati in queste otto gare: un tempo squadra coriacea e difficile da scalfire, oggi piena di incertezze e con i riflessi allentati.

Pesa la condizione psicologica, la stessa che provoca disattenzioni perché non al top: se si pensa che cinque di questi 17 gol siano stati subiti da palle inattive (gli altri quasi tutto frutto di disattenzioni collettive  e individuali), si capisce come qualcosa si sia inceppato nella centralina di quella che fino a prima dello stop era la quinta miglior difesa del campionato. Numeri che gettano ombre soprattutto sulla tenuta mentale di un esercito che sembra ormai appesantito per aver (quasi) raggiunto l’obiettivo, e pare si stia riposando sulla riva del fiume con le armi deposte e l’elmetto poggiato in terra. Tanto gli avversari sono a distanza di sicurezza. Il suo generale passa il tempo a sgolarsi dando ordini, recepiti  dai suoi soldati fino a un certo punto: e qui che si accende la spia.

In queste otto partite complessive post lockdown, il Parma è stato rimontato ben quattro volte. Dopo essere passato in vantaggio ha mostrato le sue debolezze: scarsa concentrazione, assenza di mordente e spirito di sacrificio. Determinazione e voglia di lottare sono venute meno sistematicamente, caratteristiche su cui D’Aversa fonda il suo credo calcistico, la sua filosofia di gioco. Il resto, se manca l’asse portante, anche se c’è non si vede per forza di cose. Quattro rimonte, dicevamo: contro Inter, Verona, Roma e Milan. Il Parma è incapace di gestire il vantaggio? I numeri dicono questo: il miglioramento rispetto allo scorso campionato c’è stato. Dai 36 punti nelle 33 giornate dell’anno scorso, si è passati ai 40 punti di quest’anno: quattro in più, con due posizioni più avanti in classifica. Ma basta? Un dodicesimo posto che mette il Parma nel gruppone, a tre lunghezze dal nono posto del Verona. E pensare che era a un passo proprio dalle zone nobili di una classifica che – ancora – non si fa preoccupante.

Giocare ogni tre giorni non aiuta nessuno, neanche il gruppo di Bob che ha perso Andreas Cornelius (lesione di I grado al bicipite femorale destro) una volta e ancora un’altra, nella sfida di San Siro. Inglese non è al top, lavora per esserlo, degli attaccanti non brilla neanche Gervinho: l’ivoriano nella partita contro il Milan, comunque una sconfitta diversa dalle altre dove il Parma ha creato 6 occasioni da gol nitide, tirando otto volte e colpendo un legno, è apparso impreciso sotto porta. Errori non da lui, che certificano un momentaneo blackout mentale, del quale anche Yann Karamoh è rimasto vittima. Difficoltà psicologiche e fisiche (dopo Cornelius anche Bruno Alves è ai box per una una contusione ossea senza lesioni miotendinee dei flessori) che pesano. Ma preoccupa più l'aspetto mentale rispetto a quello fisico. Se si considera che Kulusevski, ad esempio, è stato il giocatore che ha corso di più tra tutti e 22...

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