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STRATEGIE

Obiettivi, ambizioni e il 'rischio giovani': così riparte il Parma

Pecchia incontrerà il presidente Krause per imbastire il futuro: c'è da valutare i giocatori che rientreranno dai prestiti e il mercato da fare per conquistare la Serie A

Il 2024 del Parma è cominciato il 3 giugno, più o meno intorno alle 22:30. Dopo il pari senza reti con il Cagliari, costato ai ragazzi di Fabio Pecchia l'eliminazione dai playoff, il club è ripartito dal ritrovo di Collecchio, lunedì, per il più classico dei 'rompete le righe'. Da qui alla prima settimana di luglio, i calciatori potranno godersi le vacanze prima del ritiro, mentre i dirigenti dovranno lavorare per rimettere le cose a posto e e programmare una stagione, la terza in Serie B. Erano ben altri i piani di Kyle Krause quando ha rilevato le quote dai sette soci. Un presidente ambizioso come il magnate americano non può certo accontentarsi di un dodicesimo e di un quarto posto in campionato negli ultimi due anni. Arrivare a -20 dalla prima (Frosinone) e chiudere a -13 dalla seconda (Genoa) non può certo essere considerato un buon risultato se l'obiettivo di partenza è quello di vincere il campionato. In questi giorni, nel quartier generale di Collecchio, i dirigenti del Parma dovranno stilare una programmazione che poggi su delle scelte di campo ben ponderate, anche perché quelle delle ultime tre stagioni (considerando la prima come una specie di battesimo per Krause che doveva ambientarsi nel mondo calcio) non hanno portato lontano. Nei prossimi giorni dovrebbe esserci un incontro tra Fabio Pecchia e il presidente che servirà a dettare la linea. Il tecnico è in contatto costante con l'area tecnica che pure dovrà ridiscutere la strategia da perseguire per l'anno che verrà. L'imperativo è vincere, viste le ambizioni che il club coltiva dentro e fuori dal campo, con Krause impegnato a giocare anche la partita parallela del restyling dello Stadio Tardini. Aspetto da non sottovalutare, questo. Tornando all'aspetto sportivo: servirà tagliare i rami secchi, rappresentati dai giocatori che rientreranno dai prestiti come Pezzella, Tutino, Hernani, Grassi, Dierckx giusto per citarne qualcuno. Su di loro il Managing Direcrtor Sport Roel Vaeyens e il direttore sportivo Mauro Pederzoli, legato al club da un altro anno di contratto, dovranno fare delle valutazioni e stabilire (con il benestare dell'allenatore) chi merita di rimanere e chi deve andare via. Saranno molti, vista la linea dettata dal club, quelli che lasceranno Parma. Solo dopo le cessioni si potrà pensare agli acquisti che, salvo cambi di rotta dell'ultima ora, saranno selezionati tra profili giovani. "Il Presidente vuole continuare a investire nel Club. Sta facendo un centro sportivo straordinario e vuole farlo mantenendo fede a quelle che sono le politiche di un Club per puntare sui giovani" ha detto Pecchia l'altra sera. 

Negli ultimi tre anni il Parma ha acquistato 17 giocatori under 25 in giro per il mondo, per un investimento complessivo di circa 65 milioni: da Valenti (10,5 milioni) a Buai Kyala (svincolato). Dal punto di vista tecnico, come ha sottolineato il campo, questa strategia ha comportato rischi notevoli senza i risultati sperati. I ragazzi arrivano in un campionato come quello italiano dove è richiesta grande sapienza tattica, oltre che temperamento, e risultano essere dei giocatori non ancora pronti. Enrico Delprato che è sì un giovane ma con oltre 100 partite tra i professionisti, dopo Parma-Cagliari, ha ribadito come non sia stato facile creare un gruppo e come sia stato complicato trovare l'identità. "Prima delle ultime partite non sapevamo nemmeno se avessimo centrato i playoff. Non era facile trovare alchimia, poi abbiamo risposto da squadra e siamo stati bravi a conquistare il quarto posto". Inevitabilmente che puntare sui giovani ti dà qualcosa in termini di freschezza e di spensieratezza, ma ti toglie da punto di vista dell'esperienza. Serve anche quella per vincere. Dal punto di vista economico ha sicuramente dei vantaggi: acquistare calciatori senza spese folli dovrebbe consentire al club di realizzare plusvalenze. Ma non sempre è così: infatti, sono pochi i calciatori che hanno fatto registrare una crescita del proprio prezzo. Benedyczak per esempio è uno di questi: ha aumentato il fatturato in zona gol e ha visto lievitare il prezzo del suo cartellino. Secondo gli attuali valori di Trasnfermarket, gli altri sono Bernabè (arrivato a 0 e oggi valutato 6 milioni), Oosterwolde (da 3 a 6 milioni), Hainault (da 0,3 a 0,4). Gli altri hanno perso valore e i quasi 25 milioni 'bruciati' su questo tipo di mercato fanno riflettere oltre al verdetto del campo. 

Un altro aspetto negativo è che si rischia, come nel caso del Parma che è rimasto in Serie B, di valorizzare un giovane che però fatica ad accettare la categoria per più stagioni. Benek, ad esempio: sul polacco c'erano tante offerte dalla Bundesliga già a gennaio. A fine campionato e con il bottino dei gol praticamente raddoppiato rispetto ai primi sei mesi, si immagina la fila delle pretendenti. Difficile da trattenere. Di fronte al maggiore prestigio della richiesta può innescarsi nei ragazzi la voglia comprensibile del salto di qualità. Risultato? Alta probabilità di realizzare plusvalenze (vedi Oosterwolde) che però hanno un margine esiguo rispetto all’investimento complessivo profuso per allestire la rosa. E alla lunga questa filosofia potrebbe rivelarsi dispendiosa anche per un magnate come Krause. In Serie B l'unica strategia che garantisce successo economico è quella di lasciare subito la categoria e aggiudicarsi gli introiti più ricchi che arrivano dalla Serie A, dove è più facile attuare la nobile ma complessa politica del Parma. 

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