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Parma 1913 | Dai campi Stuard con Buffon fino alla rinascita crociata, ecco Redolfi: "Emozione grandissima"

Il vice di Apolloni si presenta: "Abbiamo le idee chiare, partiremo con un 4-3-3 ma aspettiamo di definire la rosa. Arriveranno giocatori pronti, siamo pronti per partire" E con il Lentigione? "Massimo rispetto per il presidente, nulla da dire"

Prima del quarto allenamento abbiamo avuto modo di conoscere Bruno Redolfi, il vice di Apolloni che si è presentato alla stampa.

Ha voglia di presentarsi ai tifosi del Parma che non la conoscono?

"Ho tantissima voglia ed entusiasmo di presentarmi, sono abbastanza emozionato, ma anche orgoglioso di poter guidare una squadra che rappresenta questa città, e potrei raccontare tante cose, o farvi vedere tante cose che ho conservato a casa, perchè io in realtà io iniziai da giocatore dilettante a collaborare con il Parma e quindi ad affacciarmi al professionismo nel '94/'95 quando Buffon si allenava con Mister Fulgoni, e ho avuto la possibilità di vederlo ai Campi Stuart. Quella è stata un po' la prima volta che ho pensato anche a poter dedicarmi all'istruzione e quindi alla carriera di allenatore. Da lì è stato tutto un crescendo, perchè io allenavo e giocavo nella società del mio paese di nascita, che è Ceprano in provincia di Frosinone, una delle prime società affiliate al Parma. Ed ero un po' il responsabile del settore giovanile di questo club. Da lì la collaborazione con il Parma è cresciuta, mi hanno proposto dopo un anno di poter essere un osservatore di zona per il movimento delle scuole calcio, e quindi è partita questa cosa. Devo dire grazie al signor Carlo Gardani e al signor Massimo Arcari, che erano all'epoca i responsabili del circuito nazionale delle scuole calcio affiliate, che mi proposero di lavorare con loro. Da lì poi è stato un crescendo di bellissime cose, fino al punto di essere parte del centro studi scuola calcio Parma, di fare i miei articoli tecnici per la rivista ufficiale del Parma, e di entrare in contatto con tecnici come Salvioni, come Gabriele Pin a cui sono molto legato. Ora quando mi hanno chiamato per venire qui, ed io con Gigi lavoro con sette anni, ho pensato al primo giorno in cui fu chiamato da quella gestione a far parte di quella struttura. Conservo ancora tutti i tesserini e le foto in una bellissima scatola autografata dall'ex presidente Stefano Tanzi. Ho tutto a casa, se volete ve lo porto e ve lo faccio vedere... Poi ho lavorato con il Perugia, fino a quando Gigi Apolloni mi ha chiamato a Modena, ed eccoci qui".

Ha fatto quindi molto scouting. Come si stanno comportando i ragazzi che si stanno allenando in questi giorni, soprattutto quelli in prova?

"Devo dire che la nostra difficoltà sarà poi quella di tener fuori, e non voglio dire scartare, alcuni di loro. Purtroppo qualcuno dovrà restare fuori, ed è la natura delle cose nel calcio. Ci darà tanto dispiacere comunicare che qualcuno dovrà andar via, perchè si stanno comportando davvero bene e stanno dando tutto loro stessi. Ieri durante la partitella c'è stato un contrasto molto duro sotto ai miei occhi, un giocatore ha ricevuto una brutta botta sulla caviglia, gli ho chiesto se avesse voluto uscire ma lui mi ha detto che non poteva perdere questa chance. Questo è lo spirito che ci piace e che vogliamo sia da chi andrà via ma soprattutto da chi rimarrà qui con noi, perchè qui stiamo rappresentando la storia del calcio italiano e di una realtà importantissima".

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Rispetto all'organico, a che percentuale di completamento siamo arrivati?

"Minotti e Galassi stanno facendo un gran lavoro, noi siamo qui fino a mezzanotte operativi, non si vuole davvero sbagliare. E da questo punto di vista bisogna fare tutto in un certo modo, chiedendo più informazioni possibili, e facendo la scelta giusta. Questo mondo è fatto da tantissimi procuratori e da tantissime notizie che poi magari si rivelano meno vere di come vengono presentate. Siamo ancora un cantiere aperto, ma abbiamo le idee abbastanza chiare su cosa cerchiamo e cosa vogliamo. Siamo a buon punto, non saprei dire una percentuale perchè poi le percentuali sono fatte per essere smentite. Siamo a buon punto, potremo essere soddisfatti all'inizio della prossima settimana".

Ci sono due fattori: da una parte quello legato alla storia di questa società, dall'altra parte quello legato all'entusiasmo straripante dei tifosi. Rappresentano più un peso o uno stimolo per voi come staff tecnico?

"Io forse ancora non me ne sono reso conto. Appena ho passato il cancello ho pensato al fatto che le ultime due preparazioni le abbiamo svolte qui con il Nova Gorica, e ancora non realizzavo se ero qui con il Nova Gorica o con il Parma.... Poi mi sono dato un pizzicotto e ho capito che stiamo allenando il Parma. C'è una responsabilità, e per questo tipo di responsabilità siamo obbligati a dare il massimo. C'è un progetto importantissimo, e c'è una piazza che ci sta dimostrando tantissimo affetto a cui noi dobbiamo riconoscenza e speriamo di dare tante soddisfazioni sul campo. Entrando qui c'è un bel poster con uno striscione dei tifosi che dicono che basterà guardare la maglia per gridare ancora. Questo dev'essere il nostro motto. Mi basterà vedere la mia maglia per dare il mio massimo, e non come professionista, ma come tecnico che lavora in modo professionale".

Per quanto riguarda il modulo, anche se ora la rosa non è ben definita, qual è quello che prediligete di più?

"La premessa è doverosa, chiaramente non appena la rosa sarà completa capiremo. Dobbiamo sfruttare al massimo le caratteristiche di ogni giocatore. Abbiamo l'idea di massima di lavorare sul 4-3-3, avendo sempre quella duttilità necessaria per cambiare l'aspetto durante la partita. Questo è fondamentale, perchè noi partiamo con un'idea tattica, e poi lavoreremo per essere pronti a cambiare qualcosina durante la gara in funzione dell'andamento della partita".

Gli esterni dunque saranno fondamentali. Siete apposto in questo reparto?

"Stiamo ancora cercando, è chiaro che stiamo lavorando, c'è qualche certezza ma dobbiamo sicuramente avere l'idea ed il ricambio dell'idea".

Dal punto di vista atletico come si riesce a preparare una squadra in cui ci sono giocatori che hanno già fatto il ritiro con le loro squadre, mentre altri sono rimasti fermi, e quindi hanno diversi stati di forma o di preparazione?

"Noi a Nova Gorica in due anni abbiamo visto giocatori di ogni tipo, chi veniva da un anno di stop, chi era stato messo fuori rosa, abbiamo avuto di tutto e di più. Lì dovremo essere bravi noi a calibrare e a conoscere benissimo la situazione di ogni giocatore, con il prof che è parte del nostro staff dai tempi del Modena, e costruire una tabella personalizzata di lavoro. È una difficoltà, ma è superabile".

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