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ESCLUSIVA - Guidolin e l'amore per Parma: "Sarei venuto anche in D. Con Leonardi..."

Il tecnico veneto a Parmatoday.it: "Nessuno mi ha chiamato, ma io sarei voluto venire almeno ad ascoltare la proposta. Questo Parma mi piace, la gente l'ha presa bene. Vi dico perché me ne sono andato..."

Dal nostro inviato
Guglielmo Trupo 

PARMA - "Le dico subito che se mi avessero chiamato io sarei venuto volentieri a Parma. Anche solo per un colloquio, mi sarebbe piaciuto tornare, ascoltare quello che avevano da propormi e, perché no, accettare di ripartire dalla serie D. Avrei allenato volentieri il Parma in questa stagione". Francesco Guidolin sembra abbia lasciato davvero un pezzo della sua onorabile e rispettabilissima carriera nel ducato. Il tecnico che ha portato i crociati in A, dopo un anno di passaggio in serie B, è rimasto ancora nei cuori di moltissimi tifosi. Tutti o quasi lo ricordano con immenso piacere perché l'allenatore veneto ha espresso calcio in modo cordiale, ha lavorato fino all'ultimo giorno in cui è rimasto a Parma, cercando di fare del suo meglio, assieme alla squadra, anche quando aveva avvertito alcune sensazioni che lui definisce strane. Due anni, 70 punti il primo (quando il Parma arriva secondo con 76, primo il Bari che vince il campionato di serie B, con Guidolin che arriva alla settima giornata dopo l'esonero di Cagni), 52 l'anno successivo in cui Guidolin arriva ottavo e rischia di andare in Europa League passando dai preliminari, due stagioni indimenticabili, che hanno reso il tecnico amante della bicicletta un idolo delle folle. 

Guidolin, che effetto le fa essere ancora ricordato con nostalgia e ammirazione a Parma?

"Beh, mi inorgoglisce. Sono felice perché a Parma io ci sono stato bene e ci sarei pure rimasto. Città vivibile, tifosi straordinari, gente cordiale. Abbiamo fatto risultati buoni, abbiamo vinto un campionato in Serie B, dove non era affatto semplice. Arrivavo dopo l'esonero di Cagni e con l'obbligo di riportare subito il Parma in Serie A. C'era sicuramente una situazione non positiva quando sono arrivato io, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo fatto un bel campionato. L'anno dopo siamo arrivati ottavi, con un cammino eccezionale che ci ha portato per tanto tempo a lottare per l'Europa League, con una serie incredibile di risultati utili consecutivi. Di Parma ho un ottimo ricordo".

Si dice che con Leonardi, che aveva spinto per Guidolin a Parma, non ci fosse più feeling...

"Diciamo che il secondo anno ho capito tante cose, e che, di conseguenza sarebbe stato meglio lasciare. Mi sono fatto la valigia da solo, nessuno mi ha aiutato, mettiamola così. Poi nel frattempo è arrivata la proposta dell'Udinese, altra piazza che amo, e in realtà, con il senno di poi, visto quello che è successo, è andata bene. Da un lato mi è dispiaciuto molto, lasciare una grande piazza come Parma dove si poteva lavorare bene, dall'altra beh, diciamo che è stato meglio così". 

Guidolin allena il Parma foto: Infophoto

Non è che anche al suo tempo c'erano problemi economici? 

"No, allora non c'era nessuna avvisaglia. I problemi economici noi non li avevamo. Si trattava più che altro di rapporti interpersonali che non andavano più. Qualcosa era cambiato e io non avvertivo più la stessa fiducia. Con Ghirardi e Leonardi non c'era più feeling e per questo ho deciso di andare".

Ma perché questo cambiamento di atteggiamento nei suoi confronti?

 "E lo chiede a me (ride ndc)? Dovrebbe chiederlo a loro, mi scusi...". Cosa le ha fatto capire che qualcosa stava cambiando? "Ma una serie di cose. Io in una riunione ho detto tutto a Ghirardi e a Leonardi, ma nessuno s'è stracciato le vesti per farmi rimanere. Se la faccia andare bene questa".

Va bene. Ha seguito gli eventi dell'ultimo anno? Il Parma è fallito, lei come l'ha presa?

"Io? Ho provato un immenso dispiacere per la situazione che si è venuta a creare. Per i dipendenti in primis, che hanno perso il posto di lavoro, per i tifosi che hanno sempre avuto un attaccamento alla maglia particolare, per i calciatori che non potevano fare bene il proprio lavoro. Ho avuto contatti frequenti con Melli, a cui mi lega una profonda amicizia è una grande stima dal punto di vista umano e lavorativo. È stata una brutta vicenda". 

Con Ferrari, Scala e tutti gli azionisti, il Parma sta ripartendo dalla D.

"È bello anche così. E le dirò di più: io sarei tornato ad allenare il Parma, questo Parma. Probabilmente quando hanno costruito la squadra a nessuno è venuto in mente di chiamarmi perché avranno pensato: 'Guidolin ha avuto una carriera importante, non si abbasserà mai alla D...'. Ma io a Parma sarei venuto di corsa. A me piacciono le sfide, questo tipo di sfide che devi vincere anno dopo anno, in cui devi costruire, in cui se hai il supporto della gente, vinci facile e lavori con voglia. Mi ci vedevo io, perché sto cercando un progetto che mi dia qualcosa anche al di là del calcio. E Parma mi poteva dare tanto". 

Guidolin, dica la verità, nessuno l'ha contattata? 

"Niente. Io sarei venuto a colloquio, ad ascoltare quello che avevano da proporre, ma niente. Nessuno mi ha chiamato. Però auguro al Parma di arrivare al più presto tra i protagonisti del calcio".

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